sabato 27 aprile 2013

Ahmad Jibril ai dirigenti di Hamas: "Chi ospita sulla sua terra basi militari americane non potrà mai aiutare la Palestina a liberarsi!"

In un nuovo messaggio rilasciato a meno di un mese dal precedente, il fondatore e Segretario del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale, Ahmed Jibril, ha reiterato la posizione della sua organizzazione rispetto agli eventi in Siria dichiarando che le sue forze continueranno a combattere al fianco di quelle siriane contro i mercenari terroristi al soldo di Usa, Israele e lacché arabi e mediorientali dell'Imperialismo.

Jibril ha deplorato gli attacchi terroristici dei mercenari wahabiti conro i campi profughi, dove i rifugiati hanno trovato per decenni accoglienza e solidarietà uniche tra tutti i protagonisti della Diaspora palestinese, tanto che la propaganda estremista, pure diffusa dagli aggressori della Siria, non ha avuto pressoché alcuna presa tra i residenti.

Un particolare appello é stato rivolto dal leader del PFLP-GC ad Hamas e ai suoi dirigenti che ultimamente hanno abbandonato Assad e l'Asse della Resistenza per schierarsi con gli emiri wahabiti del petrolio: "La liberazione della Palestina non potrà venire in alcun modo aiutata da Doha, dove viene ospitata la più grande base americana del Medio Oriente".

Tali terse e chiare parole sono un monito profondo per quanti pensano che chi apre le porte all'imperialismo Usa possa poi fare qualcosa contro l'occupazione sionista della Palestina.



Bogdanov a Beirut passa la serata ospite di Hezbollah: "La vostra credibilità é sostanziata dai vostri grandi sacrifci!"

Continua la visita libanese del Viceministro degli Esteri di Mosca Bogdanov, impegnato a rinsaldare ed estendere la rete di influenza e solidarietà russa in quella parte di Medio Oriente che si oppone attivamente ai piani imperialisti occidentali di "divide et impera", che vorrebbero usare gli stessi estremisti islamici wahabiti che 'tornano comodi' come spauracchio sul fronte interno (vedi la burattinata della Maratona di Boston) come testa d'ariete per colpire e minare gli stati dell'Asse della Resistenza.

Dopo avere incontrato come annunciato il Presidente Sleiman, lo Speaker del Parlamento Berri, il Premier incaricato Tammam Salam, Bogdanov ha conferito anche con il Ministro degli Esteri uscente Adnan Mansour e ha trascorso la serata di ieri a cena con Mohammed Raad, leader dei parlamentari di Hezbollah.

"La Repubblica Russa é pronta a cooperare con Hezbollah, un partito che ha sempre sostenuto le sue posizioni con i fatti, come testimonia la sua storia di duro lavoro e sacrificio a beneficio dell'autonomia e dell'indipendenza del Libano e che merita perciò rispetto ed ascolto".


Fuoco sionazista ferisce ragazzo palestinese nel Nord della Striscia di Gaza!

Nell'ennesimo atto di violazione della tregua siglata a fine novembre dopo il confronto militare che aveva portato i razzi della Resistenza a colpire fino ad Eilat, Dimona e Al-Quds, forze militari sioniste hanno vigliaccamente aperto il fuoco contro un giovane palestinese che si trovava bene addentro al confine dell'enclave assediata di Gaza, nella sua parte settentrionale vicino a Jabaliya nei dintorni del campo profughi.

Il ragazzo, identificato dai servizi di emergenza come Jameel Heesha, é stato colpito da più pallottole sioniste ed é stato immediatamente trasportato al più vicino pronto soccorso; secondo quanto riportato dal portavoce del Ministero della Sanitò Ashraf al-Qidra, non si troverebbe in immediato pericolo di vita ma é troppo presto per dire se potrà recuperare completamente dalle ferite subite.

Dal momento della 'tregua' le forze armate di Tel Aviv hanno ucciso quattro residenti di Gaza e ne hanno feriti oltre novanta. D'altra parte, tranne per pochi lanci di razzi in risposta alle violazioni più flagranti da parte sionista i Palestinesi hanno tenuto molta più fede alla parola data.

venerdì 26 aprile 2013

Anche Otaybah é stata liberata dai terroristi mercenari che la occupavano: definitivamente al sicuro l'aeroporto di Damasco!

Anche la cittadina di Otaybah, a oltre 20 Km dall'aeroporto internazionale di Damasco é stata completamente liberata da ogni presenza di mercenari terroristi con un'operazione accurata e professionale delle forze armate regolari siriane che hanno eliminato più di cento miliziani, pressoché interamente di cittadinanza straniera e hanno liberato edifici occupati e adibiti a laboratori per la produzione di bombe e centri di comando equipaggiati con apparecchiature elettroniche americane e israeliane.

In questa maniera anche l'ultimo bastione da cui i wahabiti criminali potevano cercare di ostacolare le operazioni dell'Aeroporto o addirittura cercare di montare una offensiva contro di esso é tornato sotto il controllo del Governo; fin dall'inizio dell'insorgenza terrorista uno degli obiettivi dei terroristi era quello di prendere possesso di un aeroporto dove fare affluire voli occidentali carichi di armi e di uomini, ma la presa delle forze regolari sugli scali aerei é sempre stata saldissima.

Intanto anche nei dintorni di Qusayr l'Esercito siriano continua ad avanzare villaggio dopo villaggio ripulendo la regione da ogni presenza wahabita nella speranza di arrivare presto a sigillare il confine col Libano. Il mese di maggio 2013 potrebbe aprirsi con la notizia di altre decisive vittorie in zone in cui nelle ultime settimane altre grandi operazioni militari sono state messe in piedi e accuratamente preparate, specialmente intorno a Daraa e Aleppo.

Bogdanov in Libano dichiara: "Mosca vuole mantenere e rafforzare la stabilità interna del Paese dei Cedri!"

Dopo l'altolà pronunciato dal Presidente Michel Sleiman contro i predicatori estremisti che fomentano e sobillano i fedeli più ingenui e influenzabili per far loro prender parte alle violenze contro il popolo siriano, un altro importante segnale arriva dal Libano dove si trova in visita il Viceministro degli Esteri di Mosca, Mikhail Bogdanov. E' stato proprio lui, parlando alla stampa locale a dichiarare che per Mosca la stabilità interna del Libano rappresenta un valore assoluto da difendere a ogni costo.

Mosca, secondo quanto ripetuto dal Viceministro, non ha nulla da guadagnare nella destabilizzazione del Paese dei Cedri (al contrario di Usa e Israele), e considera che la politica di non-intervento di Beirut nelle vicende siriane sia utile al raggiungimento di una soluzione interna che é resa più difficile dalla smania interventista di certi paesi occidentali e arabi, ansiosi di guadagnare posizioni nella regione tramite un artificioso e violento 'regime change'.

Bogdanov nella giornata di oggi sarà impegnato in incontri con il Presidente Sleiman, quindi col Presidente del Parlamento Nabih Berri di Amal, con il Premier incaricato Tammam Salam e, infine, con il Primo Ministro ad Interim Najib Mikati, che ha rassegnato le sue dimissioni alcune settimane orsono.

Il popolo irakeno premia la coalizione del Premier Al-Maliki, che vince le elezioni in nove province su dodici!!

I tentativi dei saddamiti, degli estremisti sunniti, dei qaedisti alleati coi mercenari attivi in Siria, e dei loro fomentatori e foraggiatori turchi, sauditi e qatarioti, tutti obbedienti agli ordini che arrivano da Washington e da Tel Aviv non sono infine serviti a niente, visto che, nonostante le autobombe, gli attacchi, gli atti di feroce e insensata violenza contro la popolazione, gli elettori irakeni hanno dimostrato di aver capito chi sia il vero difensore dei loro interessi, della forma democratica e dell'autonomia e indipendenza del paese, votando di nuovo in massa la coalizione del Primo Ministro Nouri al-Maliki,

La Coalizione dello Stato di Diritto, infatti, ha ottenuto chiare e nette maggioranze in nove province su dodici nelle quali l'elettorato é stato chiamato ad esprimersi e questo risultato promette benissimo in vista delle prossime elezioni politiche del 2014, dove verranno rinnovati il Parlamento e le massime cariche istituzionali del paese mesopotamico.

Il Premier si é congratulato con gli elettori per la fiducia accordata al suo schieramento, sottolineando come la lotta alle frange estremiste che ancora rimangono nel paese costituirà la prima e più urgente priorità dell'azione politica del Governo e delle amministrazioni locali testé rinnovate, in maniera che le prossime elezioni possano svolgersi nel massimo di tranquillità e sicurezza.


giovedì 25 aprile 2013

Ancora una volta Hezbollah manda un suo drone senza pilota a spasso per i cieli della Palestina occupata!

Riportiamo con entusiasmo e soddisfazione la notizia che un altro drone senza pilota del movimento di Resistenza sciita libanese Hezbollah ha violato a suo piacimento i cieli della porzione di Palestina occupata dal 1948 dall'illegale regime ebraico rilevando e trasmettendo alla base importanti informazioni.

La penetrazione e la ricongnizione di Hezbollah hanno avuto luogo intorno alla città di Haifa; quando i radar sionisti hanno rilevato la presenza dell'apparecchio la loro struttura di comando é piombata nel panico più totale causando la diramazione di ordini assurdi ed esagerati come quello che ha fatto atterrare in tutta fretta Benji Netanahu, che sorvolava il territorio palestinese in tutt'altra parte del paese.

In ultimo l'UAV di Hezbollah é stato abbattuto da un jet sionista ma ormai la sua missione sia pratica che psicologica (provare che lo spazio aereo occupato dal regime sionista non sia più inviolabile) era stati abbondantemente compiuta.


Il Presidente libanese attacca i predicatori wahabiti amici dei terroristi: "Nessuna ingerenza negli affari interni siriani!"


Il Presidente libanese Michel Sleiman ha condannato duramente e senza mezzi termini gli appelli di alcuni sedicenti (e senza dubbio autonominatisi) 'imam' wahabiti come Ahmad al-Assir e Salem al-Rafehi hanno invitato i loro seguaci a partecipare all'attacco terroristico in atto ormai da molti mesi contro il Governo della Siria e i suoi cittadini.

"Il Libano si é tenuto fuori dal coinvolgimento nelle questioni siriane, per il bene delle sue istituzioni e della sua popolazione; chiunque abbia a cuore l'armonia del nostro Paese non può in alcun modo prendere parte alle violenze che travagliano la Siria".

Ovviamente le affermazioni di Sleiman corrispondono a una mezza verità visto che una piccola minoranza di attivisti legati ai partiti politici venduti a Usa, Arabia Saudita e Israele, (quelli dell'Alleanza 14 Marzo) ha da sempre fatto attività di sostegno, finanziamento e aiuto ai terroristi in Siria, mentre salvo per la giusta e normale solidarietà politica e per la difesa dei villaggi libanesi di confine, le forze filosiriane libanesi hanno mantenuto la pace civile, rispondendo agli attacchi solo quando provocate.

Il regime ebraico di occupazione angaria e tortura due prigionieri palestinesi inasprendo il loro isolamento!

Come per un meschino, infantile e vigliacco bisogno di "compensazione" che ben si iscrive nella psicopatologia del regime sionista dopo essere state piegate e sconfitte dalla tersa e candida determinazione di Samir Issawi di immolare se necessario la propria vita tramite il digiuno a oltranza e aver dovuto acconsentire alla sua prossima liberazione le autorità carcerarie dell'occupazione ebraica hanno inasprito senza motivo o spiegazione alcuna i termini di isolamento dei detenuti politici Dirar Abu Sisi e Awad Saidi trasferendoli in strutture ancora più oppressive e disumane di quelli dove sono stati tenuti finora.

L'avvocato Mohammed Abed, dell'Associazione "Tadamoun" ha dichiarato che Dirar Abu Sisi é stato trasferito dal braccio di isolamento del carcere di Ela a quello della prigione di Eshel, dove é sottoposto a torture psicologiche; Awad Saidi invece sarebbe stato spostato dalla prigione di Ashkelon a quella di Ohli Khedar.

Abed ha spiegato che i prigionieri, che hanno passato settimane e persino mesi senza vedere persona viva o ascoltare voci umane, si trovano probabilmente sull'orlo della disassociazione psicologica e che un'azione coordinata da parte della Comunità Internazionale sarebbe necessaria per ricordare al regime ebraico come esso sia responsabile della salute e dell'integrità dei prigionieri politici palestinesi.

mercoledì 24 aprile 2013

La Repubblica iraniana dota la propria acciaieria di Isfahan del più grande impianto mediorientale per la produzione di Coke!

Mentre nella miope e debole Europa strangolata dall'abbraccio mortale con Usa e Israele e con l'asservimento dell'economia alle fisime monetariste-finanziarie gradite alla Fed e ai suoi burattinai a Sei Punte l'industria pesante viene umiliata, tagliata, svenduta e trasportata in capo al mondo per permettere ai Padroni di guadagnare di più sfruttando di più la forza Lavoro nella Repubblica Islamica dell'Iran il settore industriale nazionale viene potenziato e rafforzato, in quanto garantisce l'autonomia e l'indipendenza della Patria di fronte a qualunque minaccia di sanzione o di strangolamento internazionale.

Il prossimo mercoledì, ironicamente proprio il Primo Maggio che in Europa dovrebbe festeggiare il Lavoro (ma si perderà invece in vuote fanfaronate come il Concertone di Roma e simili) vedrà il Presidente uscente iraniano Mahmoud Ahmadinejad presente a Isfahan dove, all'interno delle strutture dell'acciaieria Mobarekh, inaugurerà il più grande impianto per la produzione di carbon coke di tutto il Medio Oriente, un gioiello di tecnologia siderurgica che 'sfornerà' oltre 900 mila tonnellate di prodotto l'anno.

Il gas combustibile prodotto dal carbone durante la lavorazione sarà interamente recuperato e bruciato per alimentare la produzione d'acciaio: il nuovo impianto darà lavoro a 481 tra operai, tecnici e supervisori e genererà "a cascata" altri 12mila posti di lavor nell'indotto. Mentre in Italia si spegnono e si smantellano gli altoforni e si licenziano i loro addetti l'Iran, benedetto dalla ricchezza di materie prime non solo petrolifere, si dota delle strutture per poterle lavorare e trasformare in proprio, senza dover chiedere niente a nessuno.

Nuove vittorie per l'Esercito di Assad nei dintorni di Qusayr, tentativo terrorista di infiltrazione dal Libano bloccato e respinto!!

La situazione é in continua evoluzione in Siria dove, proseguendo dalla liberazione di Qusayr le colonne blindate delle forze regolari sono arrivate a prendere il controllo dei centri di Kammam, Al-Saloumiye, Al-Shomariye e Al-Rahmuniiye, abbattendo dozzine di terroristi wahabiti e mettendo in fuga i loro complici superstiti, che hanno abbandonato dietro di sé numerosi arsenali di armi, munizioni e officine per la preparazione di bombe e razzi artigianali.

Intanto dal Libano, dove si aggregano sostenitori e simpatizzanti dei mercenari wahabiti sostenuti dai partiti filoamericani e filosauditi del paese, una colonna armata ha cercato di penetrare in territorio siriano attorno a Talkalakh, ma anche questa volta, come già spesso in passato, é stata intercettata e respinta dalla forze siriane che vigilavano sul confine. Quando queste forze saranno raggiunte da quelle in marcia da Qusayr verso Ovest si potrà sperare di sigillare per sempre quello che finora é stata la frontiera più porosa del paese.

Altre operazioni anti-terrorismo si sono avute negli ultimi giorni attorno a Karam al-Rasas, Ein Tama, al-Hejjeira e ad Harasta, concludendosi con l'abbattimento di dozzine di militanti armati e la scoperta e il disinnesco di un dispositivo esplosivo con una testata di ben 30 chili di tritolo, che se portato in una città avrebbe potuto uccidere decine e decine di civili inermi.

La Russia dona due milioni di dollari per sostenere e intensificare i programmi di assistenza ai profughi palestinesi!

La Repubblica russa ha donato due milioni di Dollari Usa all'UNRWA (United Nations Relief Works Agency), agenzia internazionale che si prende cura dei cinque milioni di profughi palestinesi sparsi tra Palestina e paesi circostanti del Medio Oriente in attesa che possano esercitare il loro Diritto al Ritorno.

In una dichiarazione stampa di ringraziamento l'INRWA ha comunicato che la generosa donazione sarà utilizzata per sostenere i programmi di educazione, sanità e promozione sociale offerti al suo bacino di utenza; l'ambasciatore russo presso Ramallah, Aleksandr Rudakov, ha detto che, dipendendo le vite e il benessere di milioni di Palestinesi dei campi profughi dai programmi di assistenza dell'UNRWA la donazione russa é solo un piccolo incentivo a continuare e migliorare il suo lavoro e potrebbe venire replicata e aumentata in futuro.


Monito di Nabih Berri ai politici libanesi: "Illusi quelli che pensano di poter votare nel 2013 con la legge elettorale degli anni '60!"

Mentre gli sforzi del Premier incaricato dal Presidente Sleiman, Tammam Salam, per la rapida formazione di un nuovo Governo, sembrano avere incontrato ostacoli e rallentamenti imprevisti, il Presidente del Parlamento Nabih Berri, 'guarda avanti' a quello che sarà il principale compito della nuova compagine di Governo, la modifica della legge elettorale in vista delle consultazioni politiche previste per la fine dell'anno.

Berri, visto il rallentamento nella procedura di formazione del Governo, ha sottolineato l'opportunità di chiamare nuovamente a riunirsi la Commissione Interparlamentare incaricata di studiare alternative alla legge elettorale attuale (risalente agli anni '60 e non più rappresentativa della situazione politico/etnico/confessionale presente nel paese).

Berri ha motivato la sua richiesta osservando che a suo dire esistono ancora margini di manovra per trovare un accordo alternativo che, se non verrà raggiunto, vedrà i sostenitori della legge puramente proporzionale e i partigiani della vecchia legge degli anni '60 scontrarsi frontalmente.

"Ma non sperino, i sostenitori della vecchia legge elettorale" ha chiosato Berri "Di poter andare di nuovo alle urne con essa; tale speranza é destinata a rimanere nel reame dei sogni e delle illusioni".

martedì 23 aprile 2013

Vittoria! Samir Issawi ottiene di venire liberato dopo mesi di lotta e di sciopero della fame a oltranza!

"Non esiste arma nell'arsenale repressivo del regime di occupazione sionista della Palestina che possa piegare la determinazione di un combattente palestinese che abbia deciso di non arrendersi". Nulla meglio che una parafrasi delle storiche parole di Bobby Sands può commentare la lieta, attesa notizia della vittoria della pazienza, del coraggio e dello spirito di sacrificio di Samir Issawi, militante 32enne, che ha smesso di ingerire ogni tipo di cibo solido otto mesi fa.

Nonostante l'idratazione e l'iniezione di vitamine, con ogni probabilità Issawi si é procurato gravi danni alla salute con questo lunghissimo sciopero della fame e tuttavia si é sempre dichiarato prontissimo a portarlo avanti fino alle estreme conseguenze nel caso che non fosse riuscito a convincere il regime ebraico a rilasciarlo.

Liberato nell'autunno 2011 insieme ad altre centinaia di detenuti politici in cambio del rilascio dell'Ebreo francese Gilad Schalit Issawi era poi stato ri-arrestato illegalmente da forze israeliane che avevano accampato scuse poco credibili per motivare il loro gesto provocatorio.

Bomba a Tripoli contro l'ambasciata di Francia: lo sputo lanciato in cielo da Sarkò torna giù nell'occhio di Hollande!

Era da poco arrivato il sole a rischiarare il martedì mattino di Tripoli, quando una carica esplosiva celata in un'auto parcheggiata sul marciapiede é detonata causando gravissimi danni alla recinzione del complesso e ferendo due uomini della 'security', uno in maniera piuttosto grave.

La deflagrazione, che é risuonata in tutto il quartiere di Gargaresh, ha demolito le auto circostanti e abbattuto una vasta sezione di muro; totalmente 'lunare' il primo comunicato arrivato dall'Eliseo, nel quale il Presidente Hollande si aspetterebbe che "Le autorità libiche facciano piena luce su quanto accaduto".

Ma caro Hollande, sei stato tu, d'accordo col tuo predecessore Sarkozy, ad assicurarti che le uniche 'autorità libiche' in grado di mantenere il controllo sul paese venissero affossate e destituite da una mandria di barbuti armati che prontamente hanno trasformato la Repubblica Araba Socialista libica in un mosaico di feudi occupati da milizie.

Chi é causa del suo mal, Monsieur le President, pianga sé stesso: lo sputo lanciato in aria dal suo predecessore le é finito nell'occhio, deve solo ringraziare che chi ha collocato la bomba non abbia deciso poi di entrare nell'ambasciata a "finire il lavoro" come é stato fatto nel caso del console americano di Bengasi.

Dopo le violenze del fine settimana arrivano le dimissioni del Ministro della Giustizia egiziano!

Dopo i gravi scontri del week-end, che soltanto per un miracolo non si sono trasformati in una carneficina, concludendosi con un bilancio di oltre ottanta feriti di cui una dozzina piuttosto gravi, il Ministro della Giustizia Ahmed Mekky ha inviato la propria lettera di dimissioni, non al capo dell'Esecutivo Qandil (come ci si sarebbe aspettati) ma direttamente al Presidente Mohammed Mursi.

Nella missiva Mekky si augura che le proprie dimissioni possano essere utili nella prospettiva di un abbassamento delle tensioni polemiche che sono state alla base dei torbidi dei giorni scorsi; Mursi, nel frattempo aveva annunciato ai media di avere in cantiere una "profonda riforma" degli organi giudiziari egiziani, da più parti considerati un vero e proprio 'bastione' di personalità legate al vecchio regime di Mubarak.

"Riforme e cambiamenti saranno guidati dalla necessità di fare il meglio per i desideri e i bisogni della cittadinanza; l'obiettivo sarà di venire incontro alle richieste della popolazione". Ha chiosato il Capo dello Stato, parlando ai microfoni dei media nazionali.

lunedì 22 aprile 2013

Cristiano Ronaldo rifiuta lo scambio di maglia a giocatore sionista: "Non posso accettare il simbolo di uno Stato assassino!"

Sempre più grande, entusiasmante e ammirevole il comportamento della stella del Real Madrid Cristiano Ronaldo che, dopo avere venduto la propria 'Scarpa d'Oro' devolvendo il ricavato a favore delle vittime Palestinesi dei bombardamenti sionisti su Gaza ha compiuto un altro gesto altamente simbolico subito dopo la conclusione dell'incontro Portogallo-Israele valevole per le qualificazioni FIFA alla coppa del mondo del 2014.

Dopo il termine dell'incontro, avvicinato da un giocatore della formazione sionista che voleva scambiare la maglietta con la sua, Ronaldo ha cortesemente ma fermamente declinato. Interrogato in merito dalla stampa negli spogliatoi ha chiaramente e limpidamente dichiarato che, pur non avendo niente contro il giocatore in questione, non può accettare una maglia decorata coi simboli di uno Stato razzista e assassino.

Il comportamento di Cristiano Ronaldo, come già altri che abbiamo avuto il piacere di riportare in passato, dimostra come anche nel mondo dorato delle stelle della pedata, possa comunque esistere la coscienza e la consapevolezza, se non proprio 'politica', quantomeno umana e morale dei crimini e dell'inaccettabilità della condotta israeliana. Se solo l'esempio del campione 'merengue' fosse imitato da tutti i suoi colleghi e, soprattutto, dai dirigenti della FIFA, la nazionale israeliana sarebbe già sotto l'embargo sportivo che giustamente toccava il suo alleato, il Sudafrica razzista, negli anni '70 e '80.

Il comandante della flotta russa ferma a Bandar Abbas incontrerà i vertici della Marina Iraniana!

Riceviamo la notizia che, nel corso della sua sosta di cortesia e di avvicinamento politico-strategico nel porto iraniano di Bandar Abbas, il comandante della flotta da combattimento russa dispacciata dal Pacifico verso il Mediterraneo Orientale e le coste della Siria, utilizzerà il suo tempo per incontrare una delegazione "di altissimo livello" della Marina di Teheran che con ogni probabilità sarà guidata dal Comandante in Capo dell'IRIN, Contrammiraglio Habibollah Sayyari.

Con cinque navi e complessivi 712 uomini di equipaggio la task force russa rappresenta la più grande forza da combattimento di Mosca che sia mai entrata in un porto dell'Iran, paese che sotto il giogo del burattino filo-Usa e filosionista Palhevi era totalmente asservito ai desideri dell'Occidente e subito dopo la Rivoluzione Islamica covava tanta animostià contro Mosca che contro Washington.

Adesso i flutti della situazione geopolitica mondiale hanno sospinto Teheran e Mosca vicine; per sapere quanto vicine possano diventare seguire da vicino i prossimi sviluppi dei rapporti bilaterali, soprattutto dopo le incipienti elezioni presidenziali iraniane.

L'Esercito di Assad si muove da Qusayr verso il Libano! Sequestrati enormi carichi di armi nella Provincia di Idlib!

Ancora ottime notizie per tutti gli amici del Governo e del Popolo siriano, che, grazie alla tenacia, alla professionalità, al coraggio e allo spirito di sacrificio delle forze armate nazionali, stanno vedendo la loro causa guadagnare sempre più vittorie a danno dei mercenari terroristi wahabiti ancora presenti nel paese.

Dopo la recente, brillante operazione che ha portato alla liberazione di Wadi Def e Hadamiya, dopo la presa di Babulin, le colonne siriane si sono spinte fino al centro abitato di Qusayr, lo hanno messo in sicurezza e quindi si sono messe a liberare i villaggi di Al-Radwanieh, Al-Saadieh, Al-Burhanieh, Al-Mansourieh e Al-Sukmanieh, il cui controllo é necessario per poter saldamente controllare il confine col Libano. Mentre ciò accadeva un tentativo di 'alleggerimento' dei terroristi che hanno cercato di montare un attacco verso la base aerea di Dabaa, é fallito completamente, concludendosi con la fuga precipitosa dei pochi superstiti della 'task force' incaricata della missione.
Contemporaneamente squadre di artificieri trovavano e disinnescavano quattro bombe capaci di ben 50 kg. di esplosivo ciascuna vicino alla moschea di Khan al-Shih, 25 Km a Sud di Damasco. E' probabile che una cellula terrorista distrutta nelle ultime settimane le avesse preparate per qualche atto intimidatorio contro la capitale, ma non sia mai riuscita a usarle.

Nella Provincia di Idlib, intanto un grande carico di armi e munizioni provenienti dalla Turchia e destinate alle formazioni superstiti della 'Brigata Tawhid' (organizzazione filoturca gravemente danneggiata dalla faida interna contro Al-Nusra e Al-Qaeda) é stato intercettato e catturato nel corso del week-end.

Un secondo carico di armi, non meno imponente del primo, é caduto in mano agli uomini dell'Esercito proprio all'alba di stamane, dopo una serie di vittoriose schermaglie nei villaggi di
Al-Janoudia, Al-Hamama e Al-Yaqoupia, tutte conclusesi con la resa e la cattura dei miliziani estremisti al soldo di Ankara.

A Riyadh "salta" il Viceministro della Difesa Principe Khaled: continuano manovre e 'pugnalate' in vista della successione!


A Riyadh é stato giubilato il Viceministro della Difesa Principe Khaled bin Sultan bin Abdulaziz a causa dell'astio e del risentimento che provava verso il suo diretto superiore, il Ministro della Difesa Principe Salman.

Secondo quanto relato dall'agenzia stampa ufficiale saudita, la SPA, Re Abdullah (o chiunque prenda le decisioni per lui, vista la sua incipiente senilità), ha nominato l'ex Comandante della Marina Saudita, Principe Fahd bin Abdullah bin Mohammed, in luogo di Khaled.

Nominato Viceministro della Difesa nel novembre del 2011, poco dopo la morte del padre Principe Sultan ben Abdulaziz (che amministrava proprio quel dicastero), il Principe Khaled non aveva fatto mistero di aspirare proprio alla carica del padre, ma si era visto "superare" da Principe Salman, verso il quale aveva iniziato una sorda ma intensa campagna di vociferazione e sabotaggio.

Come risultato dei propri sforzi si é visto privare anche del ruolo di 'seconda banana'. Alla corrotta corte di Riyadh manovre e 'pugnalate' alle spalle sono sempre più intense e frequenti per la necessità di prepararsi alla successione del vecchissimo e malato Re Abdullah.

domenica 21 aprile 2013

Mursi: "La riapertura dei rapporti diplomatici con l'Iran é una legittima scelta egiziana che non minaccia nessuno!"

Nonostante i gravi torbidi che lo scorso venerdì hanno scosso la capitale egiziana e altre città del Paese delle Piramidi ci troviamo oggi a registrare un'affermazione del Presidente Mohamed Mursi che, inaspettatamente, dobbiamo collocare tra le migliori e più felici dimostrazioni di autonomia (quantomeno d'intenti) rilasciate fin dal momento del suo insediamento al vertice dello Stato.

Certo, essa può parere in contraddizione con l'atteggiamento fin qui tenuto da lui e dal suo movimento politico di riferimento nei confronti degli Usa, di Israele, dell'IMF e della Banca Mondiale, e soprattutto verso la Striscia di Gaza assediata e verso l'Asse della Resistenza, eppure, con l'inguaribile ottimismo che ci contraddistingue, non possiamo fare a meno di sperare, di augurarci, che ad essa possano seguire nuove e più determinate prese di posizione.

Parlando ai rappresentanti della stampa Mursi ha difeso il 'disgelo' politico-diplomatico verso Teheran illustrando come, essendo la Repubblica Islamica una delle principali potenze musulmane del mondo, é soltanto legittimo per l'Egitto post-Mubarak intrattenere rapporti e dialogo con la sua dirigenza, contatti che potrebbero benissimo espandersi con accordi bilaterali nei campi più diversi.

Fino ad adesso Mursi si é recato in Iran per presenziare al vertice dei Paesi non Allineati e ha ricevuto al Cairo il Presidente Ahmadinejad. Moltissimi Egiziani, anche tra coloro che hanno sostenuto elettoralmente Mursi e l'Ikhwan musulmana sperano che nel futuro dell'Egitto possa esserci un'autonomia diplomatica e politica che avvicini il Cairo più alla Repubblica Islamica che non alle capitali degli emirati petroliferi succubi di Washington e Tel Aviv.


A Gerusalemme occupata gli sgherri di israhell usano un prigioniero ammanettato come scudo umano!

Per anni e anni i tromboni dell'Hasbara sionista, corifei prezzolato della Lobby a Sei Punte che inquina e appesta i mezzi di comunicazione occidentali hanno ragliato e lagnato 'ad nauseam' su come, nella loro coraggiosa lotta di liberazione nazionale, i combattenti palestinesi a loro dire si "nascondevano tra i civili" (come se i Partigiani, i Vietcong, i guerriglieri di ogni segno e colore in tutta la Storia abbiano mai fatto alcunché di diverso per potersi confrontare con eserciti occupanti regolari armati ed equipaggiati di tutto punto), reclamando un assurdo "primato morale" che avrebbe dovuto beneficiare gli aguzzini in anfibi e Stella di Davide.
 
Poi, piano, piano, grazie all'opera di informazione indipendente permessa dalla rete informatica, testimonianze e prove hanno cominciato ad emergere riguardo all'esatto opposto: ancora una volta, come quasi sempre, era il bue a dare del cornuto all'asino: chi usava prigionieri come 'battistrada' durante i suoi raid e le sue incursioni tanto a Gaza quanto nei territori illegalmente occupati di Cisgiordania erano proprio gli invasori sionisti.

Adesso, grazie a questo eccezionale video che presentiamo grazie agli sforzi di una associazione britannica di solidarietà con la Palestina, e che é stato prontissimamente ripreso anche dai colleghi dell'iraniana PressTV, mostriamo come, ad Al-Quds occupata, un ragazzo palestinese ammanettato venga preso da un fuoristrada sionista e spinto davanti alla pattuglia di militari occupanti, a scoraggiare eventuali cecchini dall'aprire il fuoco su di loro.

L'ipocrisia arrogante di Sion ancora una volta smascherata e sconfitta dall'impegno di pochi uomini liberi: guardate, scolpite queste immagini nelle menti e nei cuori e tenetele presenti se un domani qualche sicofante Hasbaritico dovesse ripetere la trita menzogna degli 'scudi umani'

Flotta russa in viaggio per la Siria fa scalo al porto iraniano di Bandar Abbas!

Come avevamo già annunciato a suo tempo, per esplicito ordine del Presidente Putin un sostanzioso contingente di navi da guerra della Flotta russa del Pacifico ha puntato la prua verso il Mediterraneo Orientale, proprio davanti alle coste della Siria, dove andrà a costituire uno speciale squadrone da combattimento incaricato di sorvegliare le coste del paese arabo e garantire gli interessi di Mosca nell'area.

Avendo già coperto più di metà del lunghissimo tragitto da Vladivostok a Tartous in pochi giorni di navigazione le navi russe si sono concesse una sosta nel porto iraniano di Bandar Abbas ripetendo una visita di cortesia di cui già si era avuto un esempio a fine 2012.

La squadra navale russa che ha calato l'ancora a Bandar Abbas comprende il vascello antisom "Ammiraglio Panteleyev", le navi da sbarco "Ammiraglio Nevelsky" e "Peresvet", la nave-soccorso "Foty Krylov" e la nave cisterna "Pechenga". Solamente alcuni anni fa l'idea di navi russe che attraccassero in un porto iraniano era confinata nel campo della fantapolitica ma con le mosse provocatorie e destabilizzanti dell'Occidente imperialista i rapporti tra Mosca e l'Asse della Resistenza si fanno sempre più stretti.