Il Ministro degli Esteri di Ankara Ahmet Davutoglu, pochissimo dopo aver salutato il Premier palestinese in visita nel suo paese é saltato su un jet per recarsi a Teheran; la sua missione: cercare di ricomporre e ricucire i legami con l'Iran, stressati e sfilacciati da quasi un anno di comportamenti ambigui e preoccupanti da parte della leadership turca.
In particolare, a guastare l'atmosfera di fiducioso "buon vicinato" che si era instaurata tra Persia e Anatolia sono stati gli atteggiamenti di sostegno ai provocatori terroristi in azione in Siria da marzo in avanti e le 'aperture' all'installazione di sistemi radar made in Usa in territorio turco; sistemi che fin dalla loro presentazione sono stati descritti come puntati contro le armi balistiche iraniane (quelle armi che impediscono all'Iran di fare la fine di Irak e Libia).
Una sfida difficile, persino per un veterano della diplomazia come Davutoglu, che comunque, appena sbarcato in Iran, si é subito impegnato in un colloquio col Vicepresidente Mohammad Reza Rahimi e, a stretto giro, ha incontrato il suo omologo locale Ali Akbar Salehi. Più avanti nella giornata i due ministri terranno una conferenza stampa congiunta, durante la quale risponderanno a domande sui rapporti bilaterali tra i due paese e sugli ultimi sviluppi della politica locale e regionale.
In seguito Davutoglu incontrerà il Segretario del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale iraniana, Saeed Jaleeli.
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