sabato 10 novembre 2012

Lo stato-fallito voluto da Sion colpito da una devastante epidemia di epatite!

Più volte abbiamo portato all'attenzione dei nostri lettori le tribolazioni del Sud-Sudan: terra disgraziata dove accurate campagne di terrorismo mediatico orchestrate dai burattinai sionisti dell'informazione, aiutati dalle imbecilli 'star' di Hollywood, hanno imposto la crudele dittatura filoisraliana del sanguinario Salva Kiir, pagliaccio che va in giro vestito da cowboy e che preferisce aggredire e provocare il Sudan indipendente e svendere le risorse naturali del suo paese alle compagnie controllate dal Ministero della Guerra del regime ebraico piuttosto che occuparsi dei problemi contingenti del popolo.

Il Sud-Sudan é uno 'stato fallito' dove le varie tribù e clan si affrontano in stragi etniche che sono costate finora decine di migliaia di morti, mentre nella sua reggia il corrotto satrapo Kiir si dà a orge e festini che hanno suscitato lo sdegno della stampa locale, prontamente intimidita con arresti e torture; a questo scenario medioevale si accompagna ora un'epidemia di epatite che finora ha colpito più di mille persone tra le masse di abitanti delle province dell'Alto Nilo e di Unity. Carestia, Guerra, Pestilenza e Morte, al dittatore di Juba, Idi Amin del terzo millenio, bisognerebbe riservare il titolo di "Cavaliere dell'Apocalisse!".
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Boicotta! Disinvesti! Sanziona! Proteste a Roma contro il corpo di ballo sionazista dell'Hasbara!

Presidio a Roma, venerdì 9 novembre dalle 19,30 alle 21,30 presso i Giardini di Castel S. Angelo Le proteste in Italia sono in contemporanea con le proteste della campagna britannica "Don't Dance with Israeli Apartheid".

A Roma l’8 ed il 9 novembre alle ore 20.30 all’Auditorium di Santa Cecilia in Via della Conciliazione si esibirà, con il patrocinio dell’ambasciata israeliana in Italia, la compagnia israeliana di ballo Batsheva. Ovunque si è esibita, a New York, San Francisco, Los Angeles, Chicago, Londra e Edimburgo, Batsheva è stata fortemente contestata dagli attivisti e dalle attiviste della Campagna Internazionale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni), perché  

Batsheva fa parte di 'Brand Israel',

cioè della campagna lanciata e finanziata dal governo israeliano, dopo tre anni di consultazioni con esperti di marketing statunitensi, per costruire un immagine di Israele come di un paese altamente civile, che primeggia nei campi dell’arte, della scienza e dello sport. "Mostrare il volto più bello di Israele" (ma ne esiste uno? NdR) per nascondere la vergogna di un’occupazione brutale che si regge sull’apartheid e la tortura: questo è l’intendimento di Brand Israel. Batsheva, come tutte le attività di Brand Israel, mira a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dalle gravi violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale di cui il governo israeliano si macchia quotidianamente.
Nonostante da anni lettere aperte chiedono a Batsheva di tagliare con Brand Israel, di rifiutare finanziamenti dal governo israeliano e di dichiararsi contro le violazioni dei diritti dei palestinesi, Batsheva continua a prestarsi come ambasciatore culturale dell’Apartheid israeliana.

L’Arte, come la Scienza e lo Sport, quando si pongono al servizio dell’oppressione di un popolo, della pulizia etnica, dell’Apartheid e si fanno complici di un’occupazione militare che si protrae da decenni in dispregio di innumerevoli risoluzioni dell’ONU, vanno contestati e boicottati.

Nessuno si faccia ingannare dalla grazia delle danze. L’occupazione israeliana non ha alcuna grazia né bellezza: è assolutamente brutale!

La campagna di BDS lanciata dalla società civile palestinese è un mezzo di lotta efficace e nonviolento con il quale si può sostenere la resistenza del popolo palestinese che rivendica il diritto di vivere in libertà sulla propria terra.

Boicottare Batsheva è un dovere di chiunque si batte per il diritto affianco a chi lotta contro l’oppressione!!!
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venerdì 9 novembre 2012

Sukhoi-25 dell'IRIAF mettono in fuga coi loro cannoncini un drone statunitense che puntava verso lo spazio aereo iraniano!

Un apparecchio Sukhoi-25 appartenente alle forze aeree della Repubblica Islamica ha intercettato un drone americano MQ-1 lo scorso primo di Novembre alle cinque meno dieci antimeridiane (ora locale), mentre cercava di penetrare lo spazio aereo iraniano. Stabilito contatto visivo e identificato il velivolo il pilota del Sukhoi ha lasciato andare alcune raffiche di cannoncino al suo indirizzo, mancandolo intenzionalmente e causando il suo immediato disingaggio e il cambio della rotta che lo ha allontanato dai cieli iraniani.

Adesso, oltre una settimana dopo l'evento, un portavoce del Pentagono ha ammesso la fallita penetrazione dello spazio aereo di Teheran; confermando come l'amministrazione Usa stia costantemente ingaggiando provocazioni e impegnandosi in condotta minacciosa e destabilizzante nella regione del Golfo Persico.

Teheran attraverso l'ambasciata svizzera (che fa da tramite verso Washington dopo la cacciata di tutto il personale Usa dal paese dopo il 1980) ha chiarito agli Americani che avrebbe potuto benissimo abbattere il drone e recuperarne il relitto, causando alla Casa Bianca l'ennesimo imbarazzo dopo la cattura, quasi dodici mesi fa, del velivolo 'stealth' RQ-170.
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Undicenne massacrato a Khan Younis! Ma Mishaal e Marzouk sono troppo impegnati a collaborare coi terroristi in Siria!

Hmeid Daqqa era un bambino palestinese alle soglie dell'adolescenza; "era" perché a causa di una raffica di proiettili anticarro sparatagli contro da un AH-64 sionazista, venduto al regime ebraico di occupazione dal servizievole cameriere negro Obama, ha smesso di respirare per sempre: ennesimo sacrificio di sangue al Moloch di Tel Aviv.
Come si può immaginare i suoi funerali si sono trasformati in una dimostrazione di rabbia, in una promessa di vendetta; ma sembra che ultimamente il Governo di Hamas che risponde ai pochi dirigenti corrotti vendutisi ai petrodollari sauditi e qatarioti non abbiano soverchie energie da dedicare alla Resistenza armata a Gaza: infatti i traditori Mishaal e Marzouk sono impegnati a organizzare una milizia filo-wahabita da sguinzagliare in Siria a fianco dei mercenari qaedisti foraggiati da Doha e Riyadh e sostenuti da Recep Erdogan.

Peccato che i Palestinesi residenti in Siria siano di tutt'altre idee, essendo in larghissima maggioranza fedeli al Governo del Presidente Assad da cui (così come in precedenza da suo padre) hanno ricevuto ospitalità, occasioni di riscatto, avanzamento sociale e miglioramento delle loro condizioni (caso più unico che raro in tutto il Medio Oriente).
In particolare il PFLP-GC di Ahmed Jibril si é finora distinto nell'operazione di rastrellamento e 'pulizia' dei campi profughi palestinesi in Siria da ogni presenza wahabita, indigena o impiantata. Chi ha ricevuto la generosità di Damasco e ha un onore e una parola non può che sostenere l'eroica lotta del popolo siriano contro ogni provocatore mercenario!




  
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Il Presidente sudanese Omar Bashir dichiara: "Israele é il nostro nemico numero uno!"

Nel corso di una breve trasferta all'estero per sottoporsi a una minore terapia medica il Presidente sudanese Omar al-Bashir ha dichiarato ai giornalisti locali e regionali che il Sudan considera il regime ebraico israeliano suo giurato nemico, il suo nemico numero uno e che continuerà a considerarlo tale anche nel prossimo, prevedibile futuro.

Soltanto pochi giorni fa aeroplani sionazisti hanno bombardato proditoriamente la fabbrica Yarmouk presso Khartoum, causando danni materiali e la morte di due persone nell'incendio risultato dal vigliacco attacco aereo.

E' praticamente certo che diversi paesi arabi, marionette degli interessi imperialisti americani e sionisti, abbiano consentito ai jet di Tel Aviv di sorvolare il loro spazio aereo per permettere l'attacco a tradimento.
In risposta alla provocazione sionazista l'Iran ha inviato la propria 22esima Flottiglia Navale a Port Sudan in segno di solidarietà col Governo e il popolo sudanese.
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Migliaia di sciiti si riuniscono a Qatif per commemorare i loro fratelli vittime del corrotto regime di Al-Saoud!

Un anno fa gli scherani del regime di Riyadh massacrarono quattordici persone reprimendo una pacifica manifestazione per le Riforme e la Democrazia a Qatif, capoluogo delle province orientali saudite, abitate dalla minoranza sciita che viene costantemente oppressa politicamente, socialmente ed economicamente dalla cleptocrazia di Casa Saoud.

La manifestazione di ieri ha costituito un enorme atto di coraggio da parte degli Sciiti, che hanno sfidato l'interdetto minaccioso pronunciato dal boia saudita Ministro degli Interni che aveva proibito ogni raduno di civili sotto pena delle più atroci rappresaglie, ma il desiderio di fare sentire la propria voce e di chiedere il rilascio delle migliaia e migliaia di detenuti politici (tra cui il coraggioso chierico Sceicco Nimr al-Nimr) é stato più forte di qualunque minaccia.
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giovedì 8 novembre 2012

Assad su RussiaToday: "Non sono un burattino, sono il Presidente della Siria e la proteggerò e difenderò fino all'ultimo!"

In una esclusiva intervista al canale satellitare RUSSIA TODAY il Presidente siriano Assad ha elaborato a lungo sulla complessa situazione del suo paese, dove, nonostante la determinazione del Governo e l'eroismo delle forze armate, l'insorgenza wahabita dei mercenari infiltrati da Usa, Turchia, Arabia Saudita e Qatar non é ancora domata per via delle valanghe di denaro che i satrapi del petrolio e i loro burattinai imperialisti e sionisti stanno riversando a suo favore.

"La Siria é un bastione di laicità, tolleranza, progresso e stabilità nella regione; non possiamo permettere che tutto questo venga distrutto da pochi estremisti prezzolati", ha dichiarato il Presidente alla sua intervistatrice, aggiungendo: "Io non sono un burattino dell'Occidente o di altre potenze, non ho referenti a cui fare rapporto, manovratori da compiacere; il mio unico referente é la Siria e il suo Popolo, i miei soli padroni sono i Siriani, cui devo rendere conto delle mie azioni e soddisfare e compiacere con la mia condotta. Ho intenzione di continuare a farlo, di vivere in Siria e morire in Siria".
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Hezbollah replica alle speciose accuse dei lacché di Al-Khalifa: "Nessuna nostra presenza in Bahrein!"

Una delle rozze maniere con cui i servitori dell'imperialismo americano e del sionismo internazionale cercano di rinsaldare l'influenza dei loro padroni nel Medio Oriente scosso dai fremiti del Risveglio Musulmano e dell'Emancipazione degli Oppressi attraverso la Resistenza é quella di 'settarizzare' i conflitti in maniera da frammentare il fronte del riscatto e destabilizzare i paesi in via di liberazione.

Nel Bahrein del macellaio Al-Khalifa, i cui stessi figli 'rampolli reali' prendono parte alle enormità inflitte ai militanti per la riforma e la Democrazia, questa tattica si esplica con l'accusa agli sciiti (maggioranza del paese) di agire per conto dell'Iran e la pretesa che il Movimento Hezbollah abbia organizzato esplosioni e attentati nel paese, in realtà opera degli stessi servizi segreti reali.

Ancora una volta, circa un anno dopo le prime accuse in merito, l'ufficio comunicazione di Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione ufficiale per smentire ogni collegamento con gli eventi Bahreini, in cui pure si saluta il riscatto e la determinazione a raggiungere la Libertà e la Democrazia da parte di un popolo fin troppo martirizzato dai plutocrati petroliferi sunniti, leccapiedi di Washington e Tel Aviv.
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Le forze di Assad sequestrano le sedi di Hamas, dove per tredici anni ha vissuto il traditore Mishaal!

Per tredici anni Khaled Mishaal ha vissuto a Damasco, per tredici anni ha goduto dei vantaggi dell'ospitalità di Assad, per tredici anni ha ricevuto la protezione dei servizi segreti siriani. Per tutto questo periodo la Siria senza nessun tornaconto se non il prestigio di confermarsi sostenitrice 'senza se e e senza ma' della Causa Palestinese ha inviato denaro, aiuti, armi alla Resistenza di Hamas.

Hamas é un'organizzazione religiosa di stampo sunnita; la Siria un regime socialista laico, ma ad Assad non importava imporre la sua visione politica ai Palestinesi, lui voleva solo aiutarli, reputando i Palestinesi adulti e maturi abbastanza da scegliere per sé l'organizzazione ideologica, culturale e politica più adatta alle loro esigenze.

Adesso con un tradimento schifoso Mishaal e pochi altri dirigenti di Hamas hanno accettato i denari sauditi e qatarioti e si sono schierati con la feccia terrorista del rattume wahabita importato in Siria da Turchi, CIA, Mossad e politicanti del '14 Marzo' libanese. Per evitare che Hamas usasse le sedi e le strutture ancora presenti in Siria per aiutare il terrorismo assassino le forze di Assad hanno sequestrato ogni immobile, ogni ufficio, ogni veicolo precedentemente nelle disponibilità del movimento palestinese.

Un'ottima notizia che dimostra come non si possa impunemente abusare della generosità siriana.
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Ex-ministro georgiano, noto filosionista, arrestato per torture e stupri in prigione: Tiblis ha imparato bene i metodi israeliani!

Nella giornata di ieri il Procuratore Archil Kbilashvili ha annucniato l'arresto di Bachana Akhalaia, ex Ministro della Difesa ed ex Ministro degli Interni georgiano, nell'ambito dell'inchiesta scatenata dall'emersione di testimonianze video di gravissimi abusi commessi nelle prigioni del paese: torture, sevizie, stupri e altri abusi degni delle galere di Pinochet, di Guantanamo, Abu Ghraib e Tel Aviv.
Il riferimento al regime ebraico di occupazione della Palestina non é causale visto che Akhalaia fa parte della nutritissima schiera di politicanti "A Sei Punte" che dopo la "rivoluzione colorata" che cacciò il legittimo presidente Shevarnadze si sono impadroniti del paese per conto della CIA, di George Soros e del Governo Israeliano, intenzionato a fare della Repubblica già sovietica il suo baluardo anti-russo e anti-iraniano nel Caucaso.

Come il Mossad istruiva negli anni '60 e '70 i torturatori e gli aguzzini di Reza Palhevi nelle tecniche di sevizia apprese dalla CIA (che le aveva imparate dai nazisti), celebre quella del clistere di olio bollente praticato agli oppositori politici, é chiaro che Akhalaia non ha fatto altro che far applicare nelle galere di Tiblis quanto quotidianamente viene inferto e inflitto dai sionazisti ai prigionieri politici palestinesi a Naqab, nel Negev, a Damon e a Maasiyahu.


Nominato nell'Esecutivo guidato dal sionista Vano Merabishvili subito dopo la memorabile batosta della guerra dell'estate 2008 scatenata contro la Russia (in cui tutti gli equipaggiamenti e gli addestramenti americani e israeliani vennero surclassati dalla violenta e precisa risposta di Mosca) Akhalaia ha ricoperto due incarichi di massima importanza prima e dopo un rimpasto estivo avvenuto lo scorso luglio, passando da Ministro della Difesa (carica che ha ricoperto per ben tre anni) a responsabile degli Interni (dimettendosi lo scorso settembre in seguito all'emersione dei filmati raccapriccianti).
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mercoledì 7 novembre 2012

Rivoltante! In Barhein i figli del tiranno sunnita Al-Khalifa torturano personalmente gli attivisti per i Diritti Umani!

Mentre gli idioti e gli illusi del pianeta battono le mani per la rielezione di 'Obanana' al ritmo imposto loro dai media asserviti alla lobby sionista internazionale in Barhein, l'Isola delle Perle insanguinata dalla repressione della monarchia Al-Khalifa, amica di Usa e Israele e perciò immune agli "alti standard" etico-morali che l'inquilino nero della Casa Bianga e la sua 'Malvagia Strega dell'Ovest' vorrebbero imporre a suon di bombe in Siria, Iran e altri paesi indipendenti e resistenti si toccano vette di abiezione perversa che non sfigurerebbero tra le sadiche inquadrature di "Salò" o le pagine del "Jardin des Tortures".

E' stata recentemente pubblicata da Al-Manar la notizia che persino i figli del tiranno sunnita di Manama, Nasser bin Hamad Al-Khalifa, Khalid bin Hamad Al-khalifa Nora bint Ibrahim Al-Khalifa e Khalifa bin ahmad Al-Khalifa prenderebbero parte personalmente alle torture e alle sevizie inflitte ai cittadini rimasti vittime dei rapimenti e delle "sparizioni" con cui il regime cerca di seminare il terrore tra le fila degli attivisti per la cacciata del monarca, l'instaurazione di una Repubblica e l'applicazione della Democrazia.

Intanto, per sempre meglio vessare i latori delle istanze di riforma e democratizzazione del paese, il sovrano sanguinario ha deciso, insieme ai suoi cortigiani e sicofanti, di togliere la cittadinanza a 31 esponenti dell'opposizione, riducendoli allo Stato di apolidi. Vittime del provvedimento vigliacco e arbitrario sono stati, tra gli altri, i fratelli Jalal e Jawad Farooz, esponenti del partito di opposizione Al-Wafaq.
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Nuovi successi dell'Esercito siriano nella lotta contro i mercenari wahabiti: vittorie a Kfar Hamra, Harasta e Mouazafin!

Forze dell'Esercito siriano hanno continuato anche nelle ultime ore a infliggere sconfitte su sconfitte ai mercenari dell'internazionale wahabita scatenata contro il Popolo e il Governo del Presidente Assad, che tuttavia possono contare sulla profonda solidarietà internazionale (politica, ma anche militare) dell'Asse della Resistenza e sul coraggio e l'eroismo di uno degli apparati militari più efficienti del Medio Oriente.

Vicino allo stabilimento Al-Bawari, presso Kfar Naha, nella Provincia di Aleppo, alcune decine di qaedisti armati sono stati abbattuti dalle truppe regolari; molti altri terroristi sono caduti vittime dell'Esercito quando un loro covo a Dir Hafer (sempre vicino Aleppo) é stato circondato e assaltato, l'operazione si é conclusa con la morte di tutti i criminali. Altri scontri favorevolmente risolti dalle forze dell'ordine si sono avuti ad Al-Lermon, Al-Kalasa e a Sheik Said, sempre nei dintorni della metropoli del Nord, mentre artificieri dell'Esercito hanno individuato e disinnescato una minacciosa autobomba ad Al-Tadamon, presso la capitale Damasco.

Ad Harasta, attorno alla capitale, un gruppo di mercenari estremisti é stato circondato e distrutto mentre ad Al-Mouazafin, nei pressi di Deir Ezzour, nell'Est del paese, un altro covo di criminali con annesso arsenale di armi ed esplosivi é stato scoperto e neutralizzato.
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Coccodrillo di 170 cm catturato a Beit Lahiya nella Striscia di Gaza

Non sarà stato albino come i "cugini" che la leggenda urbana vuole vivano nel sottosuolo di New York, ma il coccodrillo catturato di recente dalle forze di polizia di Gaza presso gli scarichi fognari di Beit Lahiya con il suo metro e settanta di lunghezza fa certamente un po' di impressione.
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martedì 6 novembre 2012

Ali Akbar Salehi denuncia: "Diversi paesi arabi complici del Regime ebraico nell'attacco a Khartoum!"

Con una dichiarazione che ha scioccato non pochi analisti e osservatori di cose mediorientali e internazionali il Ministro degli Esteri della Repubblica Islamica, Ali Akbar Salehi, ha coraggiosamente affermato che "almeno cinque" paesi sono stati complici dell'attacco aereo sionista contro il Sudan libero e indipendente, risultato nel grave danneggiamento della fabbrica 'Yarmouk', avendo concesso agli apparecchi-pirata del regime ebraico di attraversare il loro spazio aereo per poter bombardare il loro obiettivo.
Si possono facilmente individuare alcuni di questi paesi: certo la Giordania, poi l'Arabia Saudita, forse lo Yemen, quindi il Sud-Sudan e sicuramente l'Egitto, il che la direbbe lunga su quanta 'discontinuità' rispetto al periodo di Mubarak si possa aspettare dalla leadership uscita dalle prime elezioni democratiche della Storia del paese.
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Hashem Safieddine di Hezbollah dichiara:"Il nostro drone ha mostrato la potenza della Resistenza, la confusione dei Sionisti!"

Sua Eccellenza Hashem Safieddine, Capo del Consiglio Esecutivo di Hezbollah rivolgendosi ai media libanesi e regionali nella giornata di avantieri ha dichiarato che: "I continui allarmi, le minacce, e la propaganda urlata dall'Entità sionista e dai suoi sodali internazionali non sono sinonimo di sicurezza, determinazione e forza ma anzi, indicano la confusione, l'incertezza e la debolezza che serpeggiano nel campo dell'oppressione coloniale e imperialista".

Safieddine, che ha parlato mentre si trovava nel villaggio meridionale di Sultaniyeh, ha sottolineato come nemmeno chiamando nella Palestina occupata truppe americane i Sionisti siano riusciti a ottenere la desiderata rassicurazione riguardo l'esito di un prossimo conflitto militare con Hezbollah, visto che l'esercitazione tenutasi recentemente ha mostrato come gli attuali soldati sionisti siano ancora meno efficaci di quelli già sconfitti nel 2006.
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Operazione della Resistenza palestinese a Kissufim distrugge 'jeep' sionazista e ferisce tre militari di Tel Aviv!

A Est di Khan Younis, lungo il confine meridionale tra la Striscia di Gaza e la Palestina ancora sottoposta a occupazione sionista un veicolo fuoristrada dell'esercito sionazista stava procedendo ad alta velocità quando una carica esplosiva abilmente piazzata da militanti della Resistenza armata palestinese é stata fatta brillare sotto di esso, distruggendolo completamente.

I tre occupanti del mezzo, proiettati fuori dalla violenza dell'esplosione, hanno riportato varie ferite: uno versa in condizioni di media gravità mentre gli altri due non destano particolari preoccupazioni. Già lo scorso 26 ottobre le Brigate Abu Ali Mustafa del PFLP avevano colpito duramente le truppe sionaziste. Questa azione, tutavia, non é ancora stata rivendicata.
A sentire il rapporto rilasciato dalle forze armate di occupazione, dopo l'esplosione colpi di arma da fuoco sarebbero stati esplosi all'indirizzo della carcassa del mezzo. Salutiamo i responsabili di questa coraggiosa azione armata e ci auguriamo che le loro prossime operazioni infliggano un tributo ben maggiore ai nemici del Popolo palestinese, ai negatori dei suoi Diritti inalienabili.
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Onore a Mohamad Rafea, star di "Bab al-Harra", assassinato dai ratti terroristi per aver detto la verità e difeso il suo paese!

Quest'uomo coraggioso che vedete e sentite denunciare il complotto imperialista contro la Repubblica Araba Siriana era l'attore Mohamad Rafea, un Siriano di origine Palestinese, figlio d'arte, celebre in patria per la sua interpretazione della serie televisiva 'Bab al-Harra'. Rafea, fedele alla sua patria e al suo popolo come tutti i veri figli della Siria non ha avuto timore di schierarsi in prima persona a denunciare i crimini dei wahabiti stipendiati dai corrotti sovrani ed emiri del petrolio, addestrati dall'infido Recep Erdogan e spalleggiati dai politici doppiogiochisti del '14 Marzo' libanese come Hariri e i suoi scherani.
Per questo Rafea é stato rapito e ucciso da sciacalli criminali senza ombra di onore o umanità. Suo padre alla notizia del ritrovamento del suo cadavere ha dichiarato di essere orgoglioso di essere padre di un martire immolatosi per la salvezza della Siria come uno dei militari che hanno affrontato sul campo i ratti terroristi. Lo spirito di Mohamad vivrà nella memoria di tutti i Siriani e li spingerà e inciterà a non fermarsi fino a che anche l'ultimo cane idrofobo e sciacallo terrorista non sarà stato abbattuto.
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lunedì 5 novembre 2012

Dopo la denuncia di Al-Manar il Marocco ritratta: "Niente contro gli sciiti, vogliamo bloccare 'l'espansione iraniana'!"

Dopo la denuncia della scorsa settimana, pubblicata originariamente dall'emittente libanese Al-Manar e subito ripresa dalla redazione di "Palaestina Felix", il marocchino "Hespress" ha immediatemente cambiato i suoi titoli facendo figurare, dove prima in evidenza stava il termine 'espansione sciita', la dicitura 'espansione iraniana'.

Nonostante questo aggiustamento semantico la sostanza dei fatti non cambia: il Marocco é pur sempre intento a rifornire veterani della polizia segreta e dell'esercito al tiranno sunnita Al-Khalifa per meglio metterlo in grado di perseguitare e reprimere gli attivisti per la Democrazia e le riforme, che, incidentalmente, come la maggior parte della popolazione dell'isola, sono sciiti.

Il movimento di protesta bahreini non ha mai fatto mistero di essere ispirato all'esempio iraniano, laddove in Iran furono necessari mesi e mesi di dimostrazioni pacifiche e un grande tributo di sangue per cacciare lo Shah Reza Palhevi anche nella piccola isola del Golfo Persico si spera che le centinaia di vittime, le migliaia di prigionieri politici e di "desaparecidos" servano, infine, a causare l'abdicazione di Re Al-Khalifa, erede di una dinastia messa sul trono dagli Inglesi per tutelare i loro interessi nel Golfo.

Tuttavia l'Iran non sta sostenendo in alcun modo la protesta in Bahrein, se non con la solidarietà politica e umana, al contrario delle corrotte monarchie sunnite che come abbiamo visto inviano truppe, ufficiali e persino mercenari arruolati tra i wahabiti pachistani per cercare di soffocare nel sangue il movimento popolare per la Democrazia.
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Qualcunio spieghi al cacicco Abbas che il Diritto al Ritorno non é commerciabile, soprattutto dai venduti come lui!

Ultimamente molti strali di "Palaestina Felix" si sono concentrati su quella parte della dirigenza di Hamas che pare più interessata a ricevere denaro dai petro-monarchi sunniti e conservatori, fantocci degli Usa e nemici dell'Iran e dell'Asse della Resistenza, che non di servire gli interessi e i desideri del Popolo di Palestina. Gli atti e le iniziative assunte da questi dirigenti corrotti e venali (come Khaled Mishaal e Moussa abu Marzouk) ci facevano letteralmente "rimpiangere" i giorni non lontanissimi in cui stigmatizzavamo ferocemente Mahmud Abbas e i 'cacicchi' della fazione Fatah (che illegittimamente amministrano per conto dell'occupante sionista la Cisgiordania) e indicavamo invece Hamas come forza di Resistenza "sana" e fedele ai principi della lotta di liberazione.

Le recenti "sparate" del satrapo Abbas, attaccato alla poltrona tarlata di "Presidente dell'Anp" nonostante che il suo mandato sia scaduto 46 mesi orsono, ci hanno ulteriormente ricordato quei giorni. L'idiota Abbas, che occupa uno scranno la cui legittimità é più scaduta di uno yogurt ormai verde e impellicciato di muffa dovrebbe venire informato che il "Diritto al Ritorno" dei profughi palestinesi e dei loro discendenti non é materia che un ufficiale eletto possa trattare, a meno che non sia legittimato da un ipotetico referendum che coinvolga tutti i membri della Diaspora Palestinese: certo non può venire maneggiato come 'merce di scambio' da un 'Presidente' screditato e che dovrebbe essersi dimesso da anni come lui!

Il tentativo di Abbas di mettersi in luce agli occhi del "Bwana" sionista con la 'promessa' di abbandonare ogni pretesa di "Diritto al Ritorno" in occasioni di eventuali (in realtà impossibili) riprese dei 'negoziati di pace' dimostra solo il servilismo e l'abiezione morale del personaggio e dell'organizzazione che a lui fa riferimento: Fatah, da gruppo di guerriglieri a coterie di camerieri!

POSCRITTO
"Menzione Speciale" per gli eunuchi imbecilli responsabili del "blog" Frammenti Vocali in Medio Oriente sostenitori di una 'pacioccosa' linea buonist-veltroniana che credono che si possa essere 'amici della Palestina' in maniera 'radical chic' e 'politicamente corretta'. Questi colossali idioti (che non devono avere visto un Palestinese nemmeno disegnato) alla fragorosa calata di braghe da parte di Mahmud Abbas/Abu Mazen hanno fatto partire urrà ed applausi lodando il suo "enorme coraggio" per aver messo in vendita i Diritti inalienabili (riconosciuti dall'ONU) di milioni di persone. Vi informiamo di una cosa, massa di idioti ridicoli, le reazioni dei PALESTINESI VERI sono state, come potrete vedere da questo link, DEL TUTTO DIVERSE dalle vostre, pensateci un attimo (se ne siete capaci) e chiedetevi come mai!
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domenica 4 novembre 2012

L' "Imprenditore dell'Omicidio" Hashemi, fuggito in Turchia, viene condannato a morte...per la quarta volta!!

L'Ex-vicepresidente irakeno Tarik al-Hashemi, rappresentante del partito sunnita filoamericano Al-Irakyia e "mente" di dozzine di attacchi terroristici e di omicidi tentati (e purtroppo spesso riusciti) contro esponenti politici e ufficiali irakeni di inclinazioni e convinzioni politiche contrarie agli interessi Usa ha ricevuto, in contumacia, la quarta condanna a morte da parte di un tribunale di Bagdad.

La condanna a morte gli é stata inflitta per avere ideato e diretto una serie di attacchi esplosivi contro i pellegrini sciiti che percorrevano a piedi le autostrade irakene in direzione della città santa di Karbala in occasione della ricorrenza dell'Ashoura. Le precedenti sentenze capitali gli erano arrivate giovedì scorso per essere stato riconosciuto colpevole del piano per uccidere un alto ufficiale del Ministero degli Interni. Il 9 settembre 2012 Hashemi venne condannato a morte due volte per avere pianificato gli omicidi di altri tre responsabili della Pubblica Sicurezza.

 Fuggito all'indomani del ritiro delle truppe Usa dall'Irak (lo stesso giorno successivo alla partenza dell'ultimo soldato yankee), Hashemi si é rifugiato dapprima in Kurdistan, quindi in Qatar, Arabia Saudita e infine in Turchia (dove tuttora risiede) mettendosi sotto la protezione dei servi e dei burattini della Casa Bianca nella Regione.
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