sabato 18 giugno 2011

"Saleh non tornerà in Yemen", la notizia riportata anche dall'AFP, intanto a Sanaa si tiene l'ennesimo venerdì di proteste!


Secondo quanto riportato dalla comunità dei media regionali e internazionali il dittatore yemenita Ali Abdullah Saleh, rimasto gravemente ferito settimane addietro in un attacco con razzi alla sua residenza presidenziale e trasferito d'urgenza in Arabia Saudita con ustioni di secondo e terzo grado su quasi la metà del corpo non sarebbe destinato a rientrare in patria, né ora né in seguito. I mezzi d'informazione che hanno diffuso la voce sostengono di averla riportata dalle dichiarazioni di un esponente saudita "di alto livello" che avrebbe parlato però in condizioni di stretto anonimato.

Nel suo comunicato l'Agenzia France Press lascia persino intendere che Saleh e il suo seguito potrebbero lasciare l'Arabia Saudita nei prossimi giorni, il che é quantomeno controintuitivo, visto che la Casata Saoud, vertice dell'ultimo reame assoluto sulla faccia della terra, si é sempre mostrato generoso ospite per ogni genere di tiranno deposto: dall'africano Idi Amin Dada fino al Tunisino Ben Ali. Forse Re Abdullah comincia a ritenere sconveniente ospitare un altro tiranno deposto nel momento in cui é assediato da un lato dalle proteste delle 'donne al volante', dall'altro dal fermento delle province sciite (le più ricche di petrolio), che non riesce a tacitare nemmeno sparando "proiettili d'oro" ai dimostranti (in riferimento agli investimenti promessi per 'comprare' la pace sociale).

Intanto, seguendo un copione ormai consolidato, dimostranti yemeniti sono scesi in piazza dopo la preghiera del venerdì per chiedere un processo in contumacia per l'ex autocrate ferito e dimissioni immediate per il suo vice Mansour, ormai sempre più traballante sulla poltrona del suo capo. I manifestanti chiedono le dimissioni di Mansourl, lo scioglimento del Parlamento, la nomina di un Governo tecnico ad interim e l'elezione di una commissione costituente.
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Beirut: Hassan Nasrallah incontra i leader dell'SSNP


Il Segretario Generale di Hezbollah Hassan Nasrallah, accompagnato dal membro dell'Ufficio Politico Mahmoud Komaty ha incontrato nelle scorse ore il leader del Partito Socialista della Nazione Siriana Assaad Hardan e il membro del suo Consiglio Supremo Kassem Saleh.

Secondo le dichiarazioni rilasciate dai portavoce del movimento sciita dopo il termine del meeting, le parti avrebbero discusso gli sviluppi politici libanesi e regionali, particolarmente nella prospettiva della nascita del nuovo gabinetto Mikati e dell'inizio della sua attività di governo e di riforma.

Nasrallah e Hardan hanno inoltre enfatizzato che la nuova maggioranza deve dimostrarsi responsabile tramite concrete iniziative di cooperazione e integrazione, così che possa implementare i risultati che tanti Libanesi si aspettano da lei.

Le die parti hanno assicurato che i propri partiti continueranno a collaborare e rinsaldare le loro relazioni bilaterali a ogni livello possibile.
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L'Iran svela nuovi e più ambiziosi traguardi del suo programma spaziale!


L'eco e l'ammirazione per il brillante successo del secondo lancio orbitale effettuato da territorio iraniano non si sono ancora quietate che, nelle ore in cui il satellite geostazionario 'Rassad' effettuava la sua ventinovesima orbita già si spargevano nella comunità scientifica e aerospaziale internazionale le linee-guida per i prossimi obiettivi di Teheran. Sembra infatti che i tecnici e gli ingegneri della Repubblica Islamica, lungi dal volersi riposare sui pur meritati allori, abbiano intenzione di gettarsi a capofitto in sfide ancora più ardue per arrivare entro il 2020 a lanciare nello Spazio Esterno il loro primo cosmonauta.

La data di lancio di una missione orbitale umana é stata anticipata di vari anni rispetto alle prime stime, proprio in considerazione dei grandi successi e passi avanti fin qui ottenuti dall'Agenzia Spaziale Iraniana (IAO). Hamid Fazeli, suo portavoce ufficiale ha dichiarato che presto i satelliti Kavoshgar 5, Fajr e Navid verranno spinti in orbita; il primo dei tre, con un equipaggio di animali sperimentali, sarà lanciato dal sito di Semnan entro il 22 agosto 2011 (cioé entro il quinto mese del calendario iraniano - Mordad).

In seguito l'Iran si impegnerà a fare entrare in fase operativa il suo nuovo vettore orbitale, il razzo Simorgh ("Fenice"), più potente del 'Safir' utilizzato finora, capace, con le sue 143 tonnellate di spinta, di scagliare un satellite di 60 chili a oltre 500 chilometri dalla crosta terrestre. L'Iran é uno dei 24 paesi fondatori del Comitato delle Nazioni Unite per gli usi pacifici dello Spazio Esterno.
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venerdì 17 giugno 2011

Il Ministero degli Esteri egiziano: "Nabil el-Arabi non si é mai incontrato con nessun esponente israeliano!"


Il Ministero degli Affari Esteri egiziano ha negato recisamente "ogni verdicità" delle voci secondo le quali, nel corso di una ipotetiva 'visita segreta' del Viceministro degli Esteri israeliano Danny Ayalon al Cairo questi si sarebbe incontrato col titolare del Dicastero Nabil el-Arabi (in procinto di lasciare la carica per diventare Segretario della lega araba).

Il tabloid della sera "Maariv" ha 'sparato' la notizia del presunto meeting segreto in prima pagina, asserendo che esso avrebbe avuto luogo circa due settimane fa. La portavoce del Ministero degli Esteri Menha Bakhoum ha dichiarato in un post ufficiale sul sito del Ministero che "quanto é stato recentemente asserito da alcuni media israeliani riguardo a incontri segreti tra Ayalon ed El-Arabi non corrisponde in alcuna parte alla realtà dei fatti; qualora il titolare degli Esteri si fosse incontrato con qualunque rappresentante israeliano non vi sarebbe stato bisogno alcuno di segretezza o riservatezza".

Secondo il tabloid israeliano l'incontro si sarebbe tenuto nella capitale egiziana e sarebbe stato centrato sulla possibilità che l'Egitto denunciasse e abrogasse alcune clausole del 'trattato di pace' siglato oltre trenta anni fa da Anwar Sadat, un trattato iniquo e ingiusto che verrebbe volentieri annullato dalla maggior parte dei cittadini egiziani.

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Ritardi e problemi al varco di Rafah: per questo é necessario infrangere del tutto l'assedio sionista!


Solo persone ingenue o disinformate potevano illudersi che la riapertura del varco di Rafah, concessa solo e unicamente per il transito di passeggeri, avrebbe potuto rappresentare più che un palliativo per le drammatiche condizioni in cui versa la Striscia di Gaza, strangolata dall'assedio sionista. A confermare questo fatto stanno arrivando in questi giorni notizie di sempre più frequenti disagi e problemi per i residenti dell'enclave palestinese.

Solo nella giornata di ieri sei pullman di viaggiatori su otto sono stati respinti dalle autorità di confine egiziane, per la maggior parte in possesso di visti verso paesi terzi e diretti verso l'aeroporto internazionale del Cairo e molti dei viaggiatori bloccati hanno improvvisato sit-in o altre forme di protesta. Secondo le stime del Governo Hanyieh sono circa 15mila i Palestinesi che hanno bisogno per un motivo o per l'altro di lasciare l'enclave assediata attraverso Rafah.


Fra le persone che più urgentemente devono lasciare la Striscia vi sono i sofferenti di malattie croniche che hanno bisogno di terapie o interventi in Egitto. Finora 360 malati palestinesi sono morti per le conseguenza del disumano assedio israeliano.
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Jumblatt: "Il mio incontro con Nasrallah é stato assolutamente produttivo e soddisfacente!"


Il leader storico della comunità drusa libanese, nonché capo del Partito Socialista Progressista Walid Jumblatt ha dichiarato, in una intervista tenutasi poco dopo il suo meeting con Hassan Nasrallah di Hezbollah che il loro incontro é stato 'eccellente' indicando come entrambe le parti abbiano convenuto sulle priorità sociali ed economiche del Governo Mikati.

Secondo il quotidiano As-Safir, sulle cui pagine è apparsa l'intervista "la feroce campagna denigratoria cui l'Esecutivo é sottoposto da parte dei media filoimperialisti e filoisraeliani non é assolutamente sorprendente, ma non riuscirà a disinnescare lo zelo riformatore del nuovo gabinetto", Jumblatt ha commentato ironicamente che gli stessi media che ora si scatenano contro il Governo sono quelli che per settimane hanno giurato e spergiurato che la coalizione 8 marzo e il PSP non sarebbero mai riusciti a produrre un accordo "abbiamo avuto costanza e pazienza e abbiamo mostrato che noi avevamo ragione e loro torto".

"Non siamo certo spaventati e confronteremo ogni campagna di menzogne e insinuazioni nello stesso modo: con calma e alzando il livello di impegno e produttività delle nostre iniziative di Governo". Quasi contemporaneamente anche il movimento sciita Hezbollah rilasciava una dichiarazione riguardo la natura cordiale e produttiva dell'incontro tra Nasrallah e Jumblatt.
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giovedì 16 giugno 2011

Kurtlar Vadisi Filistin: il kolossal turco d'azione ispirato dal massacro della 'Freddom Flotilla'



Siamo lieti di presentare ai nostri lettori una versione sottotitolata in inglese del film d'azione turco "Kurtlar Vadisi Filistin" ("La Valle dei Lupi: Palestina"), 'spin off' cinematografico di una fortunatissima serie di spionaggio creata da Osman Sinav che ha trasformato Necati Şaşmaz in una superstar e di cui é già annunciato il prossimo capitolo, ambientato nel Caucaso (Kurtlar Vadisi Karabakh).

Ispirata ai tragici fatti della 'Freedom Flotilla' e dell'arrembaggio alla Mavi Marmara (a bordo della quale i commando israeliani assassinarono dieci persone) la pellicola é un buon actioneer che non rinuncia ai momenti 'classici' del genere, come le battute laconiche intrise di umorismo nero. Il film ha facilmente scalato ogni classifica di incassi non solo in Turchia, ma anche in tutto il Medio Oriente e in Germania.

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L'Iran lancia in orbita il suo secondo satellite geostazionario!



Rassad, cioé "Osservatore", é il nome del secondo apparecchio geostazionario lanciato in orbita dall'Iran, nono stato della terra a mettere in orbita un satellite; il lancio, secondo quanto riportato dall'Agenzia Stampa ufficiale IRNA ha avuto luogo nella giornata di ieri presso il poligono spaziale iraniano di Semnan, da cui era già stato lanciato nel 2009 Omid, il primo satellite iraniano lanciato dalla madrepatria.

Infatti la Repubblica Islamica aveva già messo in orbita un suo satellite, Sinah, nel 2007, ma attraverso un vettore russo. Il successo di Sinah, comunque, aveva dato importanti indicazioni agli scienziati e ai tecnici di Teheran per proseguire nel loro programma spaziale, che ieri ha compiuto un importantissimo passo in avanti. Rassad, come indicato dal suo nome, monta al suo interno un sofisticato apparato di rilevazione d'immagine ed é in grado di inviare fotografie e video alla stazione di controllo in tempo reale.

Rassad compie 15 rotazioni attorno alla Terra ogni 24 ore, ad una altezza approssimativa di 260 chilometri dal suolo. Oltre a Sinah, Omid e Rassad la Repubblica islamica ha lanciato in volo suborbitale diverse cavie animali (tra cui vermi, tartarughe e topi) per studiare la possibilità, nel prossimo futuro (alcuni dicono entro il 2020), di effettuare la sua prima missione spaziale umana.
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Prima riunione a Beirut per il Governo di Najib Mikati!

Il nuovo Governo libanese di centro-sinistra, presieduto da Najib Mikati ha tenuto ieri la sua prima seduta ufficiale nel Palazzo di Baabda, sotto l'egida del Presidente Michel Suleiman, durante l'incontro é stata nominata la commissione incaricata di redigere il manifesto programmatico del nuovo esecutivo, composta dai ministri Charbel Nahhas (Lavoro), Shakib Qartabawi (Giustizia), Ali Kanso (Senza Portafoglio), Ali Hasan Khalil (Salute), Mohammad Safadi (Finanze), Nazem al-Khouri (Ambiente) e Wael Abu Faour (Affari Sociali).

Il Presidente Suleiman ha aperto la sessione con una dichiarazione che ha sottolineato doveri e sfide che il neonato gabinetto dovrà affrontare e risolvere, quindi il Premier Mikati ha preso la parola annunciando i punti salienti del programma di Governo. Ovviamente la riunione é stata disertata dal Segretario del Partito Democratico Libanese Talal Arslan, avendo questi rassegnato le proprie dimissioni appena annunciata la lista dei ministri. Arslan non era soddisfatto del Ministero di Stato senza Portafoglio che gli era stato riservato ed ha annunciato che non sosterrà Mikati durante il voto di fiducia, facendo scendere la sua maggioranza da 68 a 66 voti (su 128 deputati).

Secondo quanto riportato dal Ministro per l'Informazione Walid al-Daouk Mikati ha esordito assicurando che il suo Esecutivo non condurrà una politica partigiana, ma opererà nell'interesse della comunità nazionale, ha poi espresso il suo apprezzamento per l'opera di sostegno e facilitazione alle trattative per la formazione del gabinetto svolta dal Presidente della Camera Nabih Berri e le comunità sciita e sunnita per avere mantenuto un atteggiamento costruttivo e positivo per tutta la durata dei negoziati. Il neo-Premier ha indicato nelle "sfide economiche e sociali del prossimo futuro" la prima arena in cui la squadra di Governo sarà chiamata a dar prova di sé, invitando tutti i ministri a impegnarsi al massimo delle loro capacità fin dai primi giorni di incarico.
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Il Ministro tedesco Dirk Niebel visita la Striscia di Gaza, annuncia investimenti per 73 milioni di Euro!


Il Ministro tedesco per lo Sviluppo, Dirk Niebel, ha dichiarato durante la sua recente permanenza a Gaza, che la Riconciliazione Hamas-Fatah é "un importantissimo passo avanti" e che giocherà un ruolo decisivo nel "successo della soluzione a due stati". Niebel, durante una conferenza stampa tenutasi al Quartier Generale dell'UNWRA ha dichiarato che non può esistere una seria e consistente politica di sviluppo senza una soluzione dell'impasse in cui é caduto il processo negoziale nell'ultimo periodo, invitando il Regime ebraico a cancellare una volta per tutte l'assedio contro la popolazione civile di Gaza.

Il Ministro ha anche annunciato che la Repubblica Federale Tedesca investirà cinquanta milioni di Euro nell'impianto fognario a Est del campo profughi di Breij, nella fascia centrale della Striscia di Gaza, e tre milioni di Euro per la costruzione di nuove scuole in sostituzione di quelle bombardate e distrutte da israele durante il "pogrom" militare svoltosi tra dicembre 2008 e gennaio 2009. Un altro importante investimento (20 milioni di Euro) é stato annunciato per l'impianto fognario di Sheik Ajlin, visitato dallo stesso Niebel.

Niebel si é anche incontrato, subito dopo la visita a Sheik Ajlin, con l'Alto Commissario dell'UNWRA, Filippo Grandi.
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mercoledì 15 giugno 2011

Martedì prossimo incontro al Cairo per Abbas e Mishaal, per dirimere la questione dei prigionieri politici!

Rappresentanti di Hamas e Fatah hanno concluso una riunione al Cairo nella giornata di ieri; dai 'rumor' filtrati subito dopo il termine dell'incontro sembra che le procedure di riunificazione sotto l'egida dell'OLP tra le posizione dei due gruppi siano attualmente in fase di elaborazione.

L'incontro é stato aggiornato al 21 giugno e, per cercare di smuovere la situazione, sono stati convocati Mahmud Abbas e Khaled Mishaal, leader massimi delle due parti.

Sembra, come parzialmente confermato dal membro del Politburo di Hamas Ezzet al-Resheq, che il punto più 'caldo' della trattativa sia la questione dei prigionieri politici fatti da Fatah nel suo periodo di servile collaborazione con Israele.

La maggior parte dei cisgiordani, infatti, sosteneva e aveva votato per Hamas, che però, a causa del tentato Colpo di Stato di Fatah, si era dovuta ritirare nella Striscia di Gaza, in quanto meglio difendibile.

Il capo del Mukhabarat egiziano Murad Mufadi e il capo della "Sezione Palestina" dei servizi segreti del Cairo Mohammed Ibrahim hanno presenziato all'incontro.
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martedì 14 giugno 2011

Il dittatore Ben Ali sarà processato in contumacia, nelle sue ville trovati milioni di dollari e chili di droga!


L'ex "uomo forte" di Tunisi, il filo-imperialista e filo-sionista Zine el Abidine Ben Ali, cacciato a inizio anno dalle massicce proteste di piazza iniziate con l'autoimmolazione di un giovane fruttivendolo abusivo che aveva avuto le merci confscate dalla sbirraglia del regime sarà processato in contumacia da un tribunale criminale e da uno militare.

Numerose le accuse levate contro l'autocrate in esilio (ospite dell'ultimo monarca assoluto del mondo, Abdallah Saoud) nel procedimento che inizierà ufficialmente la prossima settimana: abuso di potere, omicidio di oppositori e dissidenti, contrabbando di antichità romane e cartaginesi, e, addebito inusuale per i Capi di Stato (a meno che uno non si chiami Manuel Noriega), persino narcotraffico.

Nei suoi palazzi, che condivideva con l'avida e ambiziossima moglie, l'ex sciampista Leila Trabelsi infatti sono stati rinvenuti "chili e chili" di stupefacenti (semrba soprattutto cannabis e hashish), visto che, apparentemente Ben Ali non seguiva i dettami del rastafarianesimo o lo stile di vita dello 'stoner', sembra proprio che lui o quantomeno il suo clan di parenti fosse impegnato anche nel contrabbando di droga. In 'denaro spicciolo' invece le residenze dell'ex padre padrone della Tunisia hanno rivelato la presenza di "soli" ventisette milioni di dollari (circa 18 milioni e 700 mila Euro).
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In esclusiva su "Palaestina Felix" ecco nome e volto del provocatore sionista arrestato in Egitto!


Ha un nome e un volto il cittadino israeliano fermato dai giovani di Piazza Tahrir mesi fa durante le proteste contro la dittatura filoamericana e filoisraeliana di Mubarak mentre cercava di convincere con denaro e altre lusinghe i manifestanti a compiere atti di violenza, vandalismo, incendi e ad attaccare le forze armate egiziane quando era ormai chiaro che queste non avevano alcuna intenzione di reprimere nel sangue i moti di piazza (come evidentemente Sion sperava e si augurava).
Il provocatore del Mossad si chiama Ilan Chaim Grabel e qui sopra, in una foto che pubblichiamo in anteprima assoluta per l'Italia, potete vederne la faccia.

Non cercate questa vera notizia sulle testate dirette o nei programmi orchestrati dai "riccetti" Enrico Mentana, Gad Lerner, Corradino Mineo o Clemente Mimun, loro sono troppo impegnati a raccontarci le balle delle "blogger siriane lesbiche", che poi si rivelano essere panciuti e barbuti americani del Midwest!

Grabel, veterano del 101esimo battaglione della 35. brigata di paracadutisti israeliana sarebbe reduce dell'invasione del Libano del 2006 e, una volta congedato, sarebbe stato arruolato dal Mossad, che lo ha inviato in Egitto col compito di 'spiare, danneggiare e sabotare l'atmosfera politica, sociale ed economica"; ovviamente, appena iniziati i moti anti-Mubarak da Tel Aviv é arrivato l'ordine di scatenare a ogni costo incidenti e disordini, per dare al Governo del 'faraone' la scusa per condurre una repressione in stile Piazza Tienanmen.

Secondo il Supremo Prosecutore di Stato, Hesham Badawi, la copertura assunta da Grapel era quella di 'giornalista freelance', che gli permetteva di seguire da vicino gli eventi della Rivoluzione attendendo il momento 'adatto' per istigare distruzioni, saccheggi e confronti violenti con le forze militari, sperando di scatenarne la reazione. Ovviamente il Mossad ha totalmente voltato le spalle a Grapel, negando di conoscerlo, negando che sia un suo agente, negando persino che sia cittadino del Regime ebraico. Per la serie..."con amici come questi"...
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Il Vicepresidente Mansour assediato dai dimostranti: "Vattene entro domani!"


Sembra ormai che sia sempre più vicino il momento in cui il nome di Ali Abdullah Saleh si unirà alla lista di quei tiranni arabi spazzati via dalla "Primavera" del 2011, dopo Zine el Abidine Ben Ali in Tunisia e Hosni Mubarak in Egitto ma, a testimonianza di quanto secondaria e superflua sia ormai la sua figura non sarà l'ex-Padre Padrone dello Yemen a deciderlo, bensì il suo Vice, Abdrabuh Mansour.

Il Vice-presidente, in carica da quando Saleh é stato trasferito d'urgenza in Arabia Saudita per le gravi ferite subite nel suo palazzo a causa di un attacco con razzi e bombe da mortaio, é infatti ormai assediato da manifestanti che domandano a gran voce le sue dimissioni e il passaggio delle redini del paese a un Consiglio di transizione, che gestisca il passaggio del paese alla Democrazia.

In una conferenza stampa tenuta nella capitale Sanaa i membri del "Comitato supremo per la Rivoluzione" hanno chiarito che le loro azioni e manifestazione subiranno un'escalation a partire da domani se da Mansour verrà altro che una resa incondizionata alla loro richieste. Ieri il Ministro della Difesa di Saleh ha detto che il sessantanovenne autocrate di Sanaa 'sta bene' e presto si rivolgerà alla nazione, ma persino i più sfegatati sostenitori del Presidente sono disposti a credere che un settuagenario con ustioni del secondo e terzo grado sul quaranta per cento del corpo e metà del viso 'carbonizzato' sia sul punto di riprendere in mano la situazione.
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Il Partito della Fratellanza Musulmana in Egitto cerca un'ampia coalizione per 'De-mubarakizzare' definitivamente il paese!


Il rappresentante del Partito di Libertà e Giustizia egiziano, Dottor Essam el-Erian, ha dichiarato che la formazione politica creata dalla Fratellanza Musulmana non punta a monopolizzare la scena politica del Cairo, ma al contrario, nella delicata fase della transizione dalla dittatura di Mubarak a una forma piena e compiuta di democrazia ritiene fondamentale contribuire a costruire una maggioranza "il più ampia possibile", che riesca a esprimere in Parlamento il consenso del composito e variegato movimento di massa che ha costretto tra gennaio e febbraio il despota filo-sionista ad abbandonare lo scranno.

La Fratellanza Musulmana ha già annunciato la sua intenzione di concorrere solo nel 50 per cento dei collegi elettorali; la notizia si accorda con le voci di accordi di desistenza tra il Partito di Libertà e Giustizia e altre forze per costituire una coalizione già prima delle elezioni, forse anche una piattaforma di Governo. Nel corso della prima conferenza pubblica del nuovo partito; tenutasi nel villaggio settentrionale di Bahteem, Erian ha dichiarato:"Esattamente come é inutile iniziare a litigarsi le fette di una torta che deve ancora essere messa in forno, adesso non avrebbe alcun senso entrare in competizione con le altre forze politiche con le quali siamo riusciti a cacciare Mubarak, le radici della sua macchina repressiva, gli ufficiali corrotti, i giornalisti asserviti, sono ancora presenti in tutti gli strati della società".

La necessità di una attenta e rigorosa campagna di "De-mubarakizzazione" é evidente, altrimenti Usa e Israele potrebbero riuscire, manipolando il sistema democratico, a insediare un loro nuovo fantoccio al potere, 'innestandolo' sulla struttura lasciata dietro di sé dall'autocrate deposto. Erian ha poi lodato la Giunta di transizione per aver presentato la bozza del nuovo bilancio alle forze politiche prima della sua approvazione, in modo da raccogliere input e suggerimenti, "Questa procedura", ha concluso", "dovrebbe essere seguita con tutti gli altri provvedimenti della Giunta transitoria".
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Nasce il Governo Mikati: "Tutto per il Libano, tutto per i suoi Lavoratori" (Ma l'LDP brontola e pesta i piedi)


Con lo slogan "Tutto per il Libano, tutto per i suoi Lavoratori" il Premier designato Najib Mikati ha presentato finalmente, quattro mesi e mezzo dopo il rovesciamento dei rapporti di forza parlamentari, la lista dei ventinove ministri del suo Esecutivo, sancendo così il 'requiem' definitivo per l'interregno di Saad Hariri, Primo Ministro giubilato che, dietro la scusa di gestire l'interim non ha cessato un solo giorno di brigare e tramare per destabilizzare il Libano e portare avanti l'agenda dei suoi padroni yankee e sionisti, interessati soprattutto a usare il Paese dei Cedri come una sorta di Pachistan da cui destabilizzare la vicina Siria, una 'staging area' per terroristi e provocatori che tanti lutti e devastazioni hanno causato in questi ultimi mesi nel tentativo di minare il potere del Presidente Bashir Assad.

NOME                   SETTA            PARTITO           INCARICO


Najib Mikati             Sunnita                                            


Samir Mokbel              Sunnita      Indipendente2       Vicepremier
Mohammad Fneish       Sciita         Hezbollah         Ministro della PA e dello Sviluppo
Wael Abu-Faour           Druso           PSP               Ministro degli Affari Sociali
Gebran Bassil               Maronita       LMP               Ministro dell'Energia e dell'Acqua
Hussein Al-Hajj Hasan Sciita             Hezbollah        Ministro dell'Agricoltura
Charbel Nahhas           Cattolico        LMP               Ministro del Lavoro
Fahdi Abboud              Maronita        LMP               Ministro del Turismo
Talal Arslan                  Druso            LDP                    Ministro di Stato senza Portafoglio
Nicolas Fattoush          Cattolico        Indipendente1     Ministro per gli Affari Parlamentari
Ghazi Al-Aridi              Druso            PSP                     Ministro dei Lavori Pubblici
Ali Kanso                     Sciita             SSNP                  Ministro di Stato senza Portafoglio
Ali Hasan Khalil            Sciita             Amal                   Ministro della Salute
Mohammad Safadi       Sunnita           Indipendente1      Ministro delle Finanze
Salim Karam                Maronita        Marada                Ministro di Stato senza Portafoglio
Alaa El-Din Terro         Sunnita       PSP      Ministro delle Politiche Migratorie e dei Rifugiati
Ahmad Karameh           Sunnita         Indipendente1     Ministro di Stato senza Portafoglio
Nazem Al-Khouri       Maronita         Indipendente2     Ministro dell'Ambiente
Fayez Ghoson           Greco Ortodosso  Marada            Ministro della Difesa
Shakib Qartabawi      Maronita         LMP                     Ministro della Giustizia
Adnan Mansour         Sciita           Amal                         Ministro degli Esteri
Nicolas Nahhas           Greco Ortodosso   Indipendente1  Ministro dell'Economia
Marwan Charbel           Maronita          Indipendente2     Ministro dell'Interno
Elias Sabounjian          Armeno               Tashnaq           Ministro dell'Industria
Walid Al-Daouk          Sunnita             Indipendente1     Ministro dell'Informazione
Panos Manjian            Armeno               Tashnaq           Ministro di Stato senza Portafoglio
Hassan Diab               Sunnita              Indipendente1     Ministro dell'Educazione
Gaby Layoun              Greco Ortodosso  LMP               Ministro della Cultura
Nicolas Sahnawi         Cattolico               LMP               Ministro delle Telecomunicazioni
Faisal Karameh           Sunnita               Alleanza 8/3      Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili


A dire la verità a coprire parzialmente il sole che pareva splendere radioso su una giornata storica per il Libano sono arrivati i 'mal di pancia' di Talal Arslan, leader del partner di minoranza del Partito Democratico Libanese che, scontento del ruolo 'poco prestigioso' riservatogli (un Ministero di Stato senza Portafoglio, ma che pretendeva coi suoi due miseri deputati su una coalizione di 68?), non ha aspettato tempo ad annunciare le sue dimissioni e l'uscita dell'LDP dalla coalizione di Governo, pur specificando che la sua formazione sarà sempre "legata a Hezbollah e ai valori della Resistenza". Arslan e i suoi si asterranno dal voto di Fiducia ma i numeri della compagine di Mikati non sono in pericolo, potendo la sua maggioranza contare comunque su 66 deputati fedeli contro i 60 della coalizione conservatrice.

Il Libero Movimento Patriottico dell'ex-Generale Aoun fa il pieno di poltrone, Hezbollah e Amal cedono un gabinetto a favore dei sunniti (mossa essenziale per garantirsi il loro appoggio), ma vengono compensati con dicasteri di primo piano (Pubblica Amministrazione, Agricoltura, Salute, Esteri, più un Ministero di Stato a uno sciita dell'SSNP), la Difesa va al Marada di Frangieh, che porta a casa solo un altro Ministero, peraltro senza Portafoglio, così come gli Armeni del Tashnaq (che inoltre ricevono l'Industria), Lavori Pubblici, Affari Sociali e Politiche dei Migranti e Rifugiati ai Drusi del PSP, con le altre cariche divise tra indipendenti fedeli al Premier (Affari Parlamentari, Finanze, Economia e Commercio, Informazione, Educazione), fedeli al Presidente Sleiman (Vicepremier, Ambiente, Interno), Ministero dello Sport a un rappresentante 'di coalizione' non affiliato ad alcun partito.

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lunedì 13 giugno 2011

Il pittore palestinese Jamal Badwan ha firmato il più grande dipinto a olio del mondo!



Jamal Badwan, come tanti milioni di Palestinesi in tutto il mondo, ha dovuto lasciare la sua terra natale, stabilendosi infine in Ucraina, dove si é sposato e ha messo su famiglia; pittore per vocazione e professione, la sua sensibile anima artistica non ha mai scordato lo strazio e l'angoscia derivati dalla mancanza di uguaglianza e rispetto che vigono nella sua madrepatria, sottoposta al Regime dell'occupazione sionista.

Badwan, nella sua visione artistica e umana, trova conforto e rifugio dalle ingiustizie e dalla sopraffazione nell'infanzia e nell'atteggiamento aperto e inclusivo tipico dei bambini, che di loro natura sono incapaci anche solo di concepire l'intolleranza e l'odio. Proprio per celebrare i bambini di tutto il mondo e il riscatto dagli errori e dagli orrori del passato che in essi speriamo possibile l'artista palestinese ha prodotto un'opera eccezionale: il dipinto a olio più grande del mondo, che é stato presentato ieri pomeriggio a una folla di spettatori dove, forse come segno di buon augurio, bambini e bambine erano presenti in massa.

La realizzazione dell'opera gli é costata quattro anni di lavoro indefesso, 500 chili di tinte ad olio e circa 40 mila Euro di spese. Ma Badwan ha saputo fare anche di più, ha infatti reso i bambini di tutto il mondo suoi attivi collaboratori: chiedendo loro di fare un disegno sul tema della Pace ha arrangiato i loro fogli tutti attorno al nucleo centrale della tela, in modo che alla sua visione facciano da cornice i disegni e le speranze dei bambini di tutto il mondo. Adesso espositori e galleristi in Europa Orientale, in Olanda e negli Emirati Arabi si stanno già facendo concorrenza per assicurarsi la possibilità di ospitare l'ambiziosa tela.
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I Soliti Ignoti si introducono in una base aerea israeliana e portano via otto motori d'aereo, così, tanto per gradire!


Chi ha letto "La Pelle" di Curzio Malaparte, ricorderà, tra i mille episodi che tra il macchiettistico e il tragico che scandiscono la vita frenetica e sonnolenta insieme della metropoli partenopea occupata dalle truppe alleate, quello esemplare del carro armato 'Sherman' trainato fino a un cortile e quindi aggredito meticolosamente da meccanici e mercanti di rottami fino a quando della sua presenza un tempo imponente non rimane che una chiazza d'olio sul lastricato; ebbene, pare che qualcosa di molto simile si avvenuto in Israele dove l'aviazione dello Stato ebraico ha lanciato un'inchiesta per chiarire la scomparsa non di uno, ma di ben otto motori turbojet provenienti da caccia F-15 ed F-16.

Secondo quanto riportato dalla France Press il furto sarebbe avvenuto alla base aeronautica di Tel Nof, presso Rehovot, a 20 chilometri a sud di Tel Aviv e sembrerebbe essere opera di un gruppo di "soliti ignoti" che sarebbero riusciti a penetrare il perimetro non esattamente sguarnito di una delle installazioni militari-chiave del sistema militare israeliano. Altro mistero, poi, sarebbe il come i furtivi visitatori abbiano fatto a portare via dall'ex base della RAF otto oggetti lunghi dai cinque a sei metri e pesanti tra i 1700 e i 2000 chili (i propulsori del bimotore F-15 sono leggermente più corti e leggeri di quelli del monomotore F-16).

Gli imbarazzatissimi ufficiali del 'Zroa Havir' sostengono che i turbojet erano alla fine della loro vita operativa, ma pensiamo che sia superfluo ricordare ai nostri lettori come anche da un motore non più funzionante si possono estrarre interessanti informazioni. Siamo certi che alla Lockheed Martin, la multinazionale dell'aeronautica militare che fornisce al Regime dell'Apartheid gli apparecchi con cui sono stati effettuati attacchi e bombardamenti contro obiettivi civili a Gaza e in Libano qualcuno abbia inarcato parecchio le sopracciglia a questa dimostrazione di faciloneria e permeabilità delle strutture militari israeliane, soprattutto ora che dovrebbero venire consegnati a Israele i primi F-35.

All'ombra del Campidoglio, invece, siamo certi che l'AIPAC e gli altri tentacoli della "Lobby a Sei Punte" stanno entrando in fibrillazione perché l'inquilino nero della Casa Bianca conceda a Tel Aviv nuovi aiuti militari...

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I giovani di Piazza Tahrir hanno arrestato un provocatore israeliano durante le dimostrazioni anti-Mubarak!


E' emersa nella giornata di ieri la notizia che un uomo di nazionalità israeliana é stato arrestato in Egitto durante le manifestazioni che hanno portato alla deposizione di Hosni Mubarak, il tiranno filo-sionista e filo-imperialista al potere da trenta anni. L'arrestato, accostando giovani egiziani in Piazza Tahrir, centro delle proteste contro l'autocrazia del Presidente-dittatore, cercava di incitarli a commettere atti di violenza e vandalismo, promettendo loro somme di denaro in ricompensa.

In particolare, l'agente sionista sembrava molto interessato alla possibilità di provocare scontri con le truppe dell'esercito, chiamate da Mubarak in piazza, ma poi rifiutatesi di imbracciare le armi contro i manifestanti. Questo fatto spiega molto bene il modus operandi di Tel Aviv di fronte alle dimostrazioni della primavera araba, e quanto il Regime dell'Apartheid tema l'affermarsi della democrazia nei paesi vicini e circostanti.

I giovani egiziani, dapprima fingendo di dare retta al provocatore, sono riusciti a prenderlo in trappola e a consegnarlo alle forze armate che voleva vedere attaccate. Con la caduta di Mubarak e la salita al potere del Consiglio militare di transizione l'israeliano é stato preso in consegna dalle autorità militari insieme al membro delle forze speciali ('Sayeret Matkal') a sua volta arrestato durante le proteste. Dopo il trionfo della rivoluzione diverse manifestazioni si sono susseguite al Cairo di fronte all'ambasciata israeliana, con la folla che chiedeva la sua immediata chiusura e l'espulsione di tutta la delegazione diplomatica sionista, guidata da Yitzhak Levanon.
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domenica 12 giugno 2011

Ex ambasciatore iraniano in Siria invita il Gran Sceicco di Al-Azhar e il Gran Mufti egiziano a visitare la Repubblica Islamica!


L'Assemblea Mondiale Ahlul-Bayt di Teheran ha invitato a una visita ufficiale della Repubblica Islamica due famose figure religiose egiziane: il Grande Sceicco della Moschea di Al-Azhar, Ahmed al-Tayeb e il Gran Mufti d'Egitto Ali Gummah; la notizia é stata annunciata dal Segretario generale Mohammed Hassan Akhtari, Hojjatoleslam dell'Assemblea (ed ex-ambasciatore iraniano in Siria) che si é detto certo che l'iniziativa contribuirà "in maniera decisiva" a migliorare i rapporti fra i due paesi, attualmente in corso di rapido riavvicinamento.

"Siamo in trepidante attesa della visita del Grande Sceicco Al-Tayeb e di altre figure religiose egiziane che aiuterà certamente la causa della fratellanza e della cooperazione egizian-iraniana" ha dichiarato Akhtari ai microfoni dell'agenzia di stampa ufficiale Irna. Precedentemente, ai primi di maggio, circa 50 esponenti dell'elite sociale, culturale e religiosa egiziana hanno visitato ufficialmente Teheran per cinque giorni.

A latere della Sedicesima Conferenza dei Ministri degli Esteri dei Paesi Non-Allineati, tenutasi nell'isola di Bali, l'iraniano Ali Akbar Salehi e l'egiziano Nabil al-Arabi si sono incontrati e confrontati a lungo; dopo il meeting al-Arabi (in procinto di lasciare la poltrona degli Esteri per diventare nuovo Segretario della Lega Araba) ha dichiarato ufficialmente che l'Egitto é pronto e ansioso di migliorare le proprie relazioni con la Repubblica Islamica.

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Hamas: "Israele deve rispondere della vita e della salute di Wasfi Qabaha, rapito senza motivo dai suoi soldati!"


Hamas ritiene le forze sioniste di occupazioni 'moralmente responsabili' per la salute dell'ex Ministro per gli Affari dei Prigionieri Wasfi Qabaha che é stato rapito da soldati israeliani venerdì all'alba mentre si trovava in casa con la moglie, in un sobborgo occidentale di Jenin.

L'ammonimento é stato trasmesso in un comunicato rilasciato poco dopo la diffusione della notizia del sequestro; Qabaha é stato otto volte nelle mani delle forze di occupazione, spendendo 12 anni della sua vita in stato di prigionia, quasi sempre in regime di 'detenzione amministrativa', la pratica illegale che consente a Israele di tenere in carcere un Palestinese in barba alle più elementari norme di 'Habeas Corpus' in vigore nei paesi civili.

Hamas ha lanciato un appello "a tutti gli amici e i sostenitori della libertà e dei diritti civili" a esercitare pronte e intense pressioni sul Regime ebraico affinché rilasci Qabaha, sofferente per varie malattie, spesso contratte o aggravatesi a causa delle disumane condizioni di detenzione a cui é stato sottoposto per anni e anni.
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Abdullah Saleh non sta affatto bene: bollettini medici parlano di complicazioni polmonari e respiratorie!


Sembra proprio che i resoconti che davano le ferite dell'uomo forte yemenita Abdullah Ali Saleh come 'superficiali' e 'in via di guarigione' fossero proprio infondati e rilasciati più che altro per motivi di convenienza politica (erano infatti riportate e ripetute soprattutto dal suo vice Abd rabbuh Mansour); é ormai infatti una settimana che Saleh é stato trasferito d'urgenza nella capitale saudita, Riyadh, e i bollettini medici parlano ormai apertamente di 'gravi problemi polmonari e respiratori' che sarebbero sorti dopo la rimozione chirurgica di una grossa scheggia di legno che gli era penetrata nel torace.

Saleh era rimasto vittima di un'esplosione quando un'ala del suo palazzo presidenziale di Sanaa era stata presa di mira dal fuoco di razzi e mortai di guerriglieri tribali o di unità dell'esercito yemenita a lui opposte, nel corso dei gravi disordini che sembrano dover mettere fine al suo ultratrentennale 'regno' nell'ambito delle rivoluzioni e degli sconvolgimenti di questa lunga 'Primavera Araba' che fin dalle prime settimane del 2011 sta letteralmente disegnando le mappe del potere dal Nordafrica al Medio Oriente.

I suoi seguaci rimasti al potere nella capitale avevano provato a portare in piazza qualche centinaio di persone nel pomeriggio di venerdì, dopo aver diffuso la notizia che Saleh era 'uscito dalla terapia intensiva', ma senza suscitare soverchio entusiasmo nella popolazione. Ormai i dimostranti anti-governativi domandano apertamente che il vice-presidente si dimetta passando le redini del paese a un Consiglio di transizione.
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'Oliva', la barca battezzata da Vittorio Arrigoni, in missione nelle acque di Gaza contro la pirateria della Marina israeliana!


'Oliva' la barca dei volontari internazionali che a Gaza svolgono monitoraggi e interposizione per impedire a Israele di perseguitare la popolazione dell'enclave assediata peggio di quanto non faccia già, é entrata in azione nelle acque prospicenti alla Striscia a fianco dei barconi da pesca palestinesi, gli 'Hasaka'. Dotata di apparati di localizzazione e comunicazione avanzati, costantemente in contatto col porto di Gaza, 'Oliva' aiuterà i Palestinesi a pescare liberamente fino a 32 chilometri dalla costa, area riservata alle loro operazioni dagli 'Accordi di Oslo'.

Gli 'Accordi' ovviamente sono stati sempre disattesi da parte di Israele, che pretende omaggi e genuflessioni dalla controparte palestinese senza offrire niente in cambio, anzi, imponendo arbitrariamente limiti e restrizioni che non sono rilevate o sanzionate da nessuno, tantomeno dall'ipocrita 'Quartetto dei mediatori', tenuto stretto nella morsa dei media e delle lobby allineate con il sionismo e dei politici a loro servizio.

Per questo é arrivata 'Oliva', battezzata da Vittorio 'Utopia' Arrigoni con la parola italiana che designa uno dei simboli della Palestina e di tutta la grande famiglia dei popoli mediterranei. Attualmente, su circa quattromila pescatori palestinesi, 3500 non riescono a vivere del loro lavoro a causa della campagna di terrorismo e pirateria scatenata contro di loro dalla marina sionista, ansiosa di distruggere l'industria della pesca di Gaza in modo da rendere più insopportabile lo strangolamento economico esercitato da Israele contro quello che é divenuto ormai un vero e proprio 'ghetto a cielo aperto'.
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