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Moses Obi, comandante delle forze ONU costrette a supplire alla criminale negligenza delle 'truppe regolari' Sud-Sudanesi. |
Di fronte all'amara realtà dei fatti non vi é "cortina fumogena", non vi é propaganda che tenga, nemmeno quella (sostenuta da Usa, Israele, CNN, George Clooney, Colin Powell e Condoleeza Rice) che, dopo anni di "imbottimento dei cervelli" convinse l'ONU a far tenere il disgraziato plebiscito con cui si é artificiosamente separato il Sud del Sudan dal controllo e dalla supervisione di Khartoum. Adesso, sotto il regime del rozzo "cowboy di Giuba" Salva Kiir il Sud-Sudan ha rivelato appieno la sua natura di 'stato fallito',
sgretolandosi in una ridda di faide etniche portate avanti da milizie fuori controllo guidate da uno sciame di Signori della Guerra; di fronte a tale evidenza, dicevamo, tutta la retorica e l'infingimento imperialist-sionista (perché il Sud-Sudan 'libero' serviva a Tel Aviv per minacciare da Sud Khartoum e Il Cairo) scemano e smontano e anche Joshua Konyi, 'commissario' sud-sudanese per la Contea di Pibor ammette: "Abbiamo assistito a omicidi di massa, massacri durati una settimana e oltre".
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Il "motivo" delle stragi e dei massacri... |
959 uomini uccisi e 2182 tra donne e bambini, questa la tragica messe della
rappresaglia condotta dalle milizie Lou Nuer contro i Murle che hanno trovato e intrappolato in città; sangue e carne umana sacrificati a compensazione di quella bovina dei capi di bestiame razziati nella faida tra pastori primitivi che sta alla base dell'odio interetnico. Anche la cifra di 3141 vittime, comunque, pur se tripla rispetto alle prime stime che parlavano di "circa mille vittime" é da considerarsi totalmente provvisoria e (purtroppo) quasi sicuramente destinata ad alzarsi nelle prossime ore, man mano che verranno scoperti nuovi carnai, nuove fosse comuni.
Lentamente, gli uomini e le donne del Coordinamento Umanitario ONU per il Sud-Sudan, della Missione ONU (UNMISS) e dell'Ufficio ONU per il Coordinamento degli Affari Umanitari stanno cercando di supplire all'inanità e alla colpevole assenza di ogni struttura 'ufficiale', essendosi il Governo di Giuba rivelato per quel che é di fronte a questa emergenza umanitaria: nient'altro che l'ennesima cleptocrazia africana da 'Repubblica del Cocco'. Circa 60 mila persone sono fuggite di fronte all'avanzare dei Lou Nuer negli scorsi giorni. Adesso alcuni di loro cercano di rientrare a Pibor, ma vi sono parecchi villaggi e comunità circostanti (Boma, Likuangole, il villaggio di Walgak nella confinante Contea di Akobo, sempre nella regione di Jonglei) che sono stati totalmente distrutti e bruciati, dove i profughi non troveranno nulla a cui tornare.
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