Le autorità carcerarie israeliane, sempre alla ricerca di nuovi modi in cui tormentare e torturare gli sfortunati palestinesi che cadono nelle loro mani, ha raggiunto un nuovo 'traguardo' di meschinità e abiezione arrivando a porre in isolamento solitario un prigioniero politico che é ormai completamente cieco da quasi nove anni, reso tale dalla totale mancanza di ogni interesse, da parte dei secondini sionisti, a fornire ai detenuti cure adeguate per le loro condizioni cliniche. Obadeh Bilal, questo il nome del prigioniero, soffriva infatti di un'affezione alla retina, che riusciva comunque a tenere sotto controllo; dal momento del suo arresto, nel 2002 le sue condizioni peggiorarono progressivamente, fino a privarlo del tutto della vista.
Secondo la testimonianza raccolta dalla Società dei Prigionieri Palestinesi, che é riuscita a intervistare un detenuto di nome Ahmed al-Maghrabi, a sua volta tenuto in isolamento fino a poco tempo fa, l'isolamento solitario nelle carceri israeliane è "Una tomba vivente per i prigionieri politici. Ogni singola cosa che aiuta a sopportare l'esistenza in carcere viene tolta al prigioniero, che si sente come lentamente e metodicamente messo a morte secondo dopo secondo".
Bilal, nativo di Nablus, in Cisgiordania, ha due fratelli che sono anch'essi prigionieri politici in carceri israeliane ed è stato tenuto in isolamento solitario per sei mesi; adesso, la direzione del carcere di Ramleh, dove é tenuto, ha deciso di estendere l'isolamento per ulteriori tre mesi. Negli ultimi tempi anche la moglie di Bilal, la sua madre 65enne, un fratello ancora libero e altri parenti ancora sono stati arrestati, interrogati e sottoposti a pressioni fisiche e psicologiche, nel tentativo di rendere la sua detenzione ancora più insopportabile.
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