Quali sono stati i principali compiti portati avanti dal PCS da quando si è scatenata la crisi?
In primo luogo, la lotta per preservare l’indipendenza nazionale, la sovranità e la linea patriottica antimperialista della Siria, e per gli interessi e le rivendicazioni delle masse popolari meno abbienti. C’è un altro compito molto importante, soprattutto nel contesto che ci viene imposto, la difesa della produzione nazionale. Applichiamo sempre la disposizione dettata dal leader storico del Partito, Khaled Bagdache: la difesa della patria e la difesa del pane del popolo. Il nostro Partito sta svolgendo un ruolo di mobilitazione molto importante con il popolo per denunciare la natura della cospirazione che è stata ordita contro di noi. Le prime mobilitazioni di massa, che dall’anno scorso sono state fatte davanti alle ambasciate delle grandi potenze, sono state organizzate ed hanno avuto una partecipazione sostanziale da parte del nostro Partito. Davanti alla sede diplomatica della Francia, il popolo ha chiarito che non dimentica i crimini commessi dal colonialismo francese nel nostro paese. Abbiamo innalzato uno striscione con la frase del Generale De Gaulle: “E’ illuso chi pensa di poter piegare la Siria.
Che impatto hanno avuto nel paese le misure che il Governo ha preso dopo la crisi?
Sono state prese molte misure per garantire l’ampliamento delle libertà democratiche, la più importante è stata quella di deroga delle leggi marziali, è stata proclamata anche quella dei partiti, ed è stata adottata una legge molto avanzata sulla stampa. Il PCS ha lottato per molto tempo affinché si restituisca la nazionalità siriana a quei kurdi che ne sono stati privati a seguito del censimento eccezionale che fece il governo reazionario nel 1962. Ci sono circa un milione di kurdi in Siria e la maggior parte ha la sua nazionalità, ma è stata ridata a 136 mila kurdi che non l’avevano. È stata pure proclamata una nuova Costituzione e alcuni analisti considerano che la cosa più importante è la modifica dell’Articolo 8 che stabiliva che il capo dello stato doveva appartenere al partito BAATH. La maggior parte delle misure democratiche che sono state adottate e le riforme che sono state fatte erano incluse nel programma di azione del PCS, che stava esigendo con gran forza la loro adozione.
Il Consiglio dei Diritti Umani ha approvato una risoluzione che contiene una mozione di censura contro Damasco per la tragedia di Houla e prolunga di sei mesi il mandato della Commissione d’Inchiesta in Siria. Qual è la sua valutazione al riguardo, e cosa pensa del ruolo della Russia, della Cina e dell’ONU in questo conflitto?
Sul massacro di Houla, le informazioni che ha il PCS in quella regione sono che non è stata perpetrato da forze governative, ma dagli insorti, e l’hanno fatto tre giorni prima della discussione dell’argomento al Consiglio di Sicurezza affinché fosse uno strumento di pressione sull’organizzazione. Il ruolo di Russia e Cina è stato positivo rispetto alla crisi siriana, loro stanno difendendo i propri interessi geostrategici, tenendo conto delle forti pressioni che esercitano gli Stati Uniti su di loro, e per questo gli interessi di questi due paesi convergono con quelli del popolo siriano in difesa della propria patria e sovranità nazionale. Rispetto al ruolo dell’ONU, dalle posizioni che ha adottato il Segretario Generale, risulta chiaro che risponde disciplinatamente alle istruzioni degli Stati Uniti. In quanto all’attività dei suoi delegati Kofi Annan e ora Lajdar Brahimi, noi come partito politico siamo stati contrari a quell’iniziativa perché la sua essenza è stata quella di spogliare il Governo siriano degli strumenti con cui conta per assumere la difesa della propria sovranità.
Un pronostico: Quale deve essere, secondo il partito Comunista, la conclusione della crisi in Siria?
In primo luogo bisogna mantenere una posizione ferma, severa di fronte alle azioni sovversive e ai sabotaggi degli insorti. Quelli che non fanno azioni terroriste bisogna affrontarli con gli stessi mezzi cui loro ricorrono, con altri punti di vista e progetti. La sovversione, gli omicidi e le operazioni terroriste bisogna affrontarle con l’applicazione della legge. La garanzia fondamentale della fermezza della Siria risiede nel soddisfacimento delle necessità del popolo, questo significa che ci sono molte leggi economiche, sociali, che devono essere riviste. L’intento di arrivare a una soluzione di compromesso tra forze patriottiche e non patriottiche significa ritrattare gli interessi della patria, una involuzione. Non appoggiamo questo.
Fonte: http://www.granma.cu/espanol/noticias/4octubre-es-iluso.html
Traduzione dallo spagnolo: Rosamaria Coppolino (della redazione di“Contropiano”)
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