Sono gli S-300 e i Buk-M2A a costituire il più grande "spauracchio" per i jet sionisti che volessero cercare di colpire installazioni e basi militari siriane del Rif Dimashq e della Provincia di Quneitra per favorire i terroristi takfiri sostenuti e manipolati dal regime ebraico di occupazione.
Lo stillicidio di attacchi delle ultime settimane, più che mirato contro 'basi iraniane' o 'armi di Hezbollah', infatti, è stato condotto nella speranza di far sparare alle batterie di Assad il massimo numero di missili avanzati e moderni, nel tentativo di usurare e diminuire le potenzialità della rete antiaerea siriana nella parte sudoccidentale del paese.
Tuttavia tale stratagemma, per quanto ingegnoso, ha incontrato un sonoro fallimento giacché, grazie agli sforzi degli alleati russi e iraniani anche i lanciatori di S-125 ed S-200 sono stati profondamente modificati e migliorati, riducendo la necessità di ricorrere a sistemi più sofisticati contro minacce meno impegnative.
Anche il recente passaggio da incursioni aeree (seppur lanciate dai cieli libanesi) a più semplici missili terra-terra, dimostra che Tel Aviv non ha ottenuto il risultato sperato dal susseguirsi di tali attacchi.
Sono tentativi di saggiare e verificare se in caso di attacco sionista la reazione sarebbe pesante ... hanno paura di fallire ... e stanno gia' fallendo
RispondiElimina