venerdì 9 marzo 2012

L'Esercito sionazista ri-arresta illegalmente il prigioniero politico Khaled Makhareh, violando ancora i patti che portarono al rilascio di Schalit!


In totale spregio allo spirito dei patti negoziati e mediati dal Governo egiziano che hanno portato nell'autunno 2011 alla liberazione dell'Ebreo francese Gilad Schalit, catturato dalle forze della Resistenza palestinese mentre, a bordo del suo carro armato da 55 tonnellate si preparava ad attaccare la popolazione civile del ghetto assediato di Gaza, le forze militari dell'Occupazioen sionista hanno tratto in arresto Khaled Makhamreh, detenuto politico palestinese liberato proprio in occasione di quello scambio.

L'attacco dei militari sionisti al villaggio di Yatta, che aveva l'obiettivo proprio di portare all'arresto di Makhamreh, ha scatenato, come da noi riportato precedentemente, la reazione di tutta la popolazione locale, che piuttosto che assistere silenziosa e impotente all'ennesimo sopruso dei Giuda sionazisti, che non tengono fede nemmeno alla parola data poche settimane prima, hanno preferito opporsi con le mani e coi corpi alle mitragliatrici e alle pallottole "full metal jacket" delle SS di Tel Aviv.

La sparatoria é risultata nella morte dell'adolescente Zhakaria abu Arram e nel ferimento più o meno grave di altre decine di persone, di cui almeno una (il ventenne Omar Hushaye) giace in condizioni critiche all'Ospedale di Soroka. Almeno un aguzzino in uniforme sarebbe rimasto ferito negli scontri. In una notizia correlata, due detenuti politici palestinesi originari del villaggio di Burqin hanno dichiarato uno sciopero della fame ad oltranza in solidarietà con la prigioniera Hana'a Shalabi, anche lei ri-arrestata dopo il rilascio nello scorso autunno che da metà febbraio si sta privando di ogni nutrimento pretendendo che l'occupazione sionista tenga fede ai patti stipulati e la rilasci immediatamente. I due coraggiosi prigionieri: Fayez al-Shayeb e Nibad abu Shadouf hanno espresso la speranza che il loro contributo aiuti a mantenere viva l'attenzione sulla lotta della Shalabi e che essi non chiedono nulla per loro stessi, ma invitano le ONG e l'Opinione Pubblica internazionale a mobilitarsi per la causa dei Prigionieri Politici Palestines, perseguitati dai sionisti dentro e fuori dalle carceri.
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