L'Esercito Irakeno ha riconquistato il controllo della vecchia struttura usata nel regime di Saddam Hussein come arsenale chimico; la zona era stata investita dall'avanzata dell'ISIS ma, al momento in cui le forze regolari l'hanno ripresa é apparso evidente che gli sgozzatori del 'califfato' non erano nemmeno riusciti a entrarvi.
Questo perché i vari bunker e depositi erano circondati da campi minati e altri ostacoli passivi che erano stati sufficienti a tenere lontani i takfiri del Daesh. Secondo le rivelazioni del Viceministro degli Esteri Mohammad Jawad al-Doraky la zona non conteneva alcun genere di 'arma chimica' ma piuttosto residui contaminati che anche qualora fossero caduti in mano all'ISIS non avrebbero potuto in alcun modo venire usati per nuocere.
Nel cosiddetto 'bunker 13' erano presenti razzi da 122mm una volta caricati a Sarin, ma da lungo tempo deattivati nell'ambito della cooperazione del regime di Saddam con l'ONU (quella che non evitò la speciosa e illegale invasione angloamericana del 2003). Nel 'bunker 41' invece erano contenute 2000 granate da 155mm una volta caricate a fosgene (e ora vuote) e 605 bidoni vuoti una volta pieni di fosgene, più materiali da costruzione contaminati.
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