sabato 25 febbraio 2012

L'Egitto alle Nazioni Unite: "Grazie, ma non ci serve il vostro aiuto per scrivere la nostra nuova Costituzione!"


Le autorità del Cairo hanno cortesemente ma fermamente comunicato alle Nazioni Unite che non hanno intenzione di richiedere alcun genere di aiuto all'organizzazione per la stesura della nuova Carta Costituzionale che andrà presto a sostituire quella in vigore durante il trentennale regime dell'autocrate filosionista e filoamericano Hosni Mubarak, spodestato con la Rivoluzione di Piazza Tahrir poco più di dodici mesi fa.

Il portavoce del Ministero degli Esteri Amr Roshdy ha dichiarato che, pur gradendo l'offerta ricevuta da rappresentanti dell'ONU, il paese ha ritenuto che l'esperienza, l'equilibrio e la sintonia dei giuristi e costituzionalisti egiziani siano da soli sufficienti a garantire la creazione di un documento rappresentativo, equanime e in linea con le aspirazioni e le aspettative del popolo; Roshdy ha anche fatto notare che esperti e diplomatici egiziani sono spesso stati chiamati come consulenti in altri paesi in occasione della creazione o della modifica di qualche Carta Costituzionale, specialmente da paesi arabi, africani o musulmani.

Roshdy ha anche fatto notare che nel corso del periodo di transizione che traghetterà definitivamente il paese oltre "l'interregno" dello SCAF e verso la sua futura forma di compiuta democrazia sarà incluso anche un momento di ratifica e accettazione della nuova Costituazione attraverso un referendum nazionale.

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Ekmeleddin Ihsanoglu stigmatizza l'ennesimo attacco di teppisti ebrei contro un luogo di culto cristiano a Gerusalemme!


Il Segretario Generale della Organizzazione per la Cooperazione Islamica, Ekmeleddin Ihsanoglu ha condannato il recente attacco vandalico portato da teppisti ebrei contro una chiesa battista nella città occupata di Gerusalemme/Al-Quds. Graffiti osceni e offensivi sono stati scarabocchiati con vernice spray contro l'edificio di culto, esattamente come i colleghi naziskin di questi vandali fanno altrove contro sinagoghe e cimiteri ebraici; profanità irriferibili contro il messia cristiano Gesù e sua madre Maria, onorati anche nell'Islam rispettivamente come Profeta Issa e Miriyam, sono stati lasciati e le proprietà della congregazione vandalizzate.

In una dichiarazione stampa Ihsanoglu ha indicato il regime ebraico di occupazione come "mandante morale" di questo vigliacco e odioso attacco che, ha specificato, "Si aggiunge a tutti quelli compiuti da estremisti ebrei delle colonie illegali: incendi, devastazioni, profanazioni, compiute negli ultimi anni contro luoghi sacri cristiani e musulmani". Il Segretario Generale OIC ha lanciato un appello alla Comunità Internazionale perché preservi e protegga da questa furia vandalica il patrimonio di tolleranza e diversità che da sempre ha contraddistinto la Città Santa, oggi messo in pericolo dalla campagna sionista di giudeizzazione forzata.
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La società tunisina si ribella alla cagnara imperialista allestita dal fronte antisiriano: "Vergognosa una simile riunione nella nostra capitale"


Fonti politiche e civili tunisine riportano la rabbia e l'ostilità che nel paese nordafricano ha suscitato l'organizzazione nella capitale del meeting antisiriano di ieri, definito "Una cospirazione contro le forze della Resistenza anti-imperialista che proprio da questo paese hanno iniziato lo scorso anno a subire cocenti e umilianti sconfitte"; diverse organizzazioni e partiti hanno chiesto a lungo al Governo di impedire la riunione che "Costituisce un chiaro esempio di attacco concertato alla libertà e all'autonomia della nazione siriana".

Razak al-Hamamy del Partito Laburista Democratico ha dichiarato: "Sappiamo che gli Usa, le potenze arroganti, israele e i suoi lacché delle monarchie arabe cercano di limitare l'impatto e il successo delle Rivoluzioni Arabe, la caduta della Siria di Assad, nei loro piani, dovrebbe compensarli delle sconfitte patite in Tunisia, Egitto e Libia, dove i loro fantocci sono stati spodestati!". Ahmad al-Kehlawy della Conferenza Nazionale per il Sostegno alla Resistenza e contro la Normalizzazione col Sionismo ha dichiarato: "Vergognoso che questa riunione si sia tenuta in Tunisa, da dove ha avuto inizio il movimento della Primavera Araba! La Tunisia non sarà mai una base antisiriana; Damasco ha sempre sostenuto la Causa Araba, Palestinese, della Resistenza, lungo tutta la sua Storia indipendente".

Che poi la conferenza si sia rivelata un fallimento fin dalle sue prime battute lo riconosce anche un quotidiano 'sionistissimo' come il New York Times, che nell'articolo intitolato: "Dopo un anno: divisioni profonde frazionano l'opposizione siriana", firmato da Neill McFarquahr, ritrae un fronte anti-Assad che brancola nel buio, arcipelago di gruppuscoli, esiliati che non rappresentano altri che sé stessi, terroristi e provocatori di professione a cui manca la benché minima parvenza di organizzazione, solidarietà, coerenza per poter perseguire obiettivi comuni e a cui i denari e le armi fornite da CIA, Mossad, Sauditi e altri ambigui benefattori non sono bastate per fare altro che abbandonarsi ad atti di terrore estemporaneo e controproducente, come gli attacchi ai civili e gli attentati contro le infrastrutture siriane.
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I macellai di Re Saoud aprono il fuoco a raffica su una folla di dimostranti disarmati: numerosi i feriti

Forze militari del regime di Riyadh hanno aperto il fuoco contro dimostranti antigovernativi di etnia sciita che stavano marciando, pacificamente e disarmati, lungo una strada della città orientale di Qatif, da molti mesi epicentro delle proteste che sollevano gli abitanti delle province saudite affacciate sul Golfo Persico contro il monarca assoluto che arricchisce sé stesso e la sua sardanapalesca corte di parenti e sicofanti con il petrolio estratto proprio da sotto i piedi degli sciiti che poi fa opprimere e trattare come cittadini di seconda classe.

Le proteste, originariamente incentrate su richieste moderate, come la fine delle discriminazioni economiche e sociali, il rilascio dei prigionieri politici e una maggiore equità nel reinvestimento dei proventi petroliferi, hanno gradualmente ma inesorabilmente cambiato segno e ormai chiedono apertamente la caduta della Casa di Saoud, corte di nobili fannulloni e parassiti, o, in alternativa, la secessione dei territori sciiti dal Regno di Riyadh.

Ormai ripetute a ciclo continuo le proteste si sono estese anche all'Isola di Tarut e comprendono convinte e sentite testimonianze di solidarietà ai vicini abitanti (sciiti anch'essi, a maggioranza) del Bahrein, oppressi da una dinastia sunnita (gli Al-Khalifa) sostenuta e spalleggiata, anche con truppe occupanti, proprio dai reali sauditi, che temono che il rovesciamento dei monarchi vicini possa fare suonare la campana a morto anche per loro. I rapporti della giornata di proteste di oggi parlano di tre feriti, ma la cifra non é attendibile visto che ormai é noto che sia pericoloso presentarsi a pronto soccorso e ospedali con ferite da proiettile dopo le manifestazioni, visto che gli sgherri dei Saoud entrano spesso nelle strutture sanitarie arrestando coloro che presentano segni di aver preso parte alle manifestazioni.
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venerdì 24 febbraio 2012

Livorose dichiarazioni della 'Strega dell'Ovest' Hillary Clinton contro Cina e Russia, da Pechino una replica di rara eleganza!


"Sic Transit Gloria Mundi!" Quale migliore epitaffio per l'Iperpotenza americana, che soltanto venti anni fa dichiarava per bocca di Bush Sr "Il Nuovo Ordine Mondiale", nel quale, si intendeva, dopo il crollo dell'Urss il mondo avrebbe dovuto marciare al ritmo dettato da Washington e da Wall Street, o meglio, dalle elìtes non-elette che tirano i fili della Casa Bianca e della Borsa Mondiale da salotti privati e molto esclusivi, e adesso, di fronte all'azione congiunta degli ex-sconfitti di ieri (i russi) e degli ex-vassalli di avantieri (i cinesi, portati in orbita americana da Nixon e Kissinger e poi rivelatisi più bravi degli Usa a usare i meccanismi del capitalismo) non può fare altro che affidare a una buffa vecchietta bionda dagli occhietti velenosi e inespressivi il compito di fare "huff e puff" e agitare un po' di polvere promettendo "conseguenze" che non arriveranno mai.

La vecchietta in questione altri non é se non Dama Clinton, da noi ribattezzata "La Malvagia Strega dell'Ovest", che durante una sua recente visita a Londra ha cercato di lenire l'orgoglio della spennacchiata aquila calva washingtoniana sostenendo che: "Russia e Cina sostengono la Siria solo per ragioni commerciali". Chissà invece quali nobili e alte motivazioni ideali hanno spinto gli Usa, Israele e i corrotti Emiri petroliferi del Golfo a rifornire di armi e denaro i peggiori elementi terroristi ed estremisti del Medio Oriente (ivi inclusi gli 'Ascari' di Al-Qaeda) nel tentativo di destabilizzare Damasco e far cadere il legittimo Governo del Presidente Assad!

Da altri lidi, molto distanti da lei non solo fisicamente, ma anche umanamente e moralmente le rispondevano le terse e chiare parole del Prof. Li Qingsi, che dalla lontana Pechino rilasciava alla Réseau Voltaire una intervista breve ma estremamente pognante, di cui raccomandiamo l'immediata lettura e la pronta digestione grazie all'ottima traduzione disponibile su Sito Aurora a questo indirizzo-web; in essa si legge, tra le altre cose, che il veto cinese all'ONU che ha spiazzato le speranze imperialiste e sioniste per un rapido intervento "alla libica" in terra siriana non viene da una temporanea adesione cinese alla "linea russa", ma da una meditata strategia di Pechino che, in un momento di spostamento irreversibile dell'Asse di Potere planetario si sente, in quanto membro permanente dell'ONU, garante della fonte del Diritto Internazionale non solo in base ai suoi interessi ma anche e soprattutto riguardo alle popolazioni che l'Occidente vorrebbe ancora trattare come 'colonie' e che invece la Cina, pur nel corso di un tumultuoso e profondo processo di sviluppo, vuole vedere, in prospettiva, come futuri partner paritari e non come vassalli sui quali far pesare un servaggio imposto con la forza delle armi. La Cina, invasa e umiliata in passato dagli imperialisti seminatori di oppio e di 'accordi ineguali' crede che un futuro prospero per il mondo non possa costruirsi con interventi armati che troppo da vicino ricordano le antiche guerre coloniali.
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Lo scudo antiaereo della Repubblica Islamica é ormai "a prova di drone" grazie ai dati catturati di recente!


A poche ore dalla conclusione della vasta e impegnativa esercitazione antiaerea che ha avuto luogo nel Sud dell'Iran, circa nella zona attorno alla centrale nucleare di Bushehr, emergono rapporti secondo i quali nel corso delle manovre una particolare attenzione é stata riservata alla simulazione di infiltrazione, rilevamento, identificazione e contrasto (abbattimento o altro) di ipotetici velivoli senza pilota i cui parametri operativi sono stati accuratamente modellati e simulati sulla base dei dati accumulati dai tecnici e dagli ingegneri iraniani in questi ultimi mesi grazie agli esemplari di droni Usa e israeliani abbattuti o catturati.

Del resto, la recente (e preoccupata) dichiarazione da parte americana che l'RQ-170 'Bestia di Kandahar' che era stato dirottato e catturato dalle forze iraniane non aveva avuto modo di 'friggersi il cervello', cancellando la banca dati interna prima che potesse venire analizzata dagli esperti di Teheran (e dai loro colleghi russi e cinesi accorsi a frotte in Iran nei giorni immediatamente successivi) sottintendeva proprio questo: più e più dati sono disponibili all'Iran riguardo performance e tattiche dei droni occidentali e sempre meno speranze esistono che questi possano impunemente penetrarne e violarne lo spazio aereo, tantopiù 'segretamente' senza che radar e batterie antiaeree se ne avvedano e reagiscano di conseguenza.

L'attenzione al rilevamento e al contrasto elettronico, tuttavia, non si é risolta nell'oblio delle tecniche più tradizionali del contrasto antiaereo: artiglierie automatiche di medio e grosso calibro, squadre di motociclisti e fuoristrada equipaggiati di SAM spalleggiabili e altri sistemi missilistici mobili sono state intensamente spiegate e testate nel tentativo di costruire un 'filtro antiaereo' a maglie molto strette, che sia in grado di proteggere il paese sia da bombardieri che incrocino ad alta quota, (come i B-2), sia da cacciabombardieri modello F-16 ed F-18, che da missili da crociera volanti a basse e bassissime altitudini.
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Volano gli stracci nel regime sionista! Barak, lo sconfitto del Sud del Libano, accusa il criminale di guerra Peres di "disfattismo"!


Negli scorsi giorni il criminale di guerra Shimon Peres, che occupa la carica di 'presidente' del regime ebraico di occupazione della Palestina, ha rilasciato dichiarazioni in cui stigmatizzava l'eccessiva loquela di parte governativa su possibili o eventuali 'attacchi all'Iran' da parte dello stato sionista, castigando chi si lasciava andare a rapsodie in merito come "fomentatore di inutili intimidazioni" e raccomandando piuttosto di "lasciare la questione dell'Iran agli Stati Uniti". Criminale ma scaltro, Peres aveva ragione nei suoi ammonimenti, visto che ogni annuncio di "possibili attacchi" non fa che rafforzare la determinazione del popolo e della nazione iraniana a perseguire il suo innegabile diritto al programma nucleare; Peres inoltre, conscio della forza della lobby sionista che ormai condiziona fin nei più minuti dettagli la politica Usa, fida che al momento adatto sia possibile "puntare" gli Usa contro Teheran esattamente come i lobbisti di AIPAC e altre organizzazioni ebraiche filoisraeliane sono riusciti a "puntare" gli Usa contro l'Irak, provocando l'invasione del 2003, portata a termine solo ed esclusivamente per compiacere gli interessi israeliani (visto che l'idea che gli Usa potessero occupare in eterno un paese arabo ostile e farne la loro riserva di petrolio a basso costo nei secoli dei secoli era tanto ingenua e stupida che solo i politici e generali americani hanno mai potuto crederci).

Non si é fatta attendere la concitata, sguaiata e confusa replica del 'Fantozzi di Tel Aviv', quell'Ehud Barak che, un tempo compagno di partito di Peres prima di staccarsi dal partito 'laburista' per formare un proprio gruppuscolo nazionalista e guerrafondaio, ha affastellato contro quelli che a rigore é sempre il suo Presidente, una serie di accuse che vanno dal calunnioso, al ridicolo, all'assurdo. Particolarmente gustosa é quella secondo la quale Peres sarebbe 'troppo prudente' e mancherebbe di quella 'lungimiranza' che contraddistinse invece l'ex-terrorista assassino di civili Menahem Begin, altro criminale diventato politico di primo piano nel regime ebraico, quando nel 1981 ordinò l'atto di pirateria aerea risultato nella distruzione della struttura che avrebbe dovuto ospitare una centrale nucleare per uso civile vicino a Bagdad ("Osirak").

L'aggressione israeliana, condotta proditoriamente e fuori da ogni regola del Diritto Internazionale ebbe successo perché spaventò i contractors francesi e tedeschi dell'impianto, ma bisognerebbe ricordare a Barak che l'Iran é autonomo in ogni fase del processo nucleare grazie alla letterale "esplosione" del suo settore scientifico di ricerca e sviluppo e quindi non vi é alcuna speranza che un attacco, anche se articolato in molti bombardamenti, possa mai bloccare o anche solo rallentare significativamente i progressi di Teheran nel campo. Inoltre, per parlare di "lungimiranza" il 'marasma allucinante' che invade la mente (se così si può chiamare) di Barak deve avere iniziato a eroderne anche la memoria visto che non sono passati ancora dodici anni da quando, con una decisione autonoma e personale egli stesso decretò, in tutta fretta e senza coordinarsi con la milizia-vassalla dell'SLA di ritirare tutte le truppe di occupazione dal Libano del Sud, consegnando chiavi in mano la zona a Hezbollah che prima fece fuori senza problemi i collaborazionisti locali e quindi si diede da fare a trasformare tutta la regione in un unico bunker imprendibile che puntualmente, nell'estate 2006, é servito a rifilare un memorabile e micidiale 'calcio in faccia' al regime ebraico, al cui Governo, all'epoca della guerra era ridiventato Ministro della Guerra proprio l'Ehud Barak che in ruolo di premier aveva preso quella fenomenale cantonata!

Speriamo che, nuovamente Ministro della Guerra col suo nuovo partitino di Estrema Destra, Barak ci riservi nuove simili "perle"!
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Il regime ebraico dell'Apartheid non mantiene la parola e arresta sei prigionieri liberati: la coraggiosa Hana'a Shalabi inizia lo sciopero della fame!


I patti erano più che chiari: secondo gli accordi stretti indirettamente tra il Movimento di Resistenza Hamas e il regime ebraico di occupazione della Palestina grazie alla mediazione egiziana l'Ebreo francese Gilad Schalit, catturato mentre si preparava ad attaccare la Striscia di Gaza nel 2006, sarebbe stato rilasciato in cambio di centinaia e centinaia di prigionieri politici palestinesi, non solo, ma l'entità sionista si era impegnata a non farli oggetto di controllo o sorveglianza e, soprattutto, a non arrestarli nuovamente.

Dimostranzione di quanto valga la parola data da un sionista: le forze militari dell'occupazione hanno iniziato PRATICAMENTE DA SUBITO a pedinare, controllare e fermare più volte i detenuti liberati; col passare del tempo hanno iniziato anche ad arrestarli. Adesso sono sei i prigionieri politici liberati tornati nelle prigioni sioniste e il Ministro per gli Affari dei Prigionieri del Governo palestinese Atallah Abulsabh ha dichiarato che, in quanto mediatore e garante dell'accordo, l'Egitto dovrebbe esercitare pressioni su Tel Aviv perché tenga fede agli accordi presi.

Tramite la segnalazione della sua legale Shireen Iraki veniamo a conoscenza che Hana'a Shalabi, ex-detenuta politica del villaggio di Bruqin, vicino Jenin, in Cisgiordania, si é posta in stato di sciopero della fame a oltranza dal momento del suo ri-arresto, avvenuto esattamente una settimana fa. Arrestata e posta in stato di 'detenzione amministrativa' la donna é stata sottoposta a torture fisiche e addirittura picchiata dai secondini di fronte alla sua famiglia, che era andata a trovarla nella giornata di giovedì. L'avvocato Iraki ha anche rivelato che la sua assistita ha ricevuto minacce da parte dei carcerieri che le hanno prospettato l'idea di inserirla in un reparto di criminali comuni ebrei se non interromperà il suo sciopero della fame.
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Incontro al Cairo tra il Premier palestinese Haniyeh e il Segretario Generale della Jihad Islamica!


Il Premier palestinese Ismail Haniyeh si é incontrato al Cairo con il Segretario Generale del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina Dr. Ramadan Shallah e col suo secondo Ziyad Nakhale, discutendo a lungo con loro dei recenti sviluppi politici palestinesi, egiziani e regionali.

L'ufficio stampa del Governo palestinese ha dichiarato che la discussione si é articolata soprattutto attorno ai progressi del processo di riconciliazione, nell' ambito del quale tanto Hamas quanto la Jihad Islamica dovrebbero presto venire accettate all'interno dell'OLP.

Oltre ai recenti incontri con le autoritá egiziane per l'emeegenza elettrica di Gaza Haniyeh é stato anche impegnato in colloqui con il Segretario del Comitato per Gerusalemme dell'Associazione Internazionale degli Studiosi Musulmani, Dr. Salah Sultan.

Sultan ha dichiarato ai reporter del Palestine Information Center di avere ufficialmente invitato Haniyeh alla preghiera del venerdí presso l'Universitá Islamica di Al-Azhar durante la quale pronuncerá un messaggio sulla situazione del Nobile Santuario di Al-Aqsa e subito dopo parteciperà a una marcia di oltre un milione di fedeli per protestare contro l'attacco sionista al patrimonio storico, culturale e religioso della Palestina.
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Russia e Cina riaffermano la loro posizione sulla Siria: "No a qualunque forma di 'intervento' occidentale!"


La Russia e la Repubblica Popolare Cinese, nella giornata di ieri hanno riaffermato la loro posizione sulla questione siriana, reiterando il loro appello affinché sia lasciato modo al Governo legittimo di neutralizzare i provocatori terroristi armati dalle potenze imperialiste interessate alla destabilizzazione e di proseguire sulla via della riforma che ha già prodotto una nuova Carta Costituzionale e che nel corso della primavera dovrebbe garantire nuove elezioni politiche.

Il Ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, incontrando la propria controparte cinese Yang Jiechi ha discusso delle possibili strategie comuni di Mosca e Pechino per continuare a difendere Damasco dal vero e proprio 'assalto' scatenatole contro da Usa, Nato, Israele, emirati e monarchie assolute del Golfo, che non hanno esitato a impiegare alla bisogna anche i fantocci di 'Al Qaeda' e altri estremisti, sempre pronti ad apparire ove la propaganda imperialista voglia poi scatenare qualche "intervento umanitario". Le parti hanno convenuto su tutti i punti dell'agenda, reiterando che, come in occasione del recente veto al Consiglio di Sicurezza ONU "Russia e Cina continueranno ad agire di concerto".

Il Presidente russo Dimitri Medvedev nella giornata di avantieri ha invitato i governi di Irak e Iran a mobilitarsi per sostenere l'approccio russo e permettere così di disinnescare una minaccia che, costruita a tavolino per gli interessi delle potenze occidentali e sioniste, finirebbe, se non contenuta e bloccata, per destabilizzare e danneggiare l'intera regione, con gravi e durature conseguenze.
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Suleiman: "Il Libano con la sua pluralità e diversità é il naturale avversario di Israele, Stato razzista e brutale"


Non si é fatta attendere la risposta libanese alle oltraggiose, assurde e incredibili dichiarazioni di Benji Netanyahu, il figurante collocato sulla poltrona di Premier (anche se il suo effettivo potere é quasi nullo) dalla 'junta' di Estrema Destra che controlla il regime ebraico dell'Apartheid, il quale, nel corso di una sua visita in Svizzera, ha pensato bene di minacciare il vicino Libano dichiarando che "In futuro non esisterà il Libano sulla mappa del mondo" e che "La prossima guerra di Israele contro il Libano avrà il sostegno degli Usa e degli emirati del Golfo Persico".

Immaginate la cagnara, la canea, il bailamme che la stampa sionista internazionale avrebbe sollevato se Ahmadinejad o Nasrallah avessero dichiarato la stessa cosa riguardo all'entità sionista, i Mentana, i Lerner, i Colombo, i Mineo, si sarebbero SCA-TE-NA-TI a ululare "Vogliono distruggere Israele!" "Gli Ebrei minacciati di sterminio!" "Il nuovo olocausto!" e via delirando. Ma se un sionista minaccia di distruzione uno stato le cui radici affondano nell'humus della Storia fino ai tempi dell'antica Fenicia di Tiro e Sidone, va tutto bene, vero?

Il Presidente del Paese dei Cedri, Michel Suleiman, Ex-Generale, non ha preso bene la sparata di Benji e si é incaricato di ricordare, in una dichiarazione ufficiale, che "Solo cinque anni fa il Libano ha sconfitto militarmente gli invasori sionisti, sventando il loro tentativo di invasione dei suoi confini. Il Libano é una nazione che ha migliaia di anni di Storia e non si cura delle dichiarazioni di un regime di occupazione che ha solo pochi decenni di abusi e prevaricazione dietro di sé". Suleiman ha altresì notato che la diversità e la pluralità della società libanese ne fanno il diretto contraltare 'positivo' alla brutalità razzista di Tel Aviv, costantemente impegnata a perseguitare e tormentare le proprie minoranze etniche e religiose.

"Il Libano, fondatore dell'ONU e sottoscrittore della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha specie delle dichiarazioni di Netanyahu, intrise di cinismo e disprezzo per i più basilari sentimenti di umanità, solidarietà e fratellanza".
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giovedì 23 febbraio 2012

La Merkel consegna agli Stranamore sionisti un altro sommergibile capace di portare bombe atomiche: ma ci é o ci fa?


Che Angela Merkel non sia esattamente popolare in Europa lo si evince dagli appellativi che la cancelliera tedesca si é guadagnata ai quattro angoli del continente; siccome non ci piace abbandonarci al turpiloquio e i nomignoli che le si danno, specialmente dalle parti di Atene, scadono molto rapidamente in quella che in lingua d'Attica si dice "porné graphein" ne citiamo solamente un paio: "salsicciaia più snella che intelligente" e "culona inchiavabile", sono fra i più gentili, e pensiamo con ciò di aver detto tutto.

Eppure anche questi non sembrano adatti a descrivere una persona che é in grado, apparentemente senza rimorsi o evidenti patemi d'animo, di regalare a un regime razzista attivamente impegnato nella persecuzione di un intero popolo, che si compiace di possedere il più grande arsenale nucleare non dichiarato del mondo, che non vuole sottoscrivere il Trattato di Nonproliferazione Nucleare e che per innumerevoli volte ha attaccato militarmente a tradimento paesi vicini e circonvicini una nave da guerra capace di montare a bordo bombe atomiche!

Si tratta, come già detto, del sommergibile 'Dolphin', che amplifica ed estende la minaccia atomica a Sei Punte ben oltre il raggio dei missili balistici a corta gittata (copiati da modelli americani regalati da Zio Sam su pressione della lobby sionista di AIPAC e simili), il cui quarto esemplare entrerà presto in linea  nella flotta di Tel Aviv. Ancora una volta si vede chi, in Medio Oriente, attenta alla pace e alla stabilità e chi, invece, come la Siria, l'Iran, Hezbollah e gli altri movimenti di Resistenza, si premunisce solo per poter rispondere a tono alle minacce degli Stranamore dell'occupazione.

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I panifici di Gaza costretti a interrompere l'attività per mancanza di carburante!


Il Presidente del Consorzio dei Panificatori della Striscia di Gaza ha dichiarato nella giornata di ieri che i fornai del ghetto costiero assediato dal regime ebraico di occupazione non potranno continuare a lungo la loro attività a fronte della drammatica carenza di carburante che sta serrando sempre più da presso l'enclave palestinese. Abdul Nasr al-Arjami ha dichiarato che molti panifici terranno chiusi i battenti nei prossimi giorni, in attesa di sperabili sviluppi positivi.

Secondo quanto riportato dall'agenzia stampa Ma'an e confermato dalel dichiarazioni di Al-Arjami il Ministero dell'Economia palestinese é riuscito a fornire combustibile ai panificatori nel corso degli ultimi cinque giorni, ma ormai anche le sue riserve sono al livello di guardia e i prezzi per il carburante che riesce ad arrivare nella Striscia attraverso i "tunnel della vita" è letteralmente schizzato alle stelle.

Come dimostrato dalla recente visita di Haniyeh al Cairo per risolvere i problemi di approvvigionamento elettrico, soltanto decisioni coraggiose e radicali potranno mettere fine alle sofferenze della popolazione palestinese del ghetto di Gaza e, dopo la promessa di intervenire allacciando la Striscia alla rete elettrica egiziana forse adesso al Cairo sono pronti a fare il passo successivo e arrivare una volta per tutte a riaprire il confine ai traffici commerciali attraverso il varco di Rafah.
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Iran e Russia sostengono la politica di pacificazione e riforme di Assad in Siria e stringono accordi sempre più profondi!


Il Presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad e il suo collega russo Dimitri Medvedev hanno enfatizzato l'importanza di una rapida pacificazione della Siria, che determini la neutralizzazione degli elementi armati sostenuti dalle potenze straniere interessate al rovesciamento violento del Governo legittimo e che permetta allo sforzo riformatore iniziato proprio dal Presidente Assad e che tra soli tre giorni vedrà la ratifica della nuova Costituzione pluralista di proseguire, approfondirsi e sfociare infine in nuove elezioni politiche che dovrebbero tenersi in primavera.

Sia Ahmadinejad che Medvedev hanno espresso il loro accordo sull'importanza di favorire stabilità, sviluppo e pace nella regione, che invece gli imperialisti occidentali e sionisti vorrebbero fratturata da guerre e violenza, in maniera da poter meglio dominarne le popolazioni locali e depredarne le risorse naturali; anche il loro contegno durante gli ultimi mesi, col sostegno prestato a ogni genere di provocatori estremisti, fra cui anche i fanatici di Al-Qaeda (fedeli ascari quando si tratta di spargere caos e terrore con cui poi giustificare i loro 'interventi umanitari), parla più chiaro di ogni dichiarazione congiunta russo-iraniana.

Teheran e Mosca si sono dette anche d'accordo ad approfondire ulteriormente le loro relazioni economiche, culturali e la loro intesa diplomatica, che cresce e si rafforza vieppiù quanto più confrontazionali, ostili e minacciosi si mostrano i paesi occidentali e gli Usa. L'Iran é osservatore del Patto di Cooperazione di Shanghai, che unisce Russia, Cina, Kirghisistan, Uzbekistan e Tajikistan e Khazakistan, fin dal 2005 e recentemente ha ricevuto l'invito ufficale a entrare nell'organizzazione.


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La Fratellanza Musulmana cerca un candidato presidenziale "con profondo e convincente background islamico"


La Fratellanza Musulmana egiziana nella persona del suo carismatico e riverito leader Mohamed Badieh ha rivelato che, per il ruolo di prossimo Presidente dell'Egitto non é stato ancora deciso ufficialmente il nome di un candidato al quale l'organizzazione, senza dubbio la più potente e influente del panorama politico-sociale del paese, possa concedere ufficialmente il proprio sostegno anche se, nello spirito di una intesa "che dovrà essere il più larga possibile" non pare intenzionata a nominare un suo membro per competere a tale carica.

Ovviamente, per essere papabile, un candidato esterno dovrà dare prova di "avere un retroterra islamico sufficientemente profondo e convincente"; l'Ikwhan egiziana, a differenza dei più ortodossi musulmani di Al-Nour, non pretende di trasformare tout-court l'Egitto in uno Stato coranico o in una Repubblica Islamica, pure vuole che i valori, la Cultura e l'impronta dell'Islam, che hanno forgiato la vita e la storia dell'Egitto fin dal settimo secolo dell'Era Volgare siano considerati e rispettati dalla futura architettura costituzionale.

"Alla fine", ha spiegato Badieh, "sarà naturalmente il Consiglio degli Esperti a decidere quale candidato soddisfi meglio il profilo ideale che abbiamo tracciato; potrebbe darsi anche il caso che esso sia costretto a indicare un membro della Fratellanza, ma preferiremmo far convergere il consenso su un nome esterno". L'atteggiamento si inserisce nel noto atteggiamento dell'Ikwhan che non tiene affatto a venire considerata un gruppo rivoluzionario o radicale, ma piuttosto una forza popolare e centrista, non dissimile dalle Democrazie Cristiane che per decenni interi hanno amministrato molti stati dell'Europa Occidentale.

Nonostante questa sua vocazione moderata la Fratellanza Musulmana recentemente ha stigmatizzato fortemente l'operato del Governo ad interim di Kamal Ghanzouri, succeduto all'ex-Premier Essam Sharaf dopo i sanguinosi scontri dell'autunno 2011, quando il precedente esecutivo aveva rassegnato in blocco le dimissioni al Consiglio Supremo delle Forze Armate. L'Ikwhan accusa Ghanzouri (e per estensione la giunta di Tantawi), di stare gestendo 'pessimamente' l'economia del paese e la sicurezza.
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Esclusivo reportage fotografico dalla recente cerimonia di Hezbollah in onore dei Leader Martiri!










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Nuovi modelli di radar iraniani testati con successo nella recente esercitazione antiaerea nel Sud del paese!


Si conclude oggi l'esercitazione antiaerea dell'Esercito iraniano, denominata convenzionalmente 'Tharallah', che negli ultimi quattro giorni ha interessato 190mila Km quadrati nel Sud dell'Iran; zona al centro della quale si trova la centrale nucleare di Bushehr, da tempo operativa e che contribuisce 1000 MW al giorno alla rete elettrica della Repubblica Islamica.

In particolare, durante la manovra, sono stati testati e valutati numerosi sistemi radari di produzione iraniana: dalle copie dei 'Kasta' russi ai 'Nebo', fino ai nuovi modelli 'Kashef' e 'Matla' al-Fajr', che si sono rivelati estremamente efficaci nel trasmettere puntuali e dettagliate informazioni ai loro controllori riguardo a numero, quota, rotta d'ingresso e atteggiamento operativo dei velivoli dell'aviazione che nell'esercizio giocavano il ruolo dell'aggressore.

La Repubblica Islamica iraniana mantiene un saldo e attento controllo sopra il suo spazio aereo, come dimostrano incidenti recenti e meno recenti nei quali é riuscita a individuare, abbattere o persino a 'dirottare' ciberneticamente velivoli da ricognizione senza pilota inviati a spiarla da potenze ostili; Stati Uniti e Israele in primis.
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I coraggiosi sciiti delle province orientali sfidano le minacce di Naif Al-Saoud e riempono strade e piazze da Qatif all'Isola di Tarut!


Non sono servite le minacce del regime di Riyadh contro gli abitanti sciiti delle province orientali, cui il Ministro dell'Interno Principe Naif al-Saoud aveva promesso "di usare il pugno di ferro" in caso di nuove manifestazioni, le strade e le piazze di Qatif, di Awamiyah, di Sawfa, di Saihat e dell'Isola di Tarut si sono di nuovo riempite di migliaia e migliaia di persone che pensano che sia meglio morire in piedi piuttosto che vivere in ginocchio, che credono che sia venuto il momento di dire 'basta' a un regime che si arricchisce e si ingrassa con le risorse naturali estratte da sotto i loro piedi e poi si rifiuta di ripartirne equamente i proventi.

Leader religiosi e della società civile sciita hanno rilasciato dure dichiarazioni contro le minacce saudite, indirizzate verso manifestanti pacifici che non chiedono altro se non equità, giustizia e la liberazione dei prigionieri politici 'desaparecidos' di cui il regime riconosce la cifra di 4663, quando invece le ONG umanitarie ne considerano il numero più vicino ai trentamila. Quarantuno figure di riferimento hanno firmato una dichiarazione che censura la tendenza di Riyadh a usare "linguaggio violento e militare contro un movimento civile che chiede solo di vedere riconosciuti diritti fondamentali".

E' da febbraio del 2011 che il popolo sciita delle province saudite affacciate sul Golfo Persico ha iniziato a sfidare il regime degli Al-Saoud, che ha sempre trattato la minoranza sciita come un gruppo di 'cittadini di serie b', sulla scorta delle rivoluzioni in corso in Barhein e Yemen, dove gli sciiti hanno un ruolo di primo piano nonostante la violenza sanguinaria usata contro di loro, cui la monarchia assoluta saudita presta supporto morale e materiale. Piuttosto che ragliare insistentemente su inesistenti 'rivoluzioni' in Siria Al-Jazeera e Al-Arabiya dovrebbero mostrare le immagini delle vittime di Casa Saoud e delle altre corrotte monarchie petrolifere del Golfo.

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mercoledì 22 febbraio 2012

Salehi: "La Repubblica Islamica sta preparandosi autonomamente ad arricchire l'uranio al 20 per cento!"


Il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha dichiarato che la Repubblica Islamica é attualmente impegnata a dotarsi delle risorse e delle apparecchiature necessarie per portare il proprio controllo del ciclo dell'uranio completamente al livello del 20 per cento di arricchimento, incontrando un apprezzabile successo nello sforzo nonostante i tentativi delle arroganze potenze imperialiste istigate da Usa e Israele che vorrebbero frenare, sviare o distruggere i progressi di Teheran in questo delicato campo delle tecnologie avanzate.

Salehi nel suo intervento ha articolato che, essendo la capacità di arricchire l'uranio a tale livello considerata esclusivo appannaggio delle 'potenze nucleari conclamate' il Governo iraniano si aspetta una reazione ammirata e stupita da parte dell'Occidente. La decisione di spingere i propri sforzi nucleari in questo senso é venuta dalle difficoltà di ottenere, ai sensi del Trattato di Nonproliferazione Nucleare una fornitura di uranio arricchito al 20 per cento dalla IAEA, come sarebbe prerogativa di Teheran. A quel punto, di fronte alle neghittosità di una Agenzia Atomica evidentemente vittima dei 'diktat' americani e sionisti la Repubblica Islamica ha pensato bene che "Chi fa da sé fa per tre".

L'Iran aveva già mostrato la sua capacità di compiere significati passi avanti in totale autonomia nel suo programma nucleare lo scorso 15 febbraio, quando elementi di combustibile di totale produzione iraniana sono stati inseriti per la prima volta nel reattore nucleare sperimentale di Teheran, sotto il controllo attento di ispettori e inviati dell'Agenzia Atomica. Ovviamente rifornire di combustibile iraniano le strutture previste dall'ambizioso piano di sviluppo nucleare della Repubblica Islamica sarà un obiettivo realizzabile solo con un grande sforzo scientifico, tecnico e industriale.
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"Fiat Lux!" L'Egitto garantisce alla Striscia di Gaza la fornitura di 22 Megawatt di elettricità a partire dalla prossima settimana!


Un grande successo ha coronato la missione egiziana del Premier palestinese Ismail Hanyieh, che, dopo aver incontrato tutte le massime cariche dello Stato e i rappresentanti della Camera recentemente eletta ha dichiarato che il problema della penuria energetica nella Striscia di Gaza verrà presto risolto "radicalmente", grazie "all'attivazione di alcuni meccanismi su cui abbiamo avuto assenso e rassicurazione da parte del Cairo".

Oltre alle figure istituzionali e politiche Haniyeh si é anche intrattenuto a lungo a parlare con il Presidente della Banca Islamica per lo Sviluppo nel corso di una lunga e approfondita conversazione telefonica, totalmente incentrata sui bisogni e le condizioni del ghetto costiero assediato da quasi cinque anni dal blocco economico israeliano. Anche il portavoce del Governo palestinese Tahir al-Nunu ha affermato che vi sono stati 'segnali molto positivi' durante i recenti colloqui per risolvere la situazione di Gaza.

Intanto, in attesa di iniziative più radicali e durature, il Ministro dell'Energia Elettrica egiziano Hassan Younis ha dichiarato ieri che il suo paese fornirà a Gaza 22 MW di elettricità al giorno a partire dalla prossima settimana, cominciando così ad alleviare i disagi causati dal fermo pressoché totale dell'unica centrale termoelettrica attiva nella Striscia, rimasta recentemente senza carburante. Non vi sono invece notizie definitive sul preteso tentativo di Omar Khattana (membro di Fatah e responsabile dell'Autorità energetica per la Cisgiordania) di 'sabotare' la trasferta egiziana degli ex-dipendenti dell'Authority in modo da tentare di impedire che Hamas potesse avocare a sé la soluzione della crisi elettrica di Gaza.
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