sabato 1 ottobre 2011

Yasser Othman: "Israele sta meditando di invadere di nuovo l'Egitto!"


L'ambasciatore egiziano Yasser Othman ha dato voce alla preoccupazione che il regime ebraico stia preparandosi a una campagna militare volta all'occupazione della Penisola del Sinai; preludio della quale sarebbe l'incessante "guerra di parole" con cui recentemente media israeliani o comunque filosionisti si sono scatenati in una ridda di accuse e illazioni riguardo la 'necessità' di un saldo controllo della regione per garantire il totem della 'Sicurezza di Israele'.

La retorica sulla 'Sicurezza di Israele' viene invocata come 'foglia di fico' giustificatoria per tutte le aggressioni, le invasioni e le azioni disumane compiute dallo Stato dell'Apartheid lungo tutti i decenni della sua esistenza: la distruzione dei villaggi arabi durante l'olocausto della 'Nakba' era 'necessaria per la sicurezza di Israele', l'aggressione a fianco dei colonialisti anglofrancesi all'Egitto era 'necessaria per la Sicurezza di Israele', l'attacco alle spalle a tutti gli stati confinanti nel 1967 anche, e così a discendere fino al disumano assedio contro Gaza e all'invasione del Libano nel 2006.

Anche per contrastare possibili azioni armate israeliane contro il Sinai la Giunta militare di Transizione capeggiata dal Maresciallo Tantawi ha schierato migliaia di uomini con blindati e batterie antiaeree al confine con l'entità sionista di occupazione, soltanto poche settimane fa, cancellando 'de facto' la clausola sulla natura demilitarizzata della penisola.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Tony Blair sul punto di venire silurato dal 'Quartetto dei Negoziati', gli ultimi scandali erotico-affaristici letali per l'ex-premier inglese!


Il solo fatto di aver nominato uno degli uomini più odiati dal mondo arabo e musulmano come 'mediatore' dei cosiddetti 'negoziati' tra Anp e Israele la dice lunga sulla miopia, la stupidità e la tronfia arroganza delle potenze imperialistiche verso le questioni mediorientali; tuttavia Tony Blair, ex-capo dei Governi 'laburisti' (oh certo) che hanno invaso e occupato l'Afghanistan e l'Irak collaborando ai piani imperialistici di Bush Jr. e della sua amministrazione neoconservatrice ha ricoperto questo ruolo per circa quattro anni, dal 2007 a oggi.

La sua 'tenure', del tutto anonima e dimenticabile se non per il fatto che durante essa il già claudicante 'processo negoziale' é del tutto collassato, potrebbe avere i giorni contati, visto le recenti voci che vorrebbero l'Anp egemonizzata dalla fazione Fatah sul punto di dichiararlo 'Personalità non gradita' e chiederne quindi al 'Quartetto' la rimozione dalla carica. Ora, venire denunciati da un'organizzazione tanto corrotta e priva di spina dorsale come la fazione golpista che non ha esitato a prendere le armi contro altri Palestinesi per eseguire gli ordini di Washington e Tel Aviv é un po' come venire chiamati 'ignoranti' da Renzo Bossi, un'umiliazione rara da eguagliare.

E, tra le motivazioni di questo radicale cambio di atteggiamento, non si può nemmeno indicare come decisivo determinante l'atteggiamento largamente negativo e antagonista assunto da Tony Blair nei confronti della recente richiesta di riconoscimento ONU sporta dal capo di Fatah Mahmud Abbas nelle recenti settimane, anche se ovviamente un'attività di lobbying anti-palestinese meno esplicita e più 'sottotraccia' sarebbe stata consigliabile, mentre il nostro ha preferito strombazzare ai quattro venti la sua indefessa contrarietà al progetto e il tentativo di convincere presidenti e primi ministri stranieri ad avversarlo col loro voto.
Ofra Strauss, la stagionata (ma molto ricca) vedova su cui Phoney Blair avrebbe messo gli occhi, e probabilmente anche qualcos'altro.
Infatti il fastidio nei confronti di Blair ha radici profonde: nel suo ruolo di 'cameriere' delle guerre coloniali di George Bush, ma anche nei numerosi conflitti di interesse in cui si trova invischiato, vista la sua contemporanea attività di mediatore diplomatico, consulente della banca d'affari J P Morgan e investitore coinvolto in numerosi progetti di compagnie israeliane. Incapace di tenere separate sfera pubblica e sfera privata, come e peggio di un Berlusconi qualsiasi, Blair si é anche andato a impelagare in una relazione extraconiugale con una ricca vedova israeliana, rendendo ogni pretesa di 'imparzialità' e 'equidistanza' ridicola come i suoi sorrisi falsi.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il Patriarca maronita Al-Rahi parte stamane per gli Stati Uniti, dove incontrerà le più importanti comunità cristiane di origine libanese!


Il Patriarca maronita di Antiochia, Beshara al-Rahi, figura cardine della comunità cristiana siro-libanese, a stretto giro dal suo incontro col Presidente Michel Suleiman tenuto nella sua residenza estiva di Diman, lo ha nuovamente incontrato ieri alla vigilia del suo 'tour' di tre settimane presso le comunità maronite degli Stati Uniti.

L'incontro é durato un'ora e si é concluso senza che nessuno dei suoi protagonisti abbia rilasciato dichiarazioni o comunicati. Il Patriarca Al-Rahi, che recentemente si era segnalato per le sue coraggiose ed equilibrate considerazioni sugli interessi della comunità cristiana libanese e sulla necessità di mantenere l'indipendenza e l'autonomia del Paese anche attraverso il fattivo sostegno alle forze di Resistenza attive nel Sud é partito stamane per gli Usa.

La sua prima tappa sarà Saint Louis, nel Missouri, quindi toccherà l'Illinois, l'Ohio, il Texas, la California, Nuova York, la Pennsylvania e il Massachusetts, prima di rientrare in patria. Il viaggio pastorale sarà molto importante per sensibilizzare la comunità maronita statunitense riguardo le nuove sfide e i nuovi sviluppi dell'area mediorientale, riguardo ai quali Al-Rahi non ha avuto esitazioni a prendere posizioni chiare, anche a rischio di mettersi in rotta di collisione con certi esponenti politici asserviti a interessi esterni e stranieri.

La comunità maronita americana é presente nel paese fin dal XIX secolo e ha dato agli Usa alcuni personaggi iconici come l'asso della Guerra di Corea James Jabarah, l'avvocato e attivista politico Ralph Nader o l'attore cinematografico e televisivo Tony Shalhoub.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La popolazione di Amman di nuovo in piazza contro le finte 'riforme' di Re Abdallah!


Migliaia e migliaia di cittadini giordani sono scesi in strada dopo le preghiere del venerdì nella capitale del regno ascemita, Amman, per domandare le dimissioni del Primo Ministro Marouf Bakhit e lo scioglimento della Camera bassa del Parlamento. I dimostranti hanno marciato dalla Moschea di Al-Husseini fino al Municipio, inalberando cartelli e striscioni che accusavano il Premier di corruzione e cantando slogan contro di lui e il suo Governo.

La protesta é detonata dopo che la Camera ha passato un disegno di legge che criminalizza le accuse di corruzione verso rappresentanti politici con multe variabili dai 30mila ai 60mila dinar (da 31500 a 63000 Euro, circa), in un evidente tentativo di imbavagliare i media d'opposizione che ultimamente avevano rivelato diversi scandali di questo genere concernenti il gabinetto e la maggioranza di Bakhit.

La popolazione é anche insoddisfatta delle recenti 'riforme costituzionali' promulgate dal re Abdallah, che ritiene superficiali e cosmetiche e molto minori di quelle promesse a giugno; all'inizio dell'estate infatti, spaventato dalla mobilitazione popolare, il monarca aveva promesso modifiche ben più radicali, fra cui ad esempio la formazione di governi basati sul risultato delle elezioni e non di nomina regia.

Ovviamente niente di tutto ciò si é visto anche se, come molti corrotti monarchi della regione, il reuccio ascemita é considerato "un baluardo della democrazia" dalle ipocrite e arroganti potenze imperialiste.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 30 settembre 2011

Il Ministro egiziano Mohamed Amir avverte il regime dell'Apartheid: "Sarete considerati pienamente responsabili delle vostre scelte arroganti e ingiuste!"


Il Ministro egiziano Mohamed Kaml Amir ha dichiarato che la Comunità internazionale nel suo complesso e il cosiddetto "Quartetto" in particolare sono da considerarsi direttamente responsabili della recente decisione del Governo sionista di ampliare con 1.100 'unità abitative' gli insediamenti illegali in Cisgiordania; decisione perircolosa e provocatoria, che deriva dall'incapacità del consesso delle nazioni di far pagare a Israele il fio delle sue violazioni e delle sue violenze contro la Palestina e i Palestinesi.

La dichiarazione arriva dagli Usa, dove il Ministro si trova attualmente in seguito alla convocazione dell'Assemblea Generale ONU che dovrà, tra l'altro, valutare la richiesta di Abbas e della fazione Fatah di riconoscere uno Stato palestinese sui confini indicati dalla Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza. Amir ha dichiarato che "la costante scelta di iniziative provocatorie e illegali da parte israeliana é garantita dall'inattività dei paesi occidentali, sempre pronti a condonare e passare sopra alle atrocità più palesi: l'assedio di Gaza, la strage della Mavi Marmara, il costante aumento delle colonie illegali!".

Amir ha dichiarato "tutta la preoccupazione egiziana" riguardo la continua metastasi degli insediamenti, che sono stati ingranditi negli ultimi mesi da ben seimila unità abitative "uno stato dei fatti facilitato anche dal totale caos in cui versa l'Anp, ansiosa solo di arrestare oppositori politici di parte palestinese". Il Ministro ha rivolto un ammonimento al regime ebraico, avvertendolo che sarà considerato pienamente e totalmente responsabile delle conseguenze di queste scelte sbagliate e arroganti.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La Lega Araba critica il continuo proliferare degli insediamenti ebraici illegali in terra palestinese!


Il Segretario Generale della Lega Araba, l'Egiziano Nabil Arabi, ha condannato senza mezzi termini i programmi di espansione e metastasi delle colonie ebraiche illeghali a Gilo e a Gerusalemme Est, già finite sotto il fuoco incrociato dei rappresentanti dell'ONU e dei titolari degli Esteri americani ed europei; Arabi ha definito i progetti sionisti in merito: "scandalosi" e "in totale contrasto con le Leggi internazionali in merito", articolando come simili avvenimenti dimostrino oltre ogni ragionevole dubbio il totale fallimento delle politiche americane, diretta conseguenza dell'incapacità Usa di imporre a Israele una condotta costruttiva e moderata.

Ma il Governo del regime ebraico, come al solito, non accetta critiche o appelli alla ragionevolezza e, tramite una dichiarazione di Mark Regev, portavoce del Premier Benji Netanyahu fa sapere di non avere alcuna intenzione di recedere dai suoi progetti di occupazione, colonizzazione e pulizia etnica. Giocando disonestamente sui termini Israele cerca di negare l'evidenza e di sostenere che Gilo, cancro di cemento stipato di miliziani fanatici paracadutati in Cisgiordania dai quattro angoli del mondo, non sia una 'colonia'.

In realtà il Governo Netanyahu può chiamare Gilo come vuole, ma il fatto che sorga su terreno occupato militarmente lo rende ipso facto 'zona occupata' e ogni tentativo di trasferirvi popolazione o di incrementare quella già trasportatavi è una colonizzazione e un'operazione di sapore hitleriano o staliniano, che non ha posto in un mondo che si vorrebbe regolato dalle leggi della Democrazia, del Diritto e dell'Autodeterminazione.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Le forze iraniane ricevono le prime batterie di missili 'Qader', vettore antinave progettato per affondare le Task Force americane!


Poco più di quattro settimane sono trascorse da quando, il 24 agosto scorso, le agenzie di stampa persiane e mediorientali riportarono la notizia della presentazione ufficiale del missile da crociera 'Qader', successore del modello 'Noor', capace di colpire bersagli a 200 chilometri di distanza propulso da un motore a quattro stadi capace di generare quai 6 KiloNewton di spinta. Dotato di un sofisticato sistema di guida e protetto contro le più raffinate contromisure il 'Qader', ancora più del predecessore é una minaccia estremamente temibile per qualunque genere di naviglio ostile, non escluse le superportaerei della Quinta Flotta americana.


Oggi, a nemmeno un mese da quell'importante annuncio arrivano le immagini della consegna ai servizi della Marina, della Difesa costiera e del Corpo della Guardia Rivoluzionaria delle prime batterie di Qader, che vanno a rafforzarne l'arsenale missilistico nella prospettiva, a lungo perseguita dal Governo di Teheran di dissuadere ogni potenziale avversario dal portare avanti piani di aggressione contro la Repubblica Islamica, promettendo, attraverso lo sviluppo di simili sofisticati sistemi d'arma, che qualunque attacco portato contro di essa causerebbe perdite insostenibili e inaccettabili allo stesso latore dell'offesa (e probabilmente anche ai suoi sponsor e alleati).



Un particolare punto d'orgoglio per tecnici e ingegneri iraniani é la totale origine nazionale dei componenti usati nella costruzione dei 'Qader'; elemento che una volta di più dimostra la bontà e la validità della scelta effettuata con la 'Jihad per l'Autosufficienza Militare'; laddove i corrotti sceicchi del petrolio si sarebbero limitati a sperperare le ricchezze naturali dei loro paesi (che sfruttano senza alcun merito) per acquistare in America e in Europa armi che poi non sanno nemmeno far funzionare senza 'consiglieri' e 'supervisori' imperialisti, rimanendo quindi sempre legati mani e piedi agli interessi delle potenze arroganti, la Repubblica iraniana ha preferito la lunga, dura, costosa strada della ricerca e dello sviluppo autonomo e indipendente, che le consente, oggi, di non dover sottoporre le sue scelte e la sua politica al 'visto' di nessuno straniero.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

giovedì 29 settembre 2011

Sette anni di carcere all'ex Ministro della Propaganda di Mubarak! Condanna esemplare per 'spreco di fondi pubblici'


Anas al-Fekky, già Ministro dell'Informazione e coordinatore della propaganda sotto il deposto regime di Mubarak é stato condannato a sette anni di detenzione da un tribunale cairota, come riportato nelle scorse ore dall'agenzia di stampa britannica Reuters. L'accusa elevatagli contro é stata quella di "dissipazione di fondi pubblici" attinti dagli emolumenti statali al Sindacato dei lavoratori radiotelevisivi, che Al-Fekky in qualità di Ministro gestiva insieme a Usala al-Sheiki, rappresentante del Sindacato.

I due si sarebbero "intascati" circa un milione e seicentomila dollari di budget stanziato per la produzione di fiction e sceneggiati televisivi facendoli "filtrare" attraverso voci di spesa gonfiate. Anche Al-Sheiki é stato condannato a una pena detentiva, nel suo caso di cinque anni. Ma le tribolazioni di Al-Fekky non sono terminate qui, giacché deve rendere conto di quasi due milioni di dollari delle licenze pagate da emittenti private per i canoni di emittenza del campionato di calcio 2009-2010 e di quello 2010-2011.

Un'altra corte, qualche settimana fa, lo aveva invece scagionato dall'accusa di aver cospirato per spendere 6 milioni di dollari di fondi governativi nella campagna elettorale del partito di Mubarak per le "elezioni farsa" dello scorso novembre 2010. Tuttavia sembra che il carico pendente dell'ex 'Visir' delle telecomunicazioni egiziane sia destinato ad aumentare ulteriormente man mano che le prove di tutte le malversazioni di ventotto anni di regime verranno a galla.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Tutti i prigionieri politici palestinesi nelle galere sioniste rifiutano il cibo in solidarietà con il leader del PFLP, Ahmad Sadaat!


L'intera popolazione carceraria palestinese in mano al regime ebraico, oltre ottomila prigionieri politici, ha iniziato uno sciopero della fame di tre giorni in solidarietà coi rappresentanti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che invece hanno dichiarato uno sciopero della fame totale chiedendo che il leader Ahmad Sadaat venga liberato dall'isolamento solitario dove é stato gettato oltre due anni e mezzo fa.

Sono oltre 200 i prigionieri politici del PFLP che rifiuteranno il cibo fino a quando Sadaat non sarà tolto dal confino che ha avuto gravissime conseguenze sul suo benessere e sulla sua salute, tortura medievale inflitta crudelmente dai nuovi inquisitori sionisti, ben più spietati di quelli che secoli fa perseguitavano i "marrani" nella Penisola iberica.

Da mesi, secondo le associazioni di difesa dei Diritti dei prigionieri il regime ebraico sta esasperando le condizioni di detenzione dei palestinesi, limitando o impedendo il loro accesso a visite familiari, mezzi di comunicazione, possibilità di educazione e altre angherie. In risposta i Palestinesi prigionieri hanno intrapreso azioni di resistenza passiva e disobbedienza, come il rifiuto di indossare le uniformi carcerarie e, ora, lo sciopero della fame di massa.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Vacche magre per l'esercito sionista! Il Comitato anti-crisi del Governo Netanyahu annuncia tagli per 3 miliardi di shekel!


"Tagli ai budget militari per 3 miliardi di NIS (circa 600 milioni di Euro)", ecco la cura da cavallo annunciata dal 'Comitato Trachtenberg', nominato dal Governo di Benji Netanyahu per affrontare alla radice la grave crisi economica in cui si dibatte il regime ebraico, che ha già portato alla bancarotta compagnie statali un tempo floride come l'Agrexco e ha portato in piazza centinaia di migliaia di cittadini facendo temere disordini e rivolte. Quando Israele taglia le spese militari é segno certo che la situazione é gravissima visto che deve la sua stessa esistenza alla continua presenza di un apparato militare aggressivo e superarmato (anche se mantenuto per la maggior parte coi denari grassati a Usa e Germania).

Si vede che adesso quei quattrini sono richiesti altrove (magari a sostenere il munifico e dispendioso programma di colonizzazione illegale e occupazione della Cisgiordania), quindi i generali di Tel Aviv sono stati rapidamente e poco cerimoniosamente invitati a stringere la cinghia, ma non tutti hanno risposto "signorsì".
Secondo il quotidiano sionista Yediot Ahronot diversi membri dello Stato Maggior generale hanno protestato, lamentando che i profondi tagli agli emolumenti militari causeranno "il totale arresto" dello sviluppo dei sistemi antimissile 'Iron Dome', 'Magic Wand' e 'Arrow'. Sull'inconsistenza di tali fantasie masturbatorie (perché altro non sono) abbiamo già elaborato in passato, quindi possiamo concludere che i gallonati sionisti in questo caso si lamentano solo perché dal blocco dei finanziamenti per questi chimerici progetti deriverà anche il blocco delle corpose mazzette che percepiscono dalle industrie in essi coinvolti.

Ma, lamentano allo stesso tempo i generali, "Con questo programma in atto non vi saranno fondi nemmeno per spese basilari come uniformi ed equipaggiamenti per le truppe di riserva, trasporti, alloggiamenti, munizioni per l'addestramento e molte squadriglie dell'aviazione dovranno rimanere a terra". Ecco finalmente una buona notizia! Se e quando questa profezia diventerà realtà le SS di Israele avranno meno libertà di aggredire, bombardare e colpire la Striscia di Gaza, nonché di violare l'integrità territoriale del Libano. Quanto poi ai progetti di colpire l'Iran, finiranno dimenticati in qualche scantinato del Ministero della Guerra.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il Ministro degli Esteri siriano incontra i colleghi di Brasile, Iran, Russia e Nabil Arabi: "Grazie al vostro sostegno resistiamo alle trame imperialiste!"


Il Ministro degli Esteri Siriano Walid Muallem si é incontrato negli scorsi giorni con i colleghi russo, iraniano, brasiliano e con il Segretario Generale della Lega Araba per discutere le maniere migliori di far procedere il meccanismo di riforme implementate dal Presidente Assad e come meglio combattere e contrastare i tentativi dell'imperialismo americano e dei suoi lacché europei di dividere e indebolire la nazione siriana attraverso le azioni di provocatori e terroristi.

Muallem ha annunciato che le riforme sociali, politiche ed economiche volute dal Presidente Assad sono state bene accolte dalla comunità nazionale e promettono un deciso rinnovamento dell'organizzazione dello Stato, per soddisfare le istanze progressiste e democratiche senza tuttavia mettere in pericolo l'autonomia e l'indipendenza del Paese. Il 'dialogo nazionale' si é diffuso dalla capitale Damasco in tutte le province e governatorati e porterà presto alla convocazioen di una simposio nazionale sulle riforme.

Molta gratitudine é stata espressa nei confronti di Sergej Lavrov per il deciso sostegno di Mosca al suo storico alleato siriano; da parte russa é stato ribadito l'interesse strategico alla sicurezza e alla stabilità di Damasco e l'intenzione di continuare il processo di coordinazione e consulto incrociato. Nelle stesso ore dell'incontro 'a cinque' l'agenzia stampa ufficiale SANA ha comunicato il sequestro, nella città di Homs, di un carico di armi destinate a terroristi e criminali che negli ultimi mesi hanno attaccato forze di sicurezza e militari: fra gli ordigni sequestrati si contano lanciagranate a razzo, bombe a mano, fucili d'assalto, pistole e migliaia e migliaia di proiettili.

I servizi segreti americani, israeliani e sauditi sono pesantemente coinvolti nel contrabbando di armi con le quali tentare di destabilizzare la Siria, come anche fascisti e falangisti libanesi, filo-sionisti e filo-imperialisti.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

mercoledì 28 settembre 2011

La Turchia rifiuta un compromesso "a tarallucci e vino" suggerito dall'ambasciatore Usa in Israele, Dan Shapiro!


Fonti dello Stato sionista hanno recentemente rivelato come un tentativo di 'comporre' la querelle diplomatica tra Tel Aviv e Ankara con una specie di "volemose bene" al termine del quale l'assedio contro la Striscia di Gaza non sarebbe stato toccato e la Turchia sarebbe stata messa in condizione di ammettere una sua presunta 'provocazione' nell'inviare la flottiglia di aiuto umanitario verso il ghetto palestinese strangolato é stato silurato su tutto la linea dal rifiuto di Recep Erdogan di accettare alcunché di meno dell'ammissione di colpa israeliana per l'attacco in alto mare alla 'Mavi Marmara' e la conseguente uccisione di nove suoi membri d'equipaggio.


Secondo un rapporto diffuso da "Radio Israel" l'ambasciatore Usa Dan Shapiro (foto sotto) avrebbe suggerito al Presidente turco e al criminale di guerra (ora Presidente) Shimon Peres di effettuare una conversazione telefonica al termine della quale "si sarebbero dovuti chiedere reciprocamente scusa". L'iniziativa, approvata dal 'forum' degli otto ministri più anziani dell'esecutivo di Estrema Destra al potere a Tel Aviv si sarebbe scontrata contro il nettissimo "Niet" turco, venendo quindi abbandonata.

Le richieste turche, reiterate per oltre 15 mesi prima di arrivare all'interruzione dei rapporti diplomatici, economici e militari, comprendono il riconoscimento della totale ed esclusiva responsabilità israeliana per la strage, il pagamento di compensazioni a parenti e familiari delle vittime e l'immediata apertura di tutte le frontiere con la Striscia di Gaza, sottoposta a strangolamento economico ormai da quasi cinque anni.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La Repubblica iraniana annuncia al mondo la sua intenzione di costruire portaerei!


In Iran sono in fase di conclusione le cerimonie e le manifestazioni della "Sacra Settimana della Difesa", con cui anche quest'anno sono stati onorati i caduti della guerra contro l'Irak, i veterani di quel conflitto e gli uomini delle Forze Armate e delle agenzie di sicurezza che ancora oggi mantengono la Repubblica Islamica libera e indipendente in un'area dove tanto i suoi vicini a Est (Afghanistan) e ad Ovest (Irak) sono stati invasi e sottomessi dalle truppe di occupazione dell'imperialismo occidentale.
Il Comandante delle Forze navali iraniane, Contrammiraglio Sayyari.
E proprio in chiusura di questo evento profondo e significativo il Vicecomandante dell'Unità della Marina per la Ricerca e la Jihad di Autosufficienza militare, Mansour Masqoudlou, ha annunciato ai rappresentanti della stampa locale e regionale l'intenzione di Teheran di iniziare un programma di sviluppo per la costruzione di unità portaerei e portaaeromobili: una sfida esaltante che porrebbe l'Iran non solo nel ristretto novero di nazioni dotate di tali tipi di vascello, ma nel circolo ancora più esclusivo dei paesi in grado di costruirli autonomamente.

Naturalmente é immaginabile che innanzi tutto la Repubblica Iraniana si 'faccia le ossa' con meno impegnativi 'incrociatori tuttoponte' e portaelicotteri; in seguito potrebbe arrivare a costruire qualcosa di simile alle ultime 'Invincible', alle francesi 'Clemenceau' (Foch) o alla nostrana 'Cavour'; risultati tutt'altro che disprezzabili per uno Stato che fino a pochi anni fa considerava il pattugliamento delle acque del Golfo Persico fino allo Stretto di Hormuz come l'orizzonte massimo delle sue ambizioni navali.

Le crescenti richieste di sicurezza dei corridoi marittimi e il vento della 'Primavera Araba', che ha permesso già a febbraio a navi iraniane di attraversare Suez e fare scalo nei porti siriani, evidentemente hanno stimolato gli strateghi navali iraniani indicando loro la necessità di una maggiore "capacità di proiezione" nell'Oceano Indiano e nel Mediterraneo Orientale.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

ONU, Usa e UE condannano i programmi sionisti di "pulizia etnica" a Gerusalemme Est e a Gilo!


Il Sottosegretario ONU per gli Affari Politici, B. Lynn Pascoe ha dichiarato in un recente comunicato stampa che l'approvazione di oltre mille nuove unità abitative nelle colonie illegali ebraiche in Cisgiordania é "inaccettabile" e "particolarmente preoccupante" per le Nazioni unite, al cui Consiglio di Sicurezza é stato appena relazionato in merito; le dichiarazioni sono state raccolte e diffuse dall'Agenzia France Presse.

"Abbiamo ripetutamente dichiarato che l'attività di insediamento e colonizzazione dei territori occupati militarmente é illegale e totalmente in contrasto con gli impegni sottoscritti dallo Stato ebraico ai tavoli della trattativa da Oslo in avanti"; lo Stato dell'Apartheid ha approvato la costruzione dei nuovi insediamenti a Gilo e nella parte orientale di Gerusalemme ed essi costituiscono solo una parte dei programmi di espansione delle colonie, che si inquadrano nel tentativo israeliano di compiere una "pulizia etnica" sul terreno in modo da rendere vano e vuoto ogni 'negoziato'.

Anche l'UE, per bocca del suo responsabile della Politica Estera Lady Catherine Ashton e il Segretario di Stato Clinton hanno condannato l'iniziativa: chissà come la prenderà l'AIPAC e le altre organizzazioni della lobby sionista che tanto generosamente hanno finanziato le campagne elettoriali della famiglia Clinton, sia negli anni '90 che oltre (l'elezione dell'outsider Bill Clinton nel 1992 é comunemente ritenuta frutto della 'vendetta' della lobby ebraica per i toni inappellabili con cui George Bush Sr. dopo la Guerra del Golfo obbligò un men che entusiasta Rabin a firmare gli Accordi di Oslo).
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Liberato Samir Allawi, il reporter palestinese che ha detto "No", al Mossad e per questo é stato incarcerato!


Samir Allawi, il caporedazione dell'emittente Al-Jazeera in Afghanistan é stato liberato nelle scorse ore dopo aver passato settimane nelle galere sioniste, dove era stato gettato per essersi rifiutato di diventare informatore del Mossad sul posto di lavoro. Allawi, nato e cresciuto in Palestina, era stato bloccato al Ponte Allenby mentre lasciava i territori occupati da Israele dopo una breve visita a familiari e parenti. Fermato secondo le assurde regole sulla "carcerazione amministrativa" non ha mai ricevuto una giustificazione ufficiale per il suo arresto, anche se in cuor suo sapeva perfettamente, come ha affermato più volte che esso rappresentava la "punizione" per essersi rifiutato di diventare una spia per conto del Mossad.

Adesso, di fronte all'incapacità dei suoi persecutori di formulare un'accusa coerente contro di lui persino l'autorità giudiziaria del regime ebraico ha dovuto rimetterlo in libertà, quarantanove giorni dopo il suo fermo, esattamente sette settimane. Durante questo tempo Allawi, sofferente di affezioni respiratorie e di squilibri glicemici, é stato lasciato privo di ogni cura e assistenza medica ed é stato inoltre vittima di pressioni psicologiche e maltrattamenti, evidentemente con l'intento di ottenere una 'confessione' che permettesse di trattenerlo ulteriormente in carcere.

Ufree, il gruppo europeo per i Diritti Umani con base ad Oslo ha dichiarato che il caso del giornalista palestinese che contromisure legali di fronte a ogni corte internazionale competente dovrebbero venire intraprese per scoraggiare lo Stato ebraico dal pensare di poter gettare in carcere ogni persona che non si pieghi ai suoi ricatti. Allawi é stato seguito e assistito dai suoi datori di lavoro, in particolare da Mr. Ilyas Karram e dall'avvocato Saleem Wakeem.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

martedì 27 settembre 2011

Sia lode a Dio! Ritrovati sani e salvi i lavoratori dei tunnel rimasti dispersi per ore dopo l'allagamento!


Pubblichiamo in forma succinta un aggiornamento che di sicuro farà enormemente piacere ai nostri lettori in attesa che il passare delle ore e il rilascio di nuovi comunicati e dichiarazioni stampa ci permetta di trasformarlo in un vero e proprio resoconto dei fatti, con nomi e dettagli.

I coraggiosi e indefessi componenti delle squadre di emergenza della Difesa civile di Gaza sono riusciti ad estrarre, stremati ma ancora vivi, i tre lavoratori dei tunnel (non due come in precedenza riportato) che erano rimasti dispersi dopo l'allagamento del passaggio in cui stavano operando.

Trasferiti immediatamente nella più vicina struttura sanitaria i tre "salvati dalle acque" non hanno mostrato nessun sintomo preoccupante, eccetto per qualche ferita superficiale e ammaccatura, oltre a un comprensibile affaticamento.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Perdita di acque reflue in uno dei "Tunnel della Vita" che permettono a Gaza di sopravvivere all'assedio sionazista: un ferito e due dispersi!


Ancora una volta, nel giro di pochi giorni, uno dei tunnel di sopravvivenza che permettono al ghetto assediato di Gaza di resistere all'illegale e disumano assedio degli Shylock di Tel Aviv si é trasformato in una trappola mortale e, più passano le ore, più si affievolisce la speranza di recuperare i due lavoratori dispersi che sono stati letteralmente inghiottiti dall'ondata di acque nere che ha saturato il cunicolo ove stavano prestando la loro preziosa opera.

Le squadre di Difesa civile della Striscia, che intervenendo prontamente dopo l'allagamento sono riuscite a trarre in salvo un ferito, non hanno ancora gettato la spugna, come riferisce l'Alto Comitato per la Gestione dell'Emergenza; ma, ovviamente, l'esperienza insegna che più un lavoratore rimane disperso più aumentano le possibilità di ritrovarne solo il corpo.

Da quando il crudele assedio sionista ha iniziato a serrare la sua morsa su Gaza circa 160 lavoratori dei tunnel hanno perso la vita, mentre quasi 600 sono quelli rimasti feriti più o meno gravemente: tra essi non pochi i mutilati.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Colono ebreo degli insediamenti illegali ammazza bambino palestinese di 8 anni investendolo di proposito con la sua auto!


Un bimbo palestinese di otto anni é morto nella giornata di ieri dopo essere stato volontariamente investito da un colono ebreo degli insediamenti illegali che, come funghi velenosi, sono sorti in questi anni di "trattative" tra il regime dell'Apartheid e l'Anp della fazione Fatah tutto attorno alla città cisgiordana di Al-Khalil. La vittima, Fareed Jabir, stava camminando sul marciapiede di una via del quartiere di Buq'a, quando l'auto, condotta dal colono, é salita di proposito sulla sede pedonale per centrarlo, travolgendolo e lasciandolo esanime al suolo.

Trasportato immediatamente all'ospedale di Kiryat Arba il piccolo Fareed é stato quindi inviato d'urgenza all'Ospedale Hadassah, non appena i sanitari si sono resi conto della gravità estrema delle ferite riportate; fratture multiple scomposte, schiacciamento del torace, schegge d'osso negli organi e nel sangue. Purtroppo il cuore della giovane vittima ha cessato di battere poco dopo il suo arrivo all'unità di rianimazione.
"Pubblicità Regresso" di un autosalone israeliano, ispirata ai sempre più frequenti attentati contro Palestinesi da pirati della strada degli insediamenti.
Negli ultimi giorni i miliziani ebraici delle colonie illegali si sono letteralmente scatenati in orde selvagge, attaccando terreni agricoli, frutteti, pozzi, residenze e veicoli dei legittimi abitanti palestinesi, ovviamente spalleggiati e coperti dalle forze militari dell'occupazione sionista; in un precedente caso di investimento di un piccolo palestinese i genitori della vittima sono stati arrestati dalle forze israeliane, mentre cercavano di raccogliere elementi che potessero portare all'identificazione del colpevole.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Erdogan: "La Marina militare turca scorterà prossimi convogli umanitari diretti verso Gaza!"


Il Primo Ministro turco Recep Erdogan ha dichiarato che le relazioni bilaterali tra Turchia e Israele potrebbero venire ricomposte soltanto nel caso in cui il regime dell'Apartheid ponesse completamente fine al suo assedio contro il ghetto di Gaza, avvisando nel contempo che nel futuro la Marina militare turca potrà ricevere l'incarico di scortare convogli umanitari verso la Striscia.

In una intervista rilasciata all'emittente CNN Erdogan ha dichiarato che la Turchia é stata "molto paziente" nei confronti di Tel Aviv, lasciando oltre un anno di tempo dopo l'incidente della Mavi Marmara prima di effettuare le sue rappresaglie, tempo durante il quale non si sono avuti gesti o iniziative distensive da parte israeliana, anzi.

"Posso chiaramente e francamente affermare che la rottura delle relazioni bilaterali é totalmente ascrivibile a Israele; l'assedio nei confronti di Gaza é del tutto ingiustificato e illegale e i politici e i militari israeliani hanno preferito ricorrere a un atto di pirateria in acque internazionali, facendo aprire il fuoco su volontari civili disarmati, pur di proteggerlo".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Stragi e massacri in Yemen mentre il dittatore "ringrazia" Usa e Arabia Saudita!


Il rientro dello screditato dittatore Ali Saleh in Yemen é coinciso con una serie inaudita di violenze contro la popolazione civile, segno che i lanzichenecchi del regime si sentono autorizzati a qualunque eccesso pur di tentare di sostenere il padre-padrone di Sanaa, spalleggiato da Stati Uniti e dalla Casa di Saoud.

Ed é proprio ai suoi 'protettori' vicini e lontani che si é rivolto Saleh, immancabile 'turbante' ben calato in testa a nascondere la sfigurante cicatrice che nemmeno i chirurghi americani a libro paga dei sauditi sono riusciti a cancellare, nel suo primo 'messaggio pubblico' trasmesso in diretta dal suo rientro in patria.

Ma anche l'opposizione ha inviato un messaggio a Saleh, per bocca di Walid al-Amari, leader della protesta giovanile e membro di spicco del Consiglio provvisorio di Transizione: "Il popolo, e specialmente i giovani, non accetteranno mai alcun richiamo alla 'normalizzazione', non indietreggeranno e non rientreranno nei ranghi fino a che tutti gli obiettivi della Rivoluzione, a partire dalle dimissioni e dal processo per i crimini ordinati ad Ali Saleh, non saranno stati raggiunti!".

Saleh nel suo messaggio aveva fatto ripetuti richiami alle urne, promettendo elezioni politiche e presidenziali secondo il profilo tracciato dal Consiglio di Cooperazione dei Paesi arabi del Golfo Persico, ma evidentemente rifiutando dimissioni anticipate e inchieste o processi a suo carico.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Quinto attacco esplosivo in pochi mesi contro il gasdotto egiziano ad Al-Arish, nella Penisola del Sinai!


Dopo l'esplosione che ha squassato l'aria nelle prime ore di martedì 27 settembre, una nuova lingua ruggente di gas in fiamme segna il punto in cui ignoti attentatori hanno dinamitato, per la quinta volta consecutiva, la stazione di pompaggio del metanodotto del Sinai presso Al-Arish.

L'impianto garantisce l'afflusso di gas combustibile egiziano verso la Giordania e, fino a pochi mesi fa, anche verso il regime dell'occupazione sionsita. In seguito alle proteste che hanno causato la caduta di Mubarak, tuttavia, questo secondo flusso si é praticamente arrestato, anche se non si arrestano gli attentati contro gli impianti.

Naturalmente tali gesti devono essere inquadrati in dinamiche complesse, dove entrano in gioco anche le condizioni delle popolazioni beduine native del Sinai e il loro trattamento da parte delle autorità egiziane. L'interruzione del flusso di metano verso Israele ha spinto il regime sionista a intensificare lo sfruttamento dei giacimenti offshore, uno dei quali si é recentemente esaurito, e causando comunque un deciso aumento della bolletta energetica.

Sotto la dittatura di Mubarak l'Egitto riforniva lo Stato ebraico di metano a prezzi incredibilmente più bassi di quelli praticati pure dai più grandi esportatori di gas mondiale (come Algeria, Qatar, Russia o Iran) grazie al versamento di copiose mazzette che finivano in tasca anche ai due figli del 'Faraone'.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Cittadino egiziano residente in Libano arrestato per spionaggio in favore del Mossad!


Un nuovo colpo devastante é stato inflitto dalle forze di sicurezza libanesi alle operazioni di spionaggio israeliane nel paese, attraverso l'arresto di un cittadino egiziano che risiedeva, insieme alla moglie libanese, nella regione meridionale di Hasbaya, ed era in contatto coi servizi segreti sionisti da oltre dodici anni. Il Comando dell'Esercito ha riferito che, dopo una sorveglianza durata diversi mesi, la coppia é stata arrestata e interrogata, al che l'uomo ha rivelato di avere iniziato i suoi rapporti coi servizi israeliani nel 1999.
In questa immagine di repertorio un ufficiale del Controspionaggio libanese mostra un router sequestrato a un informatore del Mossad.
L'uomo, di cui sono state rivelate solo le iniziali del nome: "A.S.", ha rivelato che veniva ricompensato con denaro per le informazioni che riusciva a raccogliere e che sua moglie era al corrente di questa sua attività. La rete televisiva di Hezbollah, Al-Manar, ha elencato le apparecchiature trovate in casa della coppia: una ricetrasmittente, mappe topografiche di regioni sensibili del Libano del Sud, un telefono cellulare con scheda Sim israeliana e molti file di fotografie e riprese di installazioni civili e militari.

L'operazione di controspionaggio é soltanto l'ultima di una lunga serie, grazie alla quale la rete di informatori sionisti in Libano é stata duramente e ripetutamente colpita; il coinvolgimento di un cittadino egiziano non deve stupire; ricordiamo che, quando nel corso del 2010 al Cairo il Mukhabarat arrestò un imprenditore tessile coinvolto col Mossad egli riferì che i suoi reclutatori sionisti gli avevano chiesto esplicitamente se potesse indicare loro egiziani che vivessero o lavorassero in Siria e Libano.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.