sabato 22 ottobre 2011

Dirigente dell'opposizione algerina mette in guardia il Governo: "Prendete esempio dalla fine che ha fatto Gheddafi!"


Uno dei membri fondatori del Rashad, movimento algerino di opposizione, ha dichiarato ufficialmente la propria personale soddisfazione alla notizia dell'uccisione di Gheddafi e la speranza che ad essa segua, per la Libia, un futuro illuminato dalla Democrazia, dall'indipendenza e dalla guida politica e spirituale illuminata dal messaggio del Corano.

Mohamed Larbi Zitout, questo il nome del rappresentante del Rashad, ha quindi invitato l'intero Mondo Arabo a prendere esempio dalla parabola umana e politica di Gheddafi: "Questo é un grande giorno, non solo per i libici, ma per tutti gli Arabi e i Musulmani, per tutti coloro che lottano contro l'ingiustizia, l'avidità, la repressione, che si battono per il riscatto, per la libertà e per l'uguaglianza, ovunque nel mondo; ogni uomo libero deve gioire quando un tiranno e un criminale come Gheddafi incontra il suo fato, il Nordafrica senza Gheddafi é, e sarà, immensamente migliore".

"Questo messaggio deve essere recepito anche dagli attuali governanti dell'Algeria e dai residui dei vecchi regimi in Tunisia ed Egitto: la volontà del popolo é il motore della Storia, essa può venire bloccata e sottomessa per qualche anno, per qualche decennio, ma alla fine si fa sempre sentire e può raggiungere qualunque obiettivo travolgendo ogni ostacolo!".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

L'opposizione Yemenita: "Saleh impari dai fatti di Libia, si dimetta ora o farà la fine di Gheddafi!"


Dimostranti anti-governativi hanno trasformato di nuovo il pomeriggio di venerdì in una massiccia manifestazione contro il tiranno yemenita Ali Abdullah Saleh, che, nonostante il richiamo della comunità internazionale e la comoda "uscita di sicurezza" rappresentata dalla bozza di accordo per la transizione dei poteri stilata dal Consiglio di Cooperazione dei Paesi arabi del Golfo Persico non mostra alcuna intenzione di lasciare il potere, evidentemente fidando nel sostegno degli Usa, dell'Arabia Saudita e di Israele.

"Ali ora è il tuo turno, i dittatori finiscono sempre male!", cantavano i manifestanti a Sanaa in marcia lungo Viale Sittine, appena usciti dalle moschee, con evidentemente riferimento alla recente morte di Gheddafi; uomini e mezzi della Prima Divisione Corazzata, schieratasi ormai da mesi contro il Presidente, fiancheggiavano il corteo e controllavano i dintorni, per evitare che cecchini e provocatori del regime attaccassero la popolazione civile, come é successo molte volte anche nelle ultime settimane.

Walid al-Ammari, portavoce dei Giovani per il Cambiamento, ha fatto a sua volta esplicito riferimento alla morte dell'autocrate libico, nella speranza che il timore di una fine simile convinca Saleh a dare il via allo smantellamento della sua stessa autocrazia; tuttavia, forse nel timore di sembrare troppo sanguinario, arriva presto una correzione di rotta: "Non vogliamo uccidere Saleh, vogliamo che risponda delle sue azioni in 38 anni di dominio assoluto su questa nazione e sul suo popolo".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La Tunisia in "pausa di riflessione" si prepara alle elezioni di domani per la Costituente!


Per tutta la giornata di oggi tacciono in Tunisia i megafoni, gli spot, i comizi, e i dibattiti pre-elettorali, che hanno imperversato nel paese mentre il resto del Nordafrica e del Medio Oriente vivevano settimane concitate e, a volte, anche tragiche; con la mattinata di domani si apriranno seggi e sezioni elettorali per eleggere i rappresentanti della nuova Assemblea Costituente che stilerà una nuova Carta per sostituire un nuovo sistema di Governo al regime autoritario del tiranno esiliato Ben Ali.
Ennahda
I risultati elettorali, c'é da aspettarselo, fungeranno anche da 'cartina tornasole' per umori e tendenze non solo del paese nordafricano, ma anche dell'intero movimento della Primavera Araba, che ha preso l'abbrivio proprio dalla rivolta cominciata, a sidi Bou Zid, con l'autoimmolazione di un giovane fruttivendolo abusivo a cui gli sbirri di Ben Ali avevano confiscato merce e incasso. Per conquistarsi il voto popolare si affronteranno circa 10mila candidati, riuniti in 81 partiti e numerosi raggruppamenti di candidati indipendenti; sono in ballo 218 seggi suddivisi in 33 province.

Cinquemila osservatori tunisini e 530 stranieri sorveglieranno la regolarità delle procedure di voto. I partiti più favoriti sono l'Ennahda (Rinascimento Islamico), il Partito Democratico-Progressista, il Forum Democratico dei Lavoratori e della Libertà (Ettakatol) e il Congresso della Repubblica. Secondo le proiezioni l'Ennahda avrà la maggioranza, il PDP cercherà una 'vittoria tattica' rendendosi indispensabile per una maggioranza condivisa, mentre Ettakatol e Congresso si disputeranno la supremazia tra gli elettori di Sinistra.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Imponente manifestazione ieri ad Amman, in sostegno di un nuovo corso di riforme col Governo Khasawneh!


Sono stati migliaia e migliaia i cittadini giordani che nella giornata di ieri, dopo le rituali preghiere del venerdì, si sono riversati in strada nella capitale Amman per invitare il Neopremier, l'ex giudice Awn Khasawneh, recentemente nominato dal Re ascemita al posto del contestatissimo Bakhit Marouf, a procedere speditamente sul cammino delle riforme.

Agitando centinaia di bandiere nazionali e cartelli che dicevano "Il nostro obiettivo sono le riforme" e "Basta con la corruzione", i manifestanti hanno marciato verso il centro della città, fino ai palazzi governativi dove, proprio in queste ore, il nuovo Primo Ministro sta valutando e soppesando le opzioni a sua disposizione per la formazione del nuovo esecutivo.

"Stiamo dimostrando oggi per far sentire al nuovo capo del Governo quanto profonda sia la richiesta popolare di riforme e cambiamenti" ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti Zaki Bani Ershead, capo della formazione di opposizione del Fronte Islamico di Azione. "Il nuovo Governo dovrebbe essere in grado di venire incontro a queste richieste e di mettere una fine all'intrusione delle forze di sicurezza nelle vite private dei cittadini", ha poi aggiunto.

La folla in marcia ha anche espresso soddisfazione per la morte di Gheddafi e la fine vittoriosa dell'insurrezione in Libia. In merito sempre Zaki Bani ha detto: "La morte del tiranno libico deve essere una lezione per tutti, una lezione che possa evitare nuovi spargimenti di sangue nella regione".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 21 ottobre 2011

Mehmparast: "Morto Gheddafi la Repubblica islamica augura alla Libia una stagione di stabilità e democrazia!"


Il portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri della Repubblica islamica, Rahmin Mehmanparast, ha dichiarato la speranza che la morte dell'ex autocrate libico Muammar Gheddafi dia il via a una 'nuova era politica' in Libia, come riportato dall'agenzia di stampa ufficiale IRNA.

"La Repubblica iraniana spera che con la fine del regime di Gheddafi si apra la strada a una nuova fase della politica del paese, che veda la formazione di un governo nazionale e il consolidamento della democrazia, della giustizia e della stabilità".
Abdel Majid Mlegta, del Consiglio nazionale di Transizione, che ha dato la notizia della morte di Gheddafi.
"Ormai é evidente che non vi é nessun bisogno di una tutela o un intervento occidentale nel paese nordafricano; i libici dovranno decidere autonomamente il loro futuro, coerentemente con le loro aspirazioni, con la loro Storia e con la loro Cultura".

Mehmanparast ha concluso il suo messaggio offrendo ufficialmente ai leader della nuova libia l'assistenza della Repubblica Islamica nel processo di ricostruzione del paese, con speciale riferimento ai progetti per rendere indipendente il paese dalle compagnie occidentali nello sfruttamento delle risorse petrolifere e metanifere del paese.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

E' confermato: la spia Ilan Grapel verrà scambiata con gli Egiziani detenuti dal regime sionista!


Fonti diplomatiche egiziane hanno ribadito che sono in corso negoziati tra Il Cairo e Tel Aviv per raggiungere un soddisfacente accordo di scambio tra l'ex paracadutista spia del Mossad Ilan Grapel catturato la scorsa primavera in nella capitale egiziana mentre cercava di incitare gruppi di giovani ad azioni violente. Secondo il quotidiano Al-Ahram: "Lo Stato ebraico ritiene di poter arrivare a una conclusione della trattativa entro la prossima settimana, mentre da parte egiziana vi é la convinzione che ogni parola definitiva in merito dovrà necessariamente arrivare dopo la conclusione della liberazione dei prigionieri palestinesi attualmente in corso".

L'ok a iniziare trattative per lo scambio tra Grapel e i cittadini egiziani detenuti in Israele sarebbe arrivato ai servizi segreti direttamente dal Consiglio supremo delle Forze armate, baipassando il Governo ad interim di Essam Sharaf(foto). Del resto sembra evidente che il Governo Sharaf sia incaricato solo dell'amministrazione degli affari spiccioli mentre Tantawi e colleghi continuano ad avocare a loro stessi ogni competenza 'politica' di rilevanza nazionale. Questo non é un buon segno in prospettiva del futuro passaggio di poteri dal Consiglio militare a un'amministrazione civile frutto di elezioni,

Una delegazione congiunta di esponenti americani e del regime sionista avrebbe visitato Grapel al Cairo. Grapel, al momento di trasferirsi nel regime dell'Apartheid non ha infatti rinunciato alla cittadinanza Usa, "ricordandosene" al momento opportuno, per costringere Washington (messa sotto pressing dalla Lobby a Sei Punte) perché intervenisse nella questione.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Parlamentare di opposizione avverte Netanyahu: "Stai perdendo un'occasione storica per intavolare nuovi rapporti con Hamas!"


Il rappresentante del raggruppamento di opposizione 'Kadima' Nachman Shai ha invitato il Premier sionista Benji Netanyahu a ripensare profondamente le relazioni con Hamas alla luce della pressoché unica 'finestra di opportunità' creatasi con l'accordo per la liberazione di Gilad Schalit. Lungi dal considerare l'evento un incidente isolato Shai vede l'accordo raggiunto come la prova che Hamas sia, per l'evidente sostegno di cui gode presso la popolazione palestinese, un necessario partner di dialogo che perdipiù ha appena mostrato di essere affidabile e leale alla parola data.

Shai ha dichiarato che adesso sarebbe possibile levare il blocco economico contro Gaza, istituito, ricorda "non per affamare la popolazione, ma come misura per arrivare alla liberazione di Schalit -scopo peraltro in cui ha pienamente fallito visto che l'Ebreo francese é stato liberato quando Israele si é piegato alle condizioni di Hamas, NdA-"; aggiungendo che il miglioramento della situazione economica e umanitaria potrebbe sbloccare la possibilità di nuovi accordi con Hamas.

Naturalmente, queste sensate e fondate considerazioni potrebbero essere raccolte e fatte proprie qualora il Governo dell'entità sionista fosse affidato a politici con almeno una vaga idea della situazione sul terreno e una concezione realistica delle possibilità e delle convenienze politiche e diplomatiche di Israele in uno scenario politico regionale in profonda e rapida evoluzione. Purtroppo, come già dimostrato in numerose occasioni precedenti, questo non é il caso di Benji Netanyahu e del suo esecutivo infarcito di estremisti religiosi, razzisti criptofascisti, militaristi e altri allucinati.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Khaled Mishaal si congratula col neo-Premier giordano Khasawneh, mentre si prepara la liberazione di altri 550 detenuti!


Il Capo dell'Ufficio politico di Hamas Khaled Mishaal si é congratulato ufficialmente per via telefonica con il nuovo Premier giordano Awn al-Khasawneh, recentemente designato da Re Abdallah II per sostituire il debole e screditato Bakhit Marouf, contestato ferocemente dalla popolazione fin dal momento della propria nomina. Secondo il quotidiano giordano Al-Rai Mishaal ha augurato all'ex-giudice ogni successo, a partire dalla scelta dei membri del suo gabinetto.

Il quotidiano ha inoltre notato come il membro del Politburo di Hamas, Mohamed Nazzal, abbia esteso personalmente auguri da parte dell'intero Movimento musulmano di Resistenza durante la sua visita ad Amman. Mishaal avrebbe dovuto visitare Amman in settimana, accompagnando il Principe Qatari Sceicco Tamim al-Thani ma impegni collegati allo storico rilascio dei prigionieri politici da parte dell'occupazione sionista gli hanno impedito, per il momento, di effettuare questo viaggio ufficiale.

In una notizia collegata, le Brigate Ezzedine al-Qassam hanno comunicato che la seconda fase della liberazione, che coinvolgerà questa volta 550 detenuti politici, é già iniziata; anche questa volta un ruolo preminente verrà svolto dall'Egitto, che si é impegnato a far liberare il maggior numero possibile di detenuti anziani e malati, nonché con pene da scontare superiori ai 10 anni, conseguentemente alle linee-guida e alle raccomandazioni di Hamas.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

giovedì 20 ottobre 2011

Morto Gheddafi; il suo peggiore errore...fidarsi dell'Occidente!


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Ahlam Tamimi, finalmente libera, potrà ora sposare il suo fidanzato Nizar, a sua volta liberato grazie agli sforzi di Hamas!


Ahlam al-Tamimi, la ragazza palestinese che la malvagità dell'occupazione sionista avrebbe voluto fare invecchiare e morire in carcere, é finalmente libera; così anche il suo fidanzato Nizar, che ha speso 18 anni nelle galere dell'Apartheid e che a sua volta avrebbe dovuto morirvi.

I due, sono finalmente insieme ad Amman, in Giordania, e, appena possibile, hanno dato l'annuncio delle loro prossime nozze, che ha fatto immediatamente il giro della Palestina e del Mondo Arabo, consacrando ulteriormente il loro ruolo di icone della Resistenza palestinese; chi avrebbe potuto dire, solo pochi anni fa, che i due avrebbero potuto coronare il loro amore? Eppure, grazie alla dedizione e alla perseveranza di Hamas, quel che pareva impossibile é accaduto.




La storia di Ahlam e Nizar é tanto più esemplare in quanto lei é una militante di Hamas, il movimento islamico di Resistenza, mentre lui fa parte di Al-Fatah; il loro matrimonio, secondo molti osservatori e commentatori, incarnerà lo spirito di unità e riconciliazione che necessariamente dovrà prevalere per giungere alla definitiva liberazione della Palestina.

Nizar e Ahlam si sono scritti praticamente ogni giorno durante la loro prigionia e le loro lettere venivano prese in consegna e portate a destinazione solo da personale della Croce Rossa, per evitare che i carcerieri sionisti vi mettessero le mani sopra. Nizar ha chiesto la mano di Ahlam poco dopo l'incarcerazione di lei; prima non aveva osato, sperando, per lei, che si facesse una vita con un uomo libero, ma lei, fedele al suo amore, aveva sempre rifiutato. La proposta di matrimonio era stata accettata e celebrata con una grande festa, anche se nessuno, nel clan Al-Tamimi, all'epoca aveva sperato di poter vedere realizzata quella promessa di nozze.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Video e immagini esclusive della trionfale accoglienza tributata a Gaza ai detenuti poltiici liberati grazie ad Hamas!










Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Arriva in Somalia il diciassettesimo cargo di aiuti umanitari iraniani!


La Mezzaluna Rossa iraniana (IRCS), ha inviato in queste ore il suo 17esimo cargo di aiuti umanitari in Somalia, parte del suo costante sforzo di contrastare i peggiori effetti della siccità che ha sconvolto il paese del Corno d'Africa, già prostrato da una quasi ventennale guerra civile; cibo disidratato, medicinali, equipaggiamenti sanitari e altri articoli sono inclusi nel carico che dovrebbe atterrare in mattinata a Mogadiscio.

Gli aiuti, d'accordo col 'Governo' locale (che controlla poco più che la capitale e il territorio circostante) saranno distribuiti alla popolazione attraverso gli undici campi profughi eretti dall'IRCS attorno alla città. Il Segretario Generale della Mezzaluna Rossa iraniana, Zaher Rostami, ha annunciato che con questo carico ammonta a 43 milioni di dollari Usa l'impegno umanitario iraniano nel paese.

Tra Somalia, Etiopia e Kenya circa 12 milioni di persone sono state colpite dalla siccità e dalla carestia, di queste circa 9 milioni e 900 mila sono state ridotte allo stato di profughi; tuttavia alcune potenze come gli Stati Uniti, più che a contribuire ad alleviare le sofferenze di questi disperati, sembrano più impegnate a usare la Somalia (e anche il vicino Kenya) come 'scacchiera' dei loro giochi di potere imperialistici e neo-colonialisti.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Delegazione di Hezbollah in visita a Mosca per discutere delle relazioni russo-libanesi!


Una delegazione del partito sciita Hezbollah ha raggiunto ieri la capitale russa dando così il via alla prima visita ufficiale del movimento, la cui delegazione, guidata dal capo della rappresentanza parlamentare Mohammed Raad (foto sotto) e dai deputati Hassan Fadlallah e Nawwar al-Sahili ha risposto all'invito ricevuto nelle scorse settimane dalla Duma. Scopo della visita sarà quello di dibattere delle relazioni russo libanesi, delle questioni di interesse comune e degli sviluppi della situazione politica in Libano e in Medio Oriente.

Gli inviati ribadiranno il ruolo cardinale delle forze della Resistenza nella difesa dell'autonomia e della libertà del Paese dei Cedri e dei continui sforzi dell'imperialismo americano e occidentale per colpire questa realtà e per imporre il loro volere nella regione, sia tramite complotti come quello del 'Tribunale speciale' sia tramite azioni terroristiche come quelle che hanno agitato la Siria negli ultimi mesi.

Nella giornata di oggi i delegati incontreranno il Viceministro degli Esteri Mikhail Bogdanov mentre ieri hanno avuto un meeting con Konstantin Kosachyov, Presidente del Comitato parlamentare per gli Affari Internazionali e con una delegazione di membri della Duma. Anche in questo incontro, nelle parole di Mohammed Raad, la situazione libanese ed araba, e i continui tentativi israeliani, americani e occidentali di alterare il normale processo democratico, sono stati gli argomenti all'ordine del giorno.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

mercoledì 19 ottobre 2011

La Siria accoglie sedici ex-detenuti politici palestinesi liberati grazie alla grande vittoria di Hamas!


Sedici prigionieri dei 477 liberati nella prima 'tranche' secondo gli accordi stabiliti tra Hamas e l'occupazione sionista sono stati trasferiti via aereo a Damasco, capitale della Siria dove il Movimento musulmano di Resistenza ha la sua sede ufficiale (e dove si trova il suo Ufficio Politico), tra questi é presente anche Amna Muna, attivista e combattente della Cisgiordania che Israele aveva condannato all'ergastolo per il suo ruolo nell'operazione che, nel 2001, portò all'eliminazione di un certo Ophir Raum.

Muna, raggiante al suo arrivo nella capitale siriana, ha prima di tutto ringraziato i dirigenti di Hamas che hanno insistito per la sua liberazione (anche se lei faceva parte di Al-Fatah): "dopo questi lunghi anni in carcere la mia gioia é grande, anche se non completa, visto che non mi trovo nella terra che ho lottato per liberare e anche perché una parte del mio cuore e della mia mente sono rimaste con i compagni ancora incarcerati. La Siria mi ha accolto come una seconda patria e anche di questo le sarò per sempre grata".

Oltre ai sedici detenuti sbarcati in Siria, dieci sono stati accolti in Turchia e 14 in Qatar. L'ex-prigioniero Nimer Darwaze ha dichiarato: "La Resistenza avanza e progredisce; i suoi successi continueranno fino alla vittoria finale, a Dio piacendo". "Dedichiamo tutta la nostra gratitudine ai martiri che hanno dato la vita per catturare Schalit; grazie al loro eroico sacrificio oggi noi siamo liberi, ringraziamo anche i negoziatori e i leader che hanno tenuto duro e hanno insistito perché ogni nome incluso nella lista venisse accettato dai sionisti", gli ha fatto eco Motassim Mawdidi.

Mawdidi ha poi aggiunto: "I prigionieri nostri compagni continuano a soffrire; le condizioni nelle galere dell'occupazione sono inumane e ad esse si aggiungono le offese e le angherie continue che essi subiscono dai secondini e dai carcerieri, grazie a Dio, però, i loro cuori sono forti ed essi non si piegheranno alle torture e alle umiliazioni".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Tawakkul Karman a NY per portare il grido d'aiuto del popolo yemenita: "Nessuna garanzia per Saleh, criminale di guerra!"


Tawakkul Karman, l'avvocatessa yemenita laureatasi poche settimane fa vincitrice del Premio Nobel per la Pace del 2011 ha raggiunto la sede centrale dell'ONU a Nuova York per portare la voce dei dimostranti che a Sanaa e in tutto il resto del paese un tempo conosciuto come 'Arabia Felix' al centro del dibattito che, al Consiglio di Sicurezza, riguarda l'adozione e la messa in pratica della bozza di accordo del Consiglio di Cooperazione del Golfo per permettere una transizione di poteri dallo screditato autocrate Saleh a nuove istituzioni democratiche.

La Karman, e con essa tutto il movimento di opposizione, non é affatto favorevole all'accordo, che prevede troppe garanzie di impunità e protezione per il dittatore; in questo modo i regimi petroliferi del Golfo sperano di 'coprire' il loro ruolo di sponsor e padrini di decenni di trannide e repressione, di cui Saleh, definito dalla Karman "un criminale di guerra", é stato sì l'esecutore, ma su ordini che arrivavano da Riyadh, da Dubai, da Washington e anche da Tel Aviv.

"Il mio popolo occupa le piazze, dorme sui marciapiedi, affronta ogni giorno sgherri e cecchini del regime; come loro rappresentante, come Premio Nobel per la Pace, come rappresentante della Primavera Araba, sono venuta qui perché la sua voce sia udita e tenuta in considerazione"; la Karman ha dichiarato che milioni di persone hanno preso parte giorno dopo giorno alle manifestazioni di protesta che si ripetono ormai da dieci mesi, versando un tributo di sangue di centinaia di vite; ancora nel week-end si sono registrati 12 morti a causa della spietata repressione del regime, che non solleva alcuna eco sugli ipocriti e distratti mass-media occidentali.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

L'Unione Interparlamentare censura duramente Israele per le sue pratiche detentive contrarie al Diritto internazionale!


La Commissione Diritti Umani dell'Unione Interparlamentare (IPU) ha emesso una forte risoluzione di condanna contro il regime sionista, condannando le sue pratiche di arresto e detenzione illegali e contrarie a ogni norma giuridica internazionalmente riconosciuta, specialmente quando sono esercitate contro parlamentari eletti al Consiglio legislativo palestinese.

A latere della 125esima riunione IPU nella capitale elvetica Berna, in seguito ai reclami e agli appelli all'azione sollevati da parlamentari palestinesi e iraniani il regime sionista é stato ufficialmente condannato dall'assise, come ha riferito il portavoce del Comitato iraniano per la Sicurezza nazionale e la Politica estera, Kazem Jalali.

Anche dopo la recente liberazione di centinaia e centinaia di detenuti politici rimangono comunque oltre 6500 Palestinesi nelle galere israeliane, tra cui diversi parlamentari; molti di loro sono tenuti in 'detenzione amministrativa', senza cioé che alcuna corte li abbia accusati di un qualsivoglia crimine; in questo modo l'occupazione sionista si riserva il 'diritto' di gettare in prigione ogni Palestinese su cui riesca a mettere le mani.

L'Unione Interparlamentare si riunisce 4 volte all'anno con lo scopo di promuovere la democrazia e il dialogo tra i Parlamenti delle varie nazioni del globo, in stretta cooperazione con l'ONU e altri organismi internazionali.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Abu Obeida: "Liberazione di mille prigionieri é una vittoria epica nella Lotta per la Liberazione della Palestina!"


In una recente dichiaraziine il leader delle formazioni armate di Hamas Abu Obeida ha dichiarato che lui e i suoi uomini non avranno pace o riposo "fino a quando le carceri dell'occupazione non saranno vuote e deserte dalla presenza di prigionieri palestinesi".

Commentando la liberazione dei detenuti politici scambiati con Gilad Schalit Obeida ha dichiarato: "Un capitolo della Lotta per la Liberazione sta venendo consegnato alla Storia; la sia natura di vittoria epica ci lusinga, ma siamo comunque ansiosi di scriverne molti altri".


In un forte e deciso messaggio rivolto ai cittadini del regime ebraico Obeida dichiara che i loro dirigenti si sono rifiutati di liberare alcuni prigionieri detenuti da lungo tempo e afflitti da gravi malattie; questa scelta disumana avrà delle conseguenze.

Le Brigate Qassam si fanno vanto di aver trattato con umanità e giustizia Gilad Schalit durante tutti i cinque anni della sua prigionia, mentre al contrario il regime sionista ha infierito nei confronti dei detenuti palestinesi con incuria, torture e altre angherie, senza che nessuna nazione occidentale levasse la sua voce contro questi trattamenti disumani.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

martedì 18 ottobre 2011

Sciopero a oltranza alla Telecom Egypt, lavoratori indignati contro l'Amministratore delegato Abdel Rahimi!


I lavoratori egiziani della compagnia statale delle telecomunicazioni sono entrati in stato di agitazione a oltranza chiedendo la rimozione dell'Amministratore Delegato e il rilascio di tutti i loro colleghi arrestati dalle autorità. L'agitazione ha gettato nel caos un settore fondamentale per la vita quotidiana di milioni di persone; gli scioperanti chiedono anche un adeguamento dei loro salari al costo della vita, alzatosi spropositatamente durante gli anni di predominio di Hosni Mubarak, fedele esecutore delle devastanti 'ricette' del liberismo occidentale, che hanno gravemente penalizzato i dipendenti delle compagnie pubbliche, una volta portati in palmo di mano da governanti come Nasser.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Al-Masri Al-Youm le rappresentanze sindacali dell'azienda accusano la dirigenza di malversazioni, sprechi e condotta incompetente volta unicamente a massimizzare i profitti a scapito della qualità del servizio e delle condizioni della forza lavoro. La dirigenza respinge le accuse e sostiene che il servizio continua a funzionare in maniera efficiente, nonostante lo sciopero.

I lavoratori di Telecom Egypt hanno tenuto riunioni e assemblee di protesta per tutta le scorsa settimana, concentrando i loro strali contro Mohamed Abdel Rahim, Amministratore Delegato che nei giorni scorsi é stato persino assediato nei suoi uffici fino a quando una task force del Ministero dell'Interno non lo ha liberato arrestando cinque lavoratori. E' proprio per la loro liberazione che lo sciopero a oltranza é stato dichiarato. La Commissione centrale di Revisione ha intanto annunciato di avere aperto un fascicolo sulle attività dei dirigenti dell'azienda, rilevando "irregolarità" nel pagamento dei bonus e dei premi di produzione previsti per i manager.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il Presidente Ahmadinejad si congratula col Premier Haniyeh: "La vostra vittoria é la vittoria di Hamas, dei Palestinesi, degli Arabi e dei Musulmani!"


Il Presidente della Repubblica Iraniana Mahmoud Ahmadinejad ha dichiarato che la costante e prolungata pratica della Resistenza da parte del popolo di Palestina porterà nuove e profonde umiliazioni e sconfitte all'arrogante regime di occupazione sionista, fino a consegnare ai Palestinesi la totale e completa liberazione della loro terra.

Il Presidente ha esteso queste sue considerazioni nel corso di una videoconferenza con il Premier palestinese Ismail Haniyeh, tenutasi durante la scorsa giornata di domenica. Occasione per il colloquio tra i due statisti la celebrazione della grande vittoria di Hamas che, rimanendo inamovibile sulle condizioni non-negoziabili per la liberazione di Gilad Schalit ha costretto il Governo sionista di Benji Netanyahu a rimangiarsi anni di smargiassate e acconsentire infine alla liberazione di oltre mille detenuti politici.

Ahmadinejad ha confermato che la Repubblica Islamica sosterrà sempre la Palestina, i Palestinesi e i loro movimenti di Lotta e Resistenza, augurando ad Hamas di cogliere presto nuovi successi che possano persino 'eclissare' quello odierno. "Questa grande vittoria é frutto di anni di pazienza, costanxza e dedizione, che non si é scomposta e indebolita nemmeno sotto i bombardamenti di tre anni fa, é una vittoria di Hamas, una vittoria della Palestine e una vittoria della Nazione Araba e dell'Umma musulmana, allo stesso tempo!".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Gilad Schalit si trova al Cairo: "Hamas mi ha trattato bene, sono deluso dal comportamento di Israele"!



Con una procedura lunga, complicata e di altissima segretezza, Gilad Schalit é stato portato dalla Striscia di Gaza in Egitto, dove rimarrà ospite delle autorità locali, nella capitale Il Cairo, fino a che anche l'ultimo prigioniero politico della seconda 'tranche' di 550 detenuti non sarà stato rilasciato; a quel punto verrà preso in consegna dai rappresentanti israeliani.

"Hamas mi ha trattato con dignità e con le cure del caso", ha dichiarato il giovane Ebreo francese catturato dalle forze armate di Hamas mentre vestiva l'uniforme delle truppe sioniste di occupazione; "Sono deluso e indignato dalla condotta del Governo israeliano che ha atteso cinque anni prima di trovare un accordo coi Palestinesi".

Schalit ha anche augurato che non solo i 1027 detenuti rilasciati in questi giorni, ma presto tutti i prigionieri palestinesi tenuti lontano dai loro cari e dalle loro famiglie, possano tornare presto liberi.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

I primi 477 prigionieri politici in viaggio verso le loro destinazioni!


Riceviamo ora la notizia che tutti i 477 detenuti politici palestinesi inclusi nella prima tranche dello scambio con l'Ebreo francese Gilat Schalit (catturato da Hamas con un'operazione di sicurezza preventiva nel 2006) avrebbero lasciato le carceri dove l'arroganza dell'occupazione avrebbe voluto rinchiuderli per anni, decenni o persino per l'intera loro vita.

Fra di essi sono incluse vere e proprie icone della Resistenza come il veterano della detenzione Nael Barghouti (31 anni in carcere) o la bella e coraggiosa Ahlam al-Tamimi, una delle 27 donne che fino a ieri erano rinchiuse nelle carceri del regime dell'Apartheid; in questo momento non esistono più donne palestinesi nelle carceri israeliane.

Cento dei 477 liberandi verranno rilasciati in Cisgiordania, una trentina verranno accolti da altri paesi arabi (ma Hamas ha già annunciato che li farà rientrare in Palestina in un secondo momento) e il resto raggiungeranno la Striscia di Gaza. Una volta completato il loro ritorno sarà il turno di Schalit di venire restituito alle autorità ebraiche.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Bakhit giubilato da Re Abdallah, l'ex-giudice internazionale Khasawneh è Primo Ministro ad Amman!


In seguito a una petizione di parlamentari che chiedeva la sua rimozione il Premier giordano Marouf Al-Bakhit ha perso il posto per regio decreto vedendo subito dopo sciolto il suo gabinetto di Governo con la stessa sbrigativa procedura. La Corte Ascemita, timorosa di una ulteriore espansione e radicalizzazione delle proteste che ormai da oltre un anno percorrono la Giordania, ha affidato all'ex giudice della Corte Internazionale di Giustizia Awn Shawkat Al-Khasawneh il compito di formare un nuovo Esecutivo.

Marouf al-Bakhit é rimasto al potere appena nove mesi, durante i quali ha subito un fuoco di fila di critiche pressoché continuo, venendo considerato una 'mezza misura' incapace di implementare il profondo processo di riforma per il quale ogni settimana migliaia e migliaia di cittadini giordani (cifra significativa in maniera particolare in un paese con pochi abitanti come il regno transgiordano) continuano a scendere in piazza.

Secondo la France Presse Khasanwneh prima di accettare l'incarico offertogli da Abdallah II ha chiesto rassicurazioni sulla sua libertà di azione e sulle proprie prerogative come Premier. La nomina regia non é affatto irrituale; visto che nel Regno Ascemita il sovrano ha l'ultima parola in tutti gli affari di Stato. Anche questo punto é uno dei molti riguardo ai quali la popolazione richiede modifiche, in modo da avere maggiore democrazia e indipendenza nei processi politici interni.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.