Il Viceministro degli Esteri iraniano Ebrahim Rahimpour, parlando con un reporter del britannico 'Guardian' ha spiegato che i bombardamenti sono stati richiesti direttamente da Bagdad e sono da inquadrarsi nelle misure prese dalla Repubblica Islamica per aiutare l'Irak a tutelare i propri interessi.
"L'obiettivo dei raid era esclusivamente quello di difendere gli interessi dei nostri amici in Irak; non vi é stato alcun coordinamento con gli Usa, né lo cercheremo mai per altre occasioni simili, che riguardano esclusivamente noi e il Governo Irakeno".
Rahimpour ha anche detto che il livello di coinvolgimento iraniano in Irak "E' certamente maggiore di quello che abbiamo con la Siria, e non deve stupire visto che parliamo di un paese con cui condividiamo centinaia di chilometri di confine".
A ulteriori domande del giornalista il Viceministro ha risposto negando che vi siano segnali di penetrazione dell'ISIS verso l'Iran o anche solo che l'organizzazione terroristica stia cercando di posizionarsi per una simile mossa.
"Stiamo assistendo anche i Curdi nel Nord dell'Irak, sebbene ci sia qualche differenza tra la prospettiva curda e il Governo di Bagdad il nostro aiuto ai Curdi e al Governo centrale fa parte di uno sforzo dell'Iran per comporre questa divergenza di vedute".
Infine Rahimpour ha negato che unità combattenti iraniane siano presenti sul suolo irakeno, mentre ha ammesso una "presenza di consulenza".
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