Il Coordinatore ONU per il Medio Oriente, Robert Serry ha esteso al Governo del regime ebraico di occupazione della Palestina la richiesta di provvedere "immediatamente una soddisfacente soluzione al caso della prigioniera politica Hana'a Shalabi, attualmente in stato di sciopero della fame a oltranza".
Serry ha circostanziato che la soluzione "deve essere in linea con la posizione dell'ONU sul caso della 'detenzione amministrativa'", cioé valevole a dire che la Shalabi deve essere immediatamente e senza alcuna condizione rimessa in stato di libertà, visto che le Nazioni Unite non riconoscono alcuna legittimità o validità a tale arbitraria pratica sionista, 'ereditata' dai precedenti occupanti coloniali della Palestina, gli Inglesi (che escogitarono la 'Dichiarazione di Balfour' per sostituire alla loro occupazione quella di un'entità ebraica).
Serry ha sporto il proprio invito in una sessione del Consiglio di Sicurezza ONU tenutasi nella gironata di ieri, affermando che la situazione non solo della Shalabi ma di centinaia e centinaia di detenuti politici palestinesi nelle prigioni israeliane "E' per noi e per questa assemblea causa continua di apprensione". E' universalmente noto, infatti, che nelle caìne e nelle galere di Sion i prigionieri palestinesi, uomini, anziani, bambini, ragazzi, donne e fanciulle vengano sottoposti a ogni genere di abuso, angheria, tortura, molestia e violenza, non ultime quelle sessuali, il collocamento in isolamento per lunghissimi periodi di tempo, l'incuria igienica e sanitaria, gli esperimenti farmaceutici e persino la somministrazione di derrate alimentari volutamente contaminate e corrotte, quando non direttamente avvelenate.
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