venerdì 8 aprile 2011

Fatah inquisisce Mohammed Dahlan e il Curdo Rashid per i loro traffici con Israele e Gheddafi, l'imputazione? Essersi fatti scoprire!


"Quel che é troppo é troppo!", devono esserselo detto anche a Fatah, la fazione palestinese golpista che dal 2007 controlla la Cisgiordania in spregio dei risultati delle regolari e democratiche elezioni legislative in Palestina: "passi" disconoscere un voto regolare e cercare di togliere ad Hamas il potere con l'arbitrio delle armi, "passi" organizzare retate, detenzioni e torture che nulla hanno da invidiare a quelle sioniste contro la popolazione della West Bank, "passi" trasformare un'organizzazione di Resistenza e guerriglia contro l'occupazione in un manipolo di gendarmi coloniali asserviti all'eterno nemico della Causa nazionale palestinese, ma trafficare armi israeliane destinate a sostenere l'idrofobo e agonizzante regime tripolino di Gheddafi era sinceramente un po' troppo da mandar giù.

O meglio, puntualizziamo, lo é improvvisamente diventato quando, grazie alle rivelazioni del dissidente libico Omar El-Khadraoui al quotidiano algerino "Ech Chourouk" il racket internazionale pro-Gheddafi organizzato dall'ex 'zar' delle forze di sicurezza di Fatah, Mohammed Dahlan, e dal curdo Mohammed Rashid (già consulente economico presso la Presidenza dell'Anp) é divenuto oggetto delle attenzioni e dei commenti dell'opinione pubblica internazionale.

Il Comitato centrale dell'organizzazione fondata da Yasser Arafat, dopo qualche tentennamento e traccheggiamento, ha comunicato di avere aperto un fascicolo d'inchiesta riguardo alla questione, ma é quantomeno bizzarro che tale annuncio sia venuto dal massimo organo di un'associazione politica nella quale da una parte Dahlan non ricopre più alcuna carica, essendo stato sospeso "a divinis" per sospetti di complotto contro Mahmud Abbas, all'inizio del 2011 e il Curdo Rashid (foto sotto), a sua volta, non ha mai figurato come membro.

Più senso avrebbe avuto se a indagare fosse stata l'Anp, e non per semplice puntiglio di forma, visto che ad ogni modo Fatah é dal 2007 che Fatah ha invaso totalmente l'organo di 'autogoverno' palestinese svuotandolo di ogni autonomia e trasformandolo in un 'costume' che i suoi burocrati cacicchi indossano quando devono recarsi a 'trattare' con Israele (cioé a inginocchiarsi davanti al padrone della piantagione come tanti bravi Zio Tom) o a mungere qualche milioncino di dollari o di Euro dai "paesi donatori" (che non controllano affatto come poi i loro soldi vengano impiegati), ma perché mostrerebbe che in Cisgiordania esiste comunque una Forza del Diritto, che vige e vale sugli abitanti della regione.

Fatah, che invece si regge solo sul Diritto della Forza, non si é resa conto che questo suo atto rende solo evidente anche ai più cursorii e superficiali osservatori che, nel territorio ad essa soggetto non esista nemmeno la più pallida sembianza di "Rule of Law", e che a una determinata parte politica sia possibile inquisire o perseguitare cittadini di questo o quel gruppo semplicemente in base alle convenienze o al capriccio del caso, come per esempio accade costantemente ai membri e sostenitori di Hamas o di altre organizzazioni di Resistenza.
Perché Fatah ha indagato Dahlan per questo traffico e non, per esempio, per il suo ruolo nell'omicidio di Mamhoud el Mabhouh a Dubai?
Per carità, non ci spiace affatto che Mohammed Dahlan, traditore e assassino della sua stessa gente, passi un brutto quarto d'ora, anzi, ma il fatto che lo passi solo perché é stato 'poco accorto' nel gestire i suoi traffici con Israele e non perché questi costituiscano un'infrazione alle leggi in vigore nella West Bank, ecco, questo, da persone che credono fermamente nella Legge e nella Giustizia (che sono poi i fondamenti della Democrazia), questo ci infastidisce e ci dà parecchio da pensare.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Nessun commento:

Posta un commento