sabato 31 dicembre 2011

Il Sud-Sudan trema sotto i colpi della violenza interetnica, ma il dittatore-cowboy pensa solo a servire il 'bwana' Netanyahu!


Si aggrava sempre di più la situazione in Sud-Sudan, provincia meridionale del Sudan smembrata a forza dal corpo vivo del grande stato africano per soddisfare le mire di Tel Aviv. Dopo una tonitruante campagna mediatica su immaginarie 'persecuzioni', che ha coinvolto George Clooney, Colin Powell, Condoleeza Rice e altri i piani di Sion sono stati soddisfatti e un rozzo e ignorante Signore della Guerra a nome Salva Kiir é stato intronato come Presidente della nuova 'Repubblica del Cocco'. Appena reso 'indipendente' il Sud-Sudan é subito precipitato in un vortice di sottosviluppo e corruzione, con Kiir e la sua corte che gozzovigliano coi profitti delle ricchezze petrolifere e minerarie e decine di migliaia di bambini che non arrivano all'età scolare per colpa di morbillo, dissenteria e difterite.

Intanto, non si arresta nemmeno la spirale della violenza etnica che, istigata ad arte per dare credibilità alla campagna mediatica sionista, é presto andata fuori controllo con il ritiro delle truppe di Khartoum, le sole che tenevano sotto controllo la micidiale miscela creata dagli alchimisti di Washington e Tel Aviv. Lisa Grande, Vicecoordinatore ONU per il Sud-Sudan ha comunicato: "La situazione nella regione di Jonglei é molto preoccupante, abbiamo notizia di 6000 miliziani Lou Nuer, una delle etnie Jonglei, che stanno marciando su Pibor, dove i Murle, loro nemici, sono in maggioranza".

Lo spettro di stragi e massacri interetnici come quelli che insanguinarono il Ruanda é il risultato delle 'indipendenze' volute da Washington e Tel Aviv, ma il Premier sionazista Benji Netanyahu se ne infischia di tutto questo e anzi, progetta il suo prossimo viaggio a Giuba, capitale del dittatore Salva Kiir, per "discutere di trattati economici e militari, specialmente riguardanti le acque del Nilo". Il Nilo, ecco il vero obiettivo di Sion! Usare le sorgenti del grande fiume per colpire Sudan ed Egitto, paesi musulmani amici dei Palestinesi e simpatizzanti con la loro causa. Ma come al solito, il diavolo fa le pentole senza coperchio: se il Sud-Sudan, come sembra probabile, si rivelerà uno Stato-fallito naufragando nella violenza e nella guerra civile cosa sarà dei progetti sionisti?
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Il Ministro degli Esteri russo apprezza le dichiarazioni della Lega Araba sulla Siria: "Imparziali e affidabili!"



Sergej Lavrov, Ministro degli Esteri di Mosca, ha espresso "soddisfazione e fiducia" riguardo alla missione degli osservatori della Lega Araba in Siria che, guidati dal Generale sudanese Al-Dabi, hanno visitato Damasco, Homs e sono attualmente impegnati in un tour di Hama, Daraa e Idlib, città a vario livello toccate dalle violenze e dagli attentati dei terroristi mercenari al soldo di Usa, Arabia Saudita e Israele.

Durante questi ultimi mesi la cagnara filosionista che detta legge sui mass-media generalisti (Fox, Sky, BBC, NBC, Cnn...) ha cercato di dipingere spaventose quanto irreali fantasie riguardo 'rivolte' che avrebbero scosso la Repubblica araba e morbose descrizioni di "repressione" a opera dell'Esercito, quando gli unici a essere fatti bersaglio delle Forze di Sicurezza siriane sono stati proprio i provocatori inflitrati, che tentavano di spargere il terrore.

"Giudicando dalle dichiarazioni della missione della Lega Araba, la situazione sembra calma e sotto il controllo del Governo", ha dichiarato Lavror "La professionalità e l'imparzialità di cui finora gli osservatori hanno dato prova é la miglior garanzia riguardo le buone possibilità che esistono di disinnescare una situazione che altri avrebbero voluto veder degenerare fino alle estreme conseguenze".
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Arrivano 3000 filtri per dialisi a Gaza! I pazienti palestinesi salvati dalla solidarietà del Soccorso islamico


Le autorità egiziane hanno annunciato nella giornata di venerdì di avere acconsentito all'entrata di un convoglio nazionale di aiuti medici di attraversare il varco di confine di Rafah entrando nella Striscia di Gaza assediata.

Il Segretario Generale del Distretto del Nord del Sinai e Direttore della sezione locale della Mezzaluna Rossa, Generale Jaber al-Arabi ha dichiarato in una conferenza stampa che circa 10 tonnellate di medicinali e provviste mediche sono state portate nel ghetto palestinese, come dono dell'Associazione medica egiziana.

Al-Arabi ha poi aggiunto: "Questi aiuti comprendono farmaci e consumabili medici urgentemente necessari per compensare, almeno in parte, gli effetti dell'assedio sionista contro Gaza. La nostra operazione é stata coordinata con la Mezzaluna Rossa palestinese e il Ministero della Sanità palestinese che si incaricherà di distribuire equamente gli aiuti a ospedali, cliniche ed ambulatori".

Inoltre, ben tremila filtri per dialisi sono stati donati dal Soccorso islamico agli ospedali di Gaza e sono riusciti a entrare insieme agli aiuti egiziani. Recentemente l'allarme era stato lanciato quando meno di 30 filtri erano rimasti disponibili ai pazienti sofferenti di insufficienze renali, forzando i meno gravi a saltare qualche sessione di dialisi.
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Attacco aereo sionista assassina un palestinese e ne ferisce altri cinque nel Sudovest della Striscia di Gaza!


E' di un morto, un ferito grave e quattro lievi il bilancio dell'ultimo raid aereo sionazista sul ghetto costiero di Gaza, consumatosi ieri mattina quando, con l'usuale codardia, un jet militare israeliano del costo di centinaia di milioni di dollari (pagati dai contribuenti americani e tedeschi grazie ai grassi assegni di "aiuto al terzo mondo" e "compensazioni per l'olocau$to") si é gettato in picchiata contro un gruppo di civili del quartiere di Juhr al-Dik, nel settore sudoccidentale della Striscia.

Secondo quanto riportato da fonti locali, confermate anche da network televisivi regionali e internazionali l'apparecchio ha lanciato un missile contro i suoi bersagli civili, uccidendo sul colpo un uomo e ferendone gravemente un altro, che é stato prontamente trasferito nel più vicino ospedale. Fortunatamente gli altri quattro non hanno subito se non ferite minori, che non hanno reso necessario più che un cursorio passaggio in pronto soccorso.

L'ucciso risponde al nome di Moumen abu Daf (foto sopra) mentre, finora, non é ancora nota l'identità del ferito che rischia, é sempre bene ricordarlo, di aggiungersi molto presto al conto dei morti, stante la costante e tragica emergenza sanitaria che, causata dall'illegale e insensato assedio economico sionazista, attanaglia tutte le cliniche e gli ospedali dell'enclave palestinese.
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Manifestazioni ad Amman, Irbid, Salt e Karak: il Fronte d'Azione Islamico si mobilita dopo l'attentato incendiario di Mafraq!


La Fratellanaza Musulmana giordana, dopo che la propria sede di Mafraq é stata distrutta con un attentato incendiario da agenti monarchici, ha mobilitato il Fronte d'Azione Islamico, suo braccio politico, portando in piazza migliaia e migliaia di manifestanti in varie città del paese, nella più grande dimostrazione di massa da molti mesi a questa parte. Come d'uso le manifestazioni si sono tenute dopo le preghiere del venerdì; nella capitale Amman i partecipanti hanno marciato dalla Moschea di Al-Hussein fino al Municipio cantando "Quel che é troppo é troppo" e portando bandiere e striscioni che chiedevano vere riforme economiche e politiche, la fine della corruzione e condannavano Re Abdallah II per i suoi tentativi di "intimidazione violenta".

Rappresentanti del Fronte d'Azione Islamico hanno dichiarato che, negli scontri di Mafraq le forze dell'ordine sono rimaste a guardare mentre gli agenti monarchici davano fuoco alla sede dell'opposizione, interponendosi poi, quando le fiamme erano appena divampate e c'era ancora la speranza di poterle domare salvando la struttura, lasciando invece che la consumassero completamente: "La connivenza tra gli attaccanti e i servizi di sicurezza era evidente e spudorata".

"La Fratellanza Musulmana, tuttavia, non abbandonerà la sua richiesta di riforme, non si arrenderà nella lotta alla corruzione e all'atteggiamento reazionario della Corte e dei suoi manutengoli", ha dichiarato Rheil Gharaibeh, portavoce del movimento. Altre imponenti manifestazioni si sono tenute, oltre che nella capitale, anche nelle cittadine di Irbid e Salt, nel Nord del paese e a Karak, nel Sud. Sembra proprio che, esaurito il credito concessogli con la nomina del nuovo Premier Awn Khasanweh il reuccio ascemita Abdallah II, tornando a prestare orecchio ai fautori della 'linea dura' contro le opposizioni si stia mettendo nella posizione di essere il prossimo governante arabo filo-occidentale a venire travolto dalle proteste.
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venerdì 30 dicembre 2011

Ahmadinejad si prepara a un lungo viaggio diplomatico in Centro- e Sudamerica dal 7 gennaio in avanti!


Il Presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad si recherà presto in America Latina, nella seconda settimana di Gennaio, secondo quanto rivelato dal Direttore Generale per gli Affari Internazionali del suo ufficio, Mohammad Reza Forqani ha dichiarato che il Capo dell'Esecutivo inizierà la sua visita dal Venezuela, dove sarà ricevuto a Caracas dal suo storico alleato e grande amico Hugo Chavez.

Quindi Ahmadinejad si recherà in Nicaragua, dove prenderà parte quale gradito ospite alla cerimonia di giuramento e insediamento del Presidente sandinita Daniel Ortega, recentemente vittorioso alle urne e confermato nella carica, quindi discuterà con lui degli sviluppi regionali e dei rapporti bilaterali Teheran-Managua.

A quel punto si sposterà nei Caraibi, all'Avana, dove incontrerà Raoul Castro e il suo Governo e visiterà anche il leader storico della Rivoluzione Socialista, Fidel, ormai a riposo dopo aver incarnato per oltre mezzo secolo la volontà di Resistenza del popolo cubano contro l'arroganza dell'imperialismo yankee.

Quindi rotta verso Quito, Ecuador, per incontrare Rafael Correa, il Presidente che ha resistito con successo alle brame neocolonialiste del Fondo Monetario Internazionale e,  ha rifiutato di onorare i debiti contratti dai suoi predecessori. L'attenzione al teatro geopolitico Centro- e Sudamericano é da sempre parte integrante della strategia della Repubblica Islamica, che cerca positivi e fruttuosi legami con tutti gli Stati e i Paesi che lottano per affermarsi contro il neocolonialismo imperialistico delle potenze arroganti.
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Il Patriarca maronita Al-Rahi esprime tutto il suo sostegno e la sua fiducia nell'azione riformatrice del Presidente Assad!


A conferma che il Governo di Damasco gode della fiducia e del sostegno di tutti i segmenti della società siriana e che contro di esso agisce solo un piccolissimo numero di mercenari foraggiati dagli intriganti e arroganti imperialisti di Riyadh, Tel Aviv e Washington, in questi giorni anche il Patriarca maronita Beshara al-Rahi, ricevendo una delegazione di Siriani di Tartous ha espresso parole di appoggio e stima per il Presidente Assad e la sua azione riformatrice, raccomandando a tutti i cristiani di Siria di rimanere uniti e diffidare degli interventi stranieri.

"Insieme a voi, fratelli, guardiamo in avanti con fiducia alle riforme messe in atto dal Presidente Assad a partire da marzo, da esse ci aspettiamo la soddisfazione delle vostre aspirazioni, mentre per amara esperienza sappiamo che le "riforme" promesse dall'esterno sono dannose e fallaci, poco distante da voi abbiamo visto come l'Irak sia stato distrutto da simili 'riforme'".

"Ogni popolo, ogni nazione deve trovare la propria via alla libertà, secondo le proprie tradizioni, la propria storia, la propria cultura. Siamo con voi e con tutti i Cristiani, di altre chiese e denominazioni e con i vostri fratelli Musulmani e ripetiamo che, Libanesi e Siriani, siamo tutti in realtà membri di un solo popolo che abita due Stati diversi".
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Ennesima figura di palta per l'esercito sionista: cadono dal camion i missili di 'Iron Dome', danni per centinaia di migliaia di Euro!


"Iron Dome", il sogno da oppiomane dello Stato Maggiore sionista, il sistema di 'razzi anti-razzo' che, dopo aver fagocitato quantità epiche di denaro non riesce nemmeno, con i suoi proiettili che potrebbero essere fatti d'oro visto il costo per unità, a intercettare un razzo Qassam fatto da un artigiano palestinese con pochi Euro di materiali, ha collezionato una nuova figuraccia e fatto segnare un nuovo passivo sui bilanci militari di Tel Aviv.

Naturalmente, la maggior parte delle spese belliche non gravano realmente sui conti del regime ebraico, essendo tutto l'apparato guerrafondaio-persecutorio-spionistico di Israele finanziato coi denari dei contribuenti americani e tedeschi; pure, buttare soldi "a ufo" senza alcun costrutto non fa mai piacere, specialmente quando si é noti e rinomati per la propria 'parsimonia'.

Il canale sionista "Ynet" riporta che un 'pallet' da una ventina di razzi 'Tamir', proiettili per le meno che infallibili batterie di 'Iron Dome' é caduto all'inizio della settimana da un camion che stava trasportandolo all'interno di una base aeronautica sionista, nel Sud della Palestina occupata. "Una buona metà dei missili é stata danneggiata: in special modo quelli che per primi sono entrati in contatto col suolo sono restati totalmente distrutti", recita il comunicato in merito.

Il portavoce militare ha rivelato che il danno é valutabile attorno a 'svariate centinaia di migliaia di dollari, forse attorno al milione'; il Comandante della base in questione, Maggior Generale dell'Aviazione Ido Nehushtan, avrebbe formato una commissione d'inchiesta per indagare l'incidente ed evidenziare le responsabilità. Trasportare delicati sistemi d'arma su un camion come se fossero sacchi di patate non é certo una procedura auspicabile ma può darsi che le recenti ristrettezze di bilancio (che si aggraveranno ulteriormente in futuro) abbiano costretto ad adottare protocolli di trasporto tanto labili e insicuri, per motivi economici.

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Persino i "begli addormentati" dell'UE se ne accorgono! "In Israele vige Apartheid contro i Palestinesi"


"Mentre la comunità internazionale concentra la propria attenzione sulla necessità di ridare slancio al cosiddetto "processo di pace" israelo-palestinese (che ha tanta possibilità di venire 'resuscitato' quanta ne ha un cavallo morto di venir fatto rialzare a frustate NdR), questa Commissione raccomanda di non trascurare le modalità di trattamento della minoranza palestinese in Israele, che andrebbero considerate una questione centrale, non secondaria, nelle dinamiche tra Stato ebraico e popolazione araba". Questa, in sintesi, la posizone espressa da esperti dell'Unione Europea la cui bozza di studio é stata pubblicata nella giornata di ieri dall'Agenzia di stampa France Presse.

Il rapporto europeo indica con chiarezza e senza mezzi termini come i cittadini palestinesi di Israele costituiscano una minoranza discriminata sia dal punto di vista economico, che educativo, abitativo, ambientale e di accesso alle risorse fondamentali, tra cui terra, acqua e servizi basilari. "Le politiche di sicurezza dello Stato ebraico sono chiaramente mirate contro la minoranza palestinese, a un livello e con una precisione tale da lasciare pochi dubbi sul fatto che in Israele sia in vigore un effettiva discriminazione razziale nei suoi confronti".
Bambini palestinesi massacrati dagli invasori ebrei durante la 'Nakba'.
In Israele sopravvivono oggi oltre un milione e quattrocentomila Palestinesi, sopravvissuti e discendenti di sopravvissuti all'Olocausto della "Nakba", quando, nel 1948, dopo l'unilaterale dichiarazione dello 'Stato ebraico' le milizie dell'Haganah, del Palmach, dell'Irgun e della Banda Stern si scatenarono in un'orgia di massacri e distruzioni che aveva come esplicito bersaglio i villaggi e le comunità degli abitanti legittimi e originari della Palestina. Quando il fumo dei "pogrom" sionisti si fu dissipato oltre 750,000 Palestinesi erano stati cacciati dalle loro abitazioni rase al suolo e dozzine e dozzine di migliaia erano stati uccisi dagli invasori.
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La Marina sionazista attacca "Oliva", la barca battezzata da Vittorio Arrigoni che protegge i pescatori di Gaza!


Un vascello militare sionista ha deliberatamente speronato la "Oliva", l'imbarcazione degli osservatori internazionali, battezzata dallo stesso Vittorio Arrigoni, che nelle acque antistanti Gaza compie opera di protezione e interposizione nei confronti dei pescatori palestinesi perseguitati e aggrediti dalla marina del regime ebraico.

"Oliva" era condotta da un equipaggio di osservatori italiani e, grazie alle incoscienti azioni dei militari sionisti, poco é mancato che il nostro paese pagasse di nuovo un tributo di sangue allo scopo di proteggere e difendere la popolazione del ghetto di Gaza dagli abusi israeliani. Se questo non é accaduto lo si deve solo alla perizia e al senso di responsabilità dell'equipaggio italiano.

"La Marina israeliana ha iniziato a fare caroselli attorno alla 'Oliva'", racconta Rosa Schiano, una delle attiviste italiane; "I pescatori palestinesi ne hanno approfittato per disingaggiarsi, ma noi siamo rimasti bloccati a causa di un problema al motore, gli Israeliani hanno visto che eravamo in panne e che il nostro Capitano tentava di farci ripartire, ma questo non li ha fermati dall'attaccarci".


"Quando erano a pochi metri da noi hanno messo i motori al massimo, apposta, creando un'onda che ci ha quasi ribaltato, facendo cadere il Capitano in acqua, e causandogli una ferita alla gamba". "Le loro intenzioni erano omicide", aggiunge Daniela Riva, altra componente dell'equipaggio italiano, "sapevano benissimo il pericolo cui ci stavano esponendo e lo hanno fatto apposta". L'incidente ha avuto luogo bene addentro il limite di tre miglia arbitrariamente imposto al naviglio da pesca palestinese dall'occupazione sionista, confermando che lo scopo di Israele é impedire ogni attività di pesca per meglio affamare la Striscia di Gaza.
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Gli eroici artificieri siriani disinnescano tre bombe ad Homs; arsenale terroristico scoperto e sequestrato insieme a stupefacenti!


Un nuovo grande successo delle forze dell'ordine siriane ha consentito loro di individuare per tempo e disinnescare ben tre ordigni esplosivi piazzati da terroristi al servizio di Arabia Saudita, Israele e Stati Uniti nel popoloso settore residenziale di Bustan al-Diwan, prima che la loro esplosione potesse causare un disastro simile a quello che ha colpito Damasco uccidendo tra le cinquanta e le sessanta persone.

L'Agenzia di stampa ufficiale SANA ha rivelato che le bombe "molto sofisticate e pronte a brillare con un innesco a distanza" mostrano tutti i tratti distintivi della manifattura dei fanatici wahabiti, addestrati in passato dalla stessa CIA, e attualmente usati in Siria nel tentativo di far precipitare il paese nel caos per giustificare un "umanitario" intervento della NATO, che la composta e fedele reazione degli apparati statali e della popolazione civile ha cotantemente e regolarmente respinto e rigettato da marzo scorso fino ad oggi, costringendo i provocatori infiltrati e i loro fiancheggiatori fondamentalisti a ricorrere ad atti sempre più feroci e insensati, come gli attacchi casuali alla cittadinanza residente.

Nel corso della giornata altre operazioni di sicurezza hanno portato alla scoperta di un notevole arsenale clandestino di fucili di precisione, kalashnikov di vari modelli, munizioni perforanti e incendiarie, granate, esplosivi e diversi tipi di stupefacenti, di cui evidentemente i tagliagole terroristi fanno ampio uso per sopportare i sensi di colpa delle loro azioni.
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giovedì 29 dicembre 2011

Haniyeh lasciato l'Egitto sbarca in Sudan e viene ricevuto con tutti gli onori!


Il Premier palestinese Ismail Haniyeh dopo aver lasciato l'Egitto é sbarcato in Sudan, dove trascorrerà alcuni giorni prendendo parte a una conferenza internazionale sul problema dell'aggressione sionista a Gerusalemme.

Gradito ospite, Haniyeh é stato ricevuto all'aeroporto internazionale di Khartoum dal consigliere del Presidente, Ibrahim Ahmed Omer (foto sopra), dal Ministro dell'Informazione e da altri dignitari del nuovo Governo di unità nazionale.

Nel corso di una prima conferenza stampa, tenuta proprio nei locali dello scalo aeroportuale, Haniyeg ha dichiarato la sua felicità per il fatto di essere di nuovo in Sudan, paese che, nonostante abbia molto sofferto per le trame e le aggressioni sioniste e imperialiste in questi ultimi anni, non si é mai tirato indietro dal sostenere con le parole e con i fatti la lotta del popolo di Palestina.

Anticipando alcuni dei temi del suo prossimo intervento alla conferenza, Haniyeh non ha trascurato di mettere in guardia il mondo arabo, musulmano e la comunità internazionale dai rischi a cui l'incessante campagna di persecuzione etnica e giudeizzazione forzata sottopongono la città di Gerusalemme.
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I militari sionazisti "festeggiano" il terzo anniversario di Piombo Fuso uccidendo un civile palestinese a Jabaliya!


Abdullah al-Talban non era altri se non un civile palestinese abitante della Striscia di Gaza, non era coinvolto in nessuna fazione politica, né militava nella Resistenza armata. Eppure, per il solo fatto di percorrere in moto la zona di Dowar Abu Shark, tra via Saftawi e Jabaliya nella notte tra martedì e mercoledì si é trasformato nel bersaglio 'ideale' per un missile sionista, che lo ha straziato e ucciso.

L'attacco, proditorio e insensato come tutti i bombardamenti dell'occupazione ebraica sul ghetto assediato di Gaza, é caduto proprio durante l'anniversario del terzo anno del brutale, violentissimo "pogrom" militare contro la Striscia, iniziato durante le festività natalizie del 2008 e conclusosi nel gennaio 2009. Durante le settimane di ferocissimi bombardamenti contro la popolazione civile, che nelle intenzioni dell'Alto Comando sionista dovevano terrorizzare la popolazione tanto da farle abbandonare qualunque volontà di Resistenza, oltre 1400 uomini, donne e bambini vennero uccisi da Israele.

Il corpo di Abdullah al-Talban é stato trasportato e composto all'ospedale Kamal Adwan, presso Beit Lahiya, nel Nord di Gaza, i suoi funerali si sono tenuti nella giornata di ieri.

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Osservatori della Lega Araba sgonfiano le "palle" di Mentana e Mineo: "A Homs né stragi né rivolte: atmosfera del tutto rassicurante!"


Falliti i "colpi di mano" diplomatici all'ONU e alla Lega Araba, incassata la solidarietà (verbale e sostanziale) di Russia, Cina, Brasile, Iran, Irak e Libano la Siria é riuscita, grazie agli sforzi e ai sacrifici dell'Esercito e delle Forze di sicurezza, grazie alla fedeltà, alla disciplina del popolo, ad affrontare e debellare quasi totalmente le aggressioni terroriste dei tagliagole finanziati da Usa, Israele ed Arabia Saudita ed aiutati anche da alcuni ambienti e settori del Governo e delle Forze armate turche. Nemmeno i ciechi e crudeli attacchi con autobombe che hanno colpito Damasco sono riusciti a far vacillare l'intesa e la determinazione che uniscono il Governo del Presidente Assad con la gente comune.

Negoziato con la Lega Araba un accordo per l'invio di osservatori più equanime e sensato della "resa incondizionata" che Sauditi, Qatariani e altri corrotti monarchi del petrolio avrebbero voluto imporre a Damasco poco più di un mese fa gli inviati (circa una cinquantina) hanno raggiunto il paese da ormai un paio di giorni e, fin dal momento del loro arrivo, non hanno risparmiato lodi e apprezzamento per l'operato di Assad e del suo Esecutivo, che non solo ha lasciato loro la più grande libertà di movimento, ma ha anche fatto coincidere col loro arrivo la liberazione di alcune dozzine di prigionieri che, fermati durante i torbidi causati da provocatori e terroristi, sono risultati completamente estranei ai fatti.

Visitata nella giornata di ieri la città di Homs, che la fanfara propagandistica dell'imperialismo asservita a Washington e Tel Aviv voleva teatro di "rivolte popolari" e di "sanguinarie repressioni" la delegazione guidata dal Generale sudanese Mohamed Ahmed Moustafa al-Dabi ha dichiarato, per bocca di quest'ultimo: "La situazione a Homs é del tutto rassicurante, ovviamente, abbiamo visto alcuni luoghi in cui le condizioni erano meno che ideali ma di certo non abbiamo verificato nulla di spaventoso, nulla che corrispondesse alle cronache di scontri, di stragi che sentivamo prima del nostro arrivo in Siria".

Chissà come si staranno dolendo, di questo pacato e tranquillizzante comunicato, i caporioni dell'Hasbara antisiriana nei media italiani: i Mineo, i Mentana, i Colombo, i De Benedetti-sionisti perfetti, che per settimane, anzi, per INTERI MESI hanno gonfiato la testa dei loro lettori/ascoltatori con storie di tregenda a proposito della 'rivolta popolare' e delle 'stragi di Assad', cercando di istigare l'opinione pubblica italiana contro il Governo siriano e contro l'Asse della Resistenza.

Per fortuna, come spesso accade, la verità infine trionfa!
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mercoledì 28 dicembre 2011

Termina la "tre giorni" della delegazione russa nel ghetto di Gaza, per toccare con mano gli effetti della catastrofe sanitaria!


Si conclude nella giornata di oggi la visita della delegazione russa guidata da Shamil Sultanov che aveva preso il via tre giorni fa, nel giorno di Natale, con lo scopo di esaminare lo stato delle strutture sanitarie e delle scorte farmaceutiche del ghetto palestinese assediato onde stilare un completo e dettagliato rapporto sull'emergenza umanitaria che rischia di condannare centinaia di feriti gravi e malati cronici palestinesi a morte certa se il blocco sionazista, triste riedizione del Ghetto di Varsavia e dell'Assedio di Leningrado non verrà sollevato il prima possibile.

Il Dottor Midhat Abbas, direttore sanitario dell'Ospedale Al-Shifa, ha accompagnato Sultanov e compagni in una approfondita visita della struttura, informando i suoi ospiti dei molteplici problemi incontrati dai pazienti che portano molti di essi a cercare cure in Egitto, perlomeno adesso che é consentito loro di attraversare il confine a Rafah; ma molti, anziani o troppo gravi per essere spostati, rimangono in balia delle ubbìe di Tel Aviv.

I visitatori russi sono anche stati informati dell'influenza sul settore sanitario dei continui black-out elettrici, che a volte durano anche otto o dodici ore e che costringono tutte le cliniche e gli ospedali a dotarsi di costosi e inquinanti gruppi elettrogeni a combustibile per far fronte alle necessità dei reparti di rianimazione, delle incubatrici e di altre apparecchiature salvavita che da un momento all'altroe potrebbero cessare di funzionare.

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Inizia in Iran il processo a una delle spie della CIA recentemente arrestate!


Una corte di giustizia della Repubblica Islamica ha dato inizio ieri al procedimento contro un cittadino americano arrestato nel corso dell'ultima operazione contro le strutture e gli operativi della CIA in Iran e accusato di aver tentato di infiltrare la comunità di intelligence di Teheran. Amir Mirzaei Hekmati, nativo dell'Arizona di origini mediorientali si era arruolato nei Marines dopo avere ottenuto il diploma alla 'high school' e quindi era stato trasferito in Afghanistan (Bagram) dove aveva servito principalmente come interprete e traduttore dal Farsi.

Nel 2009, poco prima del congedo, aveva ricevuto l'offerta dalla "Compagnia" di Langley per entrare in Iran e cercare di avvicinare alcuni rappresentanti dei servizi segreti iraniani offrendo loro informazioni sullo schieramento Usa in Afghanistan dietro pagamento; lo scopo della missione, tuttavia, non sarebbe stato quello di passare informazioni sbagliate agli Iraniani, bensì quello di ottenere una qualche prova dell'avvenuta transazione monetaria con loro, che Hekmati avrebbe dovuto diligentemente spedire ai propri 'controllori' una volta ottenutala.

Gli ufficiali iraniani, però, vedendo attraverso la 'cortina di fumo' sparsa dalla CIA, finsero solo di accettare l'accordo, catturando l'agente straniero nel momento in cui questi si aspettava di ricevere il 'pagamento'. E' convinzione del controspionaggio di Teheran che la CIA intendesse usare la 'ricevuta' che Hekmati doveva fornirle come 'prova' in qualche complotto contro l'Iran, forse in seguito a un auto-attentato che essa aveva intenzione di compiere in Afghanistan contro le forze di occupazione NATO e di cui avrebbe invece cercato di incolpare (sulla base della 'ricevuta') proprio Teheran.
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Incredibile dichiarazione di Eliezer: "L'Egitto deve restituirci le tangenti che abbiamo dato ai Mubarak!"


Binyamin Ben-Eliezer, rappresentante del partito 'laburista' del regime dell'apartheid ha dichiarato, apparentemente senza la menoma traccia d'ironia, che l'Egitto dovrebbe 'restituire' a Tel Aviv le ingenti "mazzette" versate a membri della famiglia Mubarak negli anni passati onde "modificare" in senso filosionista i materiali educativi usati nella scuola dell'obbligo egiziana.

Il regime ebraico infatti "allo scopo di ridurre le tensioni col Cairo", aveva chiesto che i testi di Storia in uso in Egitto "fossero modificati in maniera da dare più spazio e risalto alle 'grandi sofferenze' patite dagli Ebrei attraverso i secoli, 'con particolare risalto dato alle persecuzioni subite durante il Nazismo' e, contemporaneamente, sminuendo o sorvolando sui torti e sulle violenze inflitte ai Palestinesi durante gli ultimi cento anni.

Ora, siccome lo Stato ebraico ha attaccato l'Egitto a tradimento non una, ma ben due volte (nel 1956 e nel 1967), non sappiamo se le intenzioni di Ben Eliezer e soci includessero una 'riscrittura' o magari una omissione tout court anche di quei vergognosi episodi, ma, anche se non si fossero spinte a tanto, evidentemente il tentativo "orwelliano" di modifica del passato rimaneva comunque tanto enorme da giustificare un consistente esborso di fondi neri nei confronti della famiglia Mubarak.

L'esborso, che sarebbe arrivato a una cifra attorno ai 300 milioni di dollari, sarebbe stato effettuato principalmente nei confronti della First Lady Suzanne Mubarak che durante il periodo di potere del marito si occupava appunto di educazione e politiche sociali.
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