sabato 9 novembre 2013

Visita di delegati europei al ghetto assediato di Gaza, i soloni dei 'Diritti Umani' faranno niente per la Striscia?

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha ricevuto una delegazione europea nella Striscia di Gaza affinché i suoi membri potessero apprezzare direttamente la gravità dell'emergenza umanitaria nel territorio assediato, specialmente dopo la quasi totale cessazione dell'attività nella centrale elettrica che costringe gli abitanti ad affidarsi a candele, lanterne o pericolosi generatori a carburante.

La delegazione comprendeva il Console Generale italiano presso l'Anp, Davide La Cecilia e il suo vice, il Capo dell'Ufficio Rappresentativo della Repubblica Federale Tedesca Barbara Wolf e l'attaché culturale Caludia Bosch e il Console di Francia Hervé Magro.

Raji Sourani, avvocato e fondatore del PCHR, ha accolto i visitatori e li ha edotti sull'attuale situazione di Gaza, le costanti aggressioni e violazioni sioniste, i pericoli sanitari, profilattici, alimentari, igienici derivanti dall'assedio sionista e dalle restrizioni al transito tramite Rafah.

Sperando che gli esponenti europei, una volta tanto, agiscano in maniera coerente col 'dirittoumanesimo' tante volte sbandierato comodamente da Bruxelles, attivandosi per i Diritti umani dei Palestinesi del ghetto di Gaza...

Il Nobel yemenita Tawakkul Karman ha donato tutti i soldi del suo premio al Fondo per i Martiri e Invalidi della Rivoluzione!

A dimostrazione delle enormi differenze di caratura morale tra certi "Premi Nobel per la Pace" che meriterebbero invece un tribunale internazionale (Obama, Peres) e altri per i quali invece gli onori dell'Accademia di Svezia sono piccoli e inadeguati, la yemenita Tawakkul Karman, la cui lotta come portavoce della lotta contro il corrotto regime di Ali Abdullah Saleh abbiamo più volte citato su queste stesse pagine, ha donato la totalità del premio in denaro ricevuto a un fondo per le vittime della repressione precedente alla cacciata del tiranno filoamericano.

La Karman, in questo modo, ha dato seguito concreto alle sue affermazioni riguardanti il fatto che il Nobel non fosse 'suo', ma in realtà appartenesse all'intero popolo yemenita che compatto e coerenta ha lottato e sofferto per liberarsi del presidente-dittatore; il Fondo a cui é stata devoluta la cifra di 500.000 dollari Usa si occupa di sostenere le famiglie delle vittime della Rivoluzione e quanti sono rimasti invalidi a causa della violenza del regime.

"E' un contributo piccolo, in senso assoluto" ha dichiarato la Karman, "Ma é il massimo che posso dare e fido che si trasformi in un gesto di buon auspicio per il futuro del nostro paese, in modo che possa essere imitato da tutti coloro che hanno qualcosa di buono o valido da offrire agli altri".




L'Esercito siriano espelle i wahabiti da Shihan e Al-Lermon attorno ad Aleppo, la metropoli del Nord sempre più al sicuro!

Persino le fonti di (dis)informazione che venivano utilizzate dai finanziatori dei gruppi terroristici stranieri in Siria per diffoner la loro propaganda anti-Assad non riescono più a negare l'evidenza e devono ammettere che le forze regolari di Damasco stanno infliggendo una batosta dietro l'altra a ogni gruppetto takfiro che si trovi sul loro cammino.

oggi é toccato al fasullo 'Osservatorio siriano dei diritti umani', la one-man-operation londinese di Rami Abderrahman, ammettere che l'Esercito arabo siriano ha ripulito i dintorni dell'Aeroporto di Aleppo dalle bande terroriste che si aggiravano attorno a esso rendendo inoperabil lo scalo (giacché, se lo avessero controllato direttamete avebbero certamente tentato di usarlo come punto di approdo dei rifornimenti turchi, sauditi e di altre potenze schierate contro il Governo di Assad).

Inoltre l'Esercito siriano ha liberato dalla presenza terrorista le zone di Shihan e Al-Lermon, intorno alla metropoli del Nord, proseguendo l'opera di bonifica del territorio che ultimamente ha registrato importanti successi come quelli d As-Safirah e Tell Arn.

Ultimatum della Jihad Islamica a Fatah: "Basta con la persecuzione dei nostri uomini in Cisgiordania!"

Che alla vigilia di quella che potrebbe rivelarsi come la Terza Intifada del popolo palestinese contro i suoi oppressori sionisti vi siano ancora dei palestinesi che cooperino con il regime ebraico in funzione di suoi utili sgherri e gendarmi coloniali dell'Apartheid fa veramente specie; il movimento per la Jihad Islamica in Palestina, esasperato per il continuo harassment e gli arresti di suoi militanti in Cisgiordania ha emesso un comunicato in cui avverte le agenzie dell'Anp e Fatah che le egemonizza a cessare una buona volta queste pratiche.

La Jihad Islamica rimarca che le sue attività in West Bank sono esclusivamente mirate contro i rappresentanti dell'occupazione sionista, militari e miliziani armati delle colonie illegali, e che sarebbe dovere morale di tutti gli altri Palestinesi aiutare e facilitare queste operazioni anziché agire contro di esse. Il documento condanna poi l'ostinazione di Fatah a perseguire la fallace via dei 'negoziati' con Israele che non hanno portato ad alcun risultato e vengono proseguiti solo per gli interessi personali degli alti dirigenti che sguazzano nell'appropriazione indebita degli 'aiuti' occidentali.

Il duro documento di denuncia si chiude con l'avvertimento che la pazienza della Jihad Islamica "si sta esaurendo".


venerdì 8 novembre 2013

"I Comitati di Resistenza Popolare dalla Seconda Intifada all'alba della Terza" un dossier speciale di PALAESTINA FELIX!

Mentre si moltiplicano le provocazioni e le tensioni nei territori palestinesi illegalmente occupati dal regime ebraico e le aggressioni contro la Striscia di Gaza e appare sempre più probabile l'esplosione di una nuova insurrezione generalizzata a tredici anni dall'inizio dell'Intifada delle Moschee abbiamo realizzato su richiesta esplicita di Stefano Bonilauri di "Stato & Potenza" una sintetica storia dei Comitati Popolari di Resistenza, organizzazione palestinese nata proprio in seguito allo scoppio della rivolta del 2000.
Jamal Abu Samhadana, già membro di Al-Fatah e ufficiale dei Battaglioni Tanzim creò i primi embrioni di ciò che divennero in seguito i "Comitati Popolari di Resistenza" dopo lo scoppio dell'Intifada delle Moschee precipitata dalla provocazione di Ariel Sharon contro Al-Aqsa per difendere i campi profughi della Striscia di Gaza dalle incursioni armate sioniste (ricordiamo che all'epoca il regime ebraico manteneva una presenza in tutta la Striscia e vi controllava numerose colonie militarizzate piene di miliziani armati).

Samhadana era originario di Rafah, nel Sud estremo della Gaza Strip e anche per questo i gruppi più forti dei Comitati Popolari si formarono proprio in quella zona ma ben presto le adesioni al gruppo si estesero ben al di là di quella 'culla', (a tutt'oggi la roccaforte del gruppo si trova nel campo profughi di Jabalyia, nell'estremo Nord della Striscia) e cellule vennero formate anche nella West Bank.
Il reclutamento, anche per le necessità contingenti, diede da subito buoni risultati, fornendo un'amalgama di 'veterani' reduci da precedenti esperienze di militanza in altri gruppi (formazioni di Sinistra, ma soprattutto Fatah, specie dopo la morte di Yasser Arafat) e di 'nuove leve' che si affacciavano per la prima volta all'esperienza della Resistenza armata.

Organizzata la loro componente militare nelle 'Brigate Salah ad-Din' i Comitati Popolari si segnalarono da subito per l'estrema flessibilità dei loro metodi operativi, dimostrandosi in grado di mutuare alcuni protocolli da altre organizzazioni e contemporaneamente di introdurne di nuovi e insospettati, dimostrandosi molto efficienti nelle operazioni combinate portate avanti con altri gruppi.

Come d'uso con le organizzazioni della Resistenza palestinese, solo le loro operazioni più distanti nel tempo possono essere attribuite con certezza, i dettagli su quelle più recenti sono trattenuti per evitare di aiutare le forze sionaziste nei loro sforzi di repressione, comunque gli attacchi dei Comitati e delle loro Brigate agli insediamenti sionisti illegali hanno avuto molta parte nella decisione del boia Sharon di ritirarsi dalla Striscia di Gaza.

Con la scomparsa di Arafat e la totale 'svendita' di ogni prospettiva di Resistenza da parte di Fatah i Comitati Popolari hanno visto aumentare molto il loro seguito in Cisgiordania ma hanno anche dovuto confrontarsi con gli arresti e le persecuzioni da parte degli apparati di sicurezza dell'ANP ormai collaborazionista con Israele, specialmente dopo il fallito golpe del 2006 che però ha lasciato Abbas e complici in controllo della West Bank.

E' quasi certo che i Comitati Popolari abbiano organizzato sia l'attentato esplosivo contro il convoglio americano a Beit Hanoun e abbiano organizzato l'assalto alla residenza di Moussa Arafat, congiunto del defunto Yasser, nel quale egli venne ucciso per aver perseguitato a lungo gli uomini della Resistenza in Cisgiordania.

Si  dice che i Comitati popolari abbiano tra i 2000 e i 3000 aderenti a tempo pieno e un numero molto maggiore di membri part-time e simpatizzanti; tra i membri full-time l'adesione alle Brigate Salah ad-Din é altissima tanto che alcuni osservatori indicano come 'meramente cosmetica' la distinzione tra aderenti a tempo pieno e militanti dell'ala armata.
Anche se presi di mira dalle imboscate sioniste (il fondatore Samhadana é stato martirizzato nel 2006, il suo successore Al-Qaisi nella primavera 2012) i Comitati Popolari hanno trovato modo di rafforzarsi, stabilendo una fruttuosa collaborazione con Hezbollah, di cui ammirano apertamente metodi e risultati, arrivando a omaggiarne persino il glifo sulla loro bandiera ufficiale.

Nel corso degli otto giorni di scontro con l'Esercito sionista l'anno scorso a novembre 2012, tredici loro militanti sono caduti come martiri, ma in compenso dalle loro posizioni di Gaza i membri dell'organizzazione hanno lanciato razzi e colpi di mortaio verso le posizioni dell'Esercito di Tel Aviv fino all'ultimo minuto di conflitto.

Evento di propaganda takfira in Pennsylvania totalmente sabotato dai Siriani leali al Governo, lacché saudita preso a scarpate!!

L'Università di Lheigh in Pennsylvania pensava di riuscire a imbastire un evento di propaganda ai ratti mercenari che senza alcun successo tentano di spargere il terrore in Siria su commissione della CIA, del Mossad e delle decadenti vetero-monarchie petrolifere, ma non aveva fatto i conti con il feroce patriottismo dei cittadini Siriani, sia pure emigrati in un altro paese, che si sono presentati numerosi e agguerriti pronti a sottolineare ogni menzogna pronunciata nel simposio e a far sentire la loro voce di dissenso alle falsità propalate durante il suo svolgimento.

In ultimo, quando a parlare é stato chiamato il lacché della rete satellitare di propaganda saudita Al-Arabiya Hisham Melhem uno dei presenti non ha resistito allo sdegno per le sue enormi e ridicole affermazioni lanciando una scsrpa contro di lui. Immediatamente in tutta la rete si sono ripercosse affermazioni di solidarietà e ammirazione per il gesto dell'uomo che ha sottolineato come i nemici della Siria non avranno vita facile non solo sui campi di battaglia ma anche nella guerra di propaganda siano destinati a una sconfitta dopo l'altra.

Si noti anche, a parte il gruppo di contestatori, l'assenza di qualsivoglia pubblico filo-ratti.

giovedì 7 novembre 2013

Anche Al-Sbeineh, nel Rif di Damasco é stata liberata dai terroristi grazie a un'ardita operazione di forze speciali!

Apprendiamo in questo momento dai nostri contatti siriani che una vasta operazione di commandos che ha visto impegnati gli uomini più coraggiosi e addestrati delle intere forze armate siriane e i più disciplinati e zelanti reparti dei Battaglioni Fadl abu Abbas e dei Battaglioni Zulfiqar ha avuto luogo a partire dalla scorsa notte ed é proseguita durante la mattinata.
Coperti da un intensissimo fuoco d'artiglieria ben sei colonne di truppe scelte hanno iniziato a convergere da differenti direzioni verso Al-Sbeineh, strategica località del Rif Dimashq e hano intrappolato un nucleo di terroristi mercenari nel Sudest del centro abitato dove infine, nella mattinata di oggi, sono stati costretti alla resa senza condizioni.

Dopo Al-Sbeineh le forze armate siriane intendono riprendere completo controllo di Hujahira, una località la cui conquista non richiederà nemmeno un terzo della potenza di fuoco,  degli sforzi concentrati per la battaglia di Sbeineh.

Il Sud della Striscia di Gaza preso di mira (da debita distanza) dal fuoco delle truppe sionaziste!

Dopo lo scontro della scorsa settimana presso Khan Younis, nel Sud della Striscia di Gaza assediata, dove un forte contingente di truppe sioniste venne costretto alla ritirata dalle perdite inflittegli dai miliziani della Resistenza, sembra che i generali di Tel Aviv non abbiano perso l'appetito per cercare di colpire il ghetto palestinese, ma si siano risolti a farlo da debita distanza, per evitare di incorrere in figuracce come quella rimediata recentemente.

Questa volta sono stati terreni agricoli e abitazioni presso la parte orientale della cittadina di Qarara, situata a NE di Khan Younis, a venire bersagliati dalle artiglierie e dalle mitragliatrici sionaziste che hanno aperto il fuoco da oltre il confine le prime e dalla protezione delle torrette soprelevate le seconde.

Si sono riscontrati danni materiali ma nessun ferito o morto.

Intanto, a quanto si legge sulla testata sionista 'Yedioth Aharonot' pare che le forze armate sionaziste si stiano preparando, nei dintorni di Ashkelon, a una complessa manovra d'addestramento che dovrebbe simulare un'invasione in forze proprio della Striscia di Gaza. Il 'drill' sarebbe previsto per gli ultimi giorni del corrente mese di novembre.

Radwani: "L'arroganza sionista rende la Terza Intifada inevitabile, ormai é solo questione di tempo!"

Il Ministro per gli Affari Religiosi del legittimo Governo palestinese Ismail Radwani ha dichiarato nel corso di un'intervista rilasciata ieri che a causa delle continue arroganti provocazioni sioniste, l'esplosione di una rivolta generalizzata di magnitudine non inferiore all'Intifada delle pietre (1987-1990) e a quella di Al-Aqsa (2000-2004) é "oramai inevitabile".

Radwani poteva citare i continui attacchi di militari e coloni armati sionisti a villaggi e proprietà agricole palestinese, la continua costruzione di colonie illegali, gli arresti senza giustificazione legale, le torture e la negligenza medica in carcere; ma si é soprattutto soffermato sulle irruzioni e le profanazioni della Spianata delle Moschee ad Al-Quds e del Nobile Santuario di Al-Aqsa, al centro dei brutali tentativi di 'giudaizzazione' di uno spazio che testimonia la millenaria natura araba e islamica della Città Santa.

Radwani si é augurato che le organizzazioni arabe e musulmane a livello internazionale sappiano assumersi le loro responsabilità nei confronti della città di Al-Quds e dei suoi monumenti storici e religiosi.

mercoledì 6 novembre 2013

Le autorità del Cairo non fanno dietrofront: la Fratellanza Musulmana rimane un'organizzazione fuorilegge

Doccia gelata per quei restanti sostenitori dell'Ikhwan musulmana che speravano in un rovesciamento in appello del recente provvedimento di scioglimento dell'organizzazione, decretato da una corte amministrativa del Cairo e che comprendeva anche il sequestro degli ingenti beni intestati all'organizzazione: immobili, cliniche, scuole coraniche e molti altri ancora.

Con la sentenza emessa oggi le autorità egiziane mantengono lo status di 'fuorilegge' per quella che é stata per tutti gli anni di Sadat e Mubarak la più grande organizzazione non governativa egiziana cui i regimi autocratici impegnati a distruggere le tutele ai poveri e ai lavoratori introdotte da Nasser 'delegavano' il compito di occuparsi degli indigenti e di fargli il lavaggio del cervello in senso islamista radicale (onde poterli poi inviare in Afghanistan a combattere per conto della CIA).

Con l'istruzione del processo all'Ex-presidente Mohammed Mursi e le continue retate contro quadri e dirigenti della Fratellanza sembra che le attuali autorità egiziane non abbiano alcun interesse a instaurare un dialogo con quel che resta dell'Ikhwan ma puntino direttamente alla sua cancellazione.

La Russia considera la possibilità di installare una base navale anche in Egitto!

La politica internazionale si snoda secondo meccanismi e automatismi ben noti: una volta incrementato il proprio prestigio a scapito di rivali e concorrenti si passa all'incasso; é esattamente quanto sta facendo Vladimir Putin dopo che le sue ultime iniziative diplomatiche e strategiche nell'arena mediorientale hanno moltiplicato il suo "clout" a danno di quello del Presidente Usa Obama, detronizzato dalla cima della hit parade dei politici più influenti del mondo redatta da 'Forbes' proprio a favore del Presidente russo.

Adesso Mosca starebbe seriamente considerando la possibilità di installare una seconda base navale permanente nel Mediterraneo Orientale, più precisamente in Egitto, per tenere forze strategiche vicine al "punto di strozzatura" navale di Suez con una vastità non concessa dall'attuale approdo siriano di Tartous.

Il sostegno mai fatto mancare ad Assad in questi due anni ha garantito la posizione navale russa in Siria, ma essa non é sufficiente ai progetti a lungo termine di Putin, una seconda installazione in Egitto potrebbe essere la risposta; vedremo, a seconda di come si svilupperanno i rapporti col Governo del Cairo, se questo progetto andrà a compimento o meno.

Muore a 22 anni un ex-prigioniero palestinese, stroncato dalla negligenza medica subita nelle carceri sioniste!

Arrestato lo scorso gennaio con accuse da lui sempre rifiutate il giovane Hassan al-Turabi, proveniente da un villaggio cisgiordano prossimo a Nablus, ha sempre fatto ppresente ai suoi catturatori la sua condizione di paziente leucemico eppure, come centinaia di altri detenuti palestinesi, ha passato mesi in cella senza che nessuna precauzione, nessuna terapia fosse prevista per lui.

Rilasciato alcune settimane fa, le sue gravissime condizioni lo hanno fatto immediatamente ricoverare presso l'Ospedale Ha Emek, di Afula, dove é spirato nella giornata di ieri. A poche ore dalla sua morte l'organizzazione Hamas ha emesso un comunicato nel quale denuncia l'innegabile, oggettiva responsabilità sionista dell morte di Turabi, ennesimo crimine contro detenuti inermi impossibilitati a far valere le proprie ragioni.

Hamas ha avvisato i capi del regime ebraico che la loro condotta inumana contro i detenuti palestinesi non indebolirà o attenuerà la determinazione dei legittimi abitanti della terra che essi hanno occupato abusivamente a far valere completamente i loro Diritti.

martedì 5 novembre 2013

Aggiornamenti dalla Siria; l'FSA perde 400 militanti che si arrendono alle truppe regolari di Assad!

Nella giornata di ieri le forze del Presidente Assad hanno compiuto nuove importanti operazioni antiterroristiche riuscendo a eliminare dozzine di militanti wahabiti e riportando la calma nel settore di Al-Aziza, nei dintorni di Aleppo, dove la presenza dei mercenari stranieri sta precipitando grazie anche alla "stretta" ai rifornimenti da Nord a causa dell'irrigidirsi della posizione turca, non più allineata coi Sauditi loro generosi finanziatori.

Una cellula takfira nel villaggio di Ein al Jamajmeh é stata accerchiata e distrutta mentre un convoglio di miliziani é stato bombardato e annientato sulla strada Al-Bab/Aleppo; altri gruppi terroristi sono stati distrutti a  Dawar al-Dalleh nella zona di Maaret al-Numan e Kafr Battikh, Fillon, Korin e Binnesh nella Provincia di Idlib.

Un agguato riuscito con successo ha permesso di distruggere i terroristi che infestavano la zona di Abu al-Shamat nella città di Al-Dmeir nel Rif Damasceno; inoltre 400 militanti dell'organizzazione già comandata da Ali Affouf (ucciso a marzo scorso) si sono finalmente arresi con tutte le loro armi, l'evento dà un colpo mortale alle forze rimaste allineate con l'FSA, ormai disarticolato e quasi scomparso in molte zone del paese.

Ad Al-Manshiyeh, vicino alla Moschea di Bilal l'esercito ha aperto il fuoco contro un'autobomba prima che il pilota suicida della stessa potesse innescarla, salvando dozzine se non centinaia di vite. L'operazione é riuscita grazie al tempestivo allarme dei civili che avevano notato i terroristi preparare l'autobomba in un garage e avevano subito avvertito le autorità.


Convocato e subito aggiornato ad altra data il processo a Mursi: falliscono le annunciate manifestazioni dell'Ikhwan!

Presso l'Accademia di Polizia del Cairo si é riunita per la prima volta la corte incaricata di giudicare il deposto Presidente Mohammed Mursi, imputato di crimini che potrebbero garantirgli la pena capitale, mentre all'esterno le annunciate manifestazioni 'oceaniche' annunciate dalla Fratellanza Musulmana raccoglievano poche centinaia di persone.

Mursi, in giacca blu e camicia aperta senza cravatta, anziché nella divisa bianca del carcerato, ha dichiarato di non riconoscere l'autorità del tribunale riunito davanti a lui; dopo averlo identificato e avergli fatto notare il numero e la gravità delle accuse contro di lui e i suoi coimputati la corte ha deciso di aggiornare la seduta a data da destinarsi.

Ancora nel corso del week-end forze di sicurezza egiziane hanno condotto un raid a Kafr el-Sheik, a Nord della capitale, catturando quattro dirigenti dell'Ikhwan confermando l'apparente intenzione delle forze attualmente al comando del paese di cancellare del tutto l'organizzazione dal panorama nazionale anziché arrivare a un compromesso attraverso il dialogo.

Nuovo sequestro di materiale terrorista in Turchia, questa volta fermati tre veicoli carichi di sostanze chimiche nocive!

Col passare dei giorni pare che l'intenzione dichiarata dal Governo turco di dare un 'giro di vite' alle attività di sostegno al terrorismo wahabita sul suo territorio non debba essere considerata una mossa di facciata: infatti dopo il sequestro di esplosivi arrivati via nave ad Alessandretta poche ore fa a Reyhanli una nuova confisca di materiale terroristico ha avuto luogo.

Questa volta a cadere nelle mani della sicurezza di Ankara (oltre a un contrabbandiere) sono stati tre veicoli letteralmente zeppi di sostanze chimiche (soprattutto solfati) che potevano venire usate per creare gas tossici 'caserecci' come quelli usati dai terroristi ad Agosto 2013 nell'ingenuo tentativo di fornire a Barack Obama una giustificazione per i suoi progettati bombardamenti.

A questo proposito val la pena di ricordare che secondo l'OPCW il Governo di Assad ha completato tutti i passi necessari a permettere il censimento delle sue risorse chimiche belliche e permetterne lo smantellamento; ancora una volta si prova che l'unica 'minaccia chimica' in Siria proviene dai gruppi qaedisti e wahabiti.

lunedì 4 novembre 2013

Onore al martire Mohammed Jamali Zadeh, già ufficiale dell'IRGC recatosi in Siria a difendere il santuario di Sayyida Zeinab!

Ancora una volta ci troviamo a tessere l'elogio di un valoroso che ha immolato la propria esistenza all'altare della lotta contro la Barbarie, l'Ignoranza, la Mostruosità del wahabismo takfiro, bestemmia contro le religioni di Gesù e di Mohammed, strumento di Tel Aviv e di Washington nel loro folle tentativo di destabilizzare e disarticolare l'Asse della Resistenza.

Mohammed Jamali Zadeh, già comandante della Guardia Rivoluzionaria di Kerman, veterano della 'Guerra Imposta' del 1980-88 contro l'Irak di Saddam Hussein, aveva una coscienza che non gli permetteva di rimanere tranquillo a casa, con la sua famiglia, mentre gli Sciiti siriani lottavano giorno e notte per difendere i loro luoghi sacri contro gli orchi dell'internazionale salafita finanziata dalle monarchie retrograde del Golfo, per lui non era sufficiente partecipare a eventi di solidarietà, raccolte di fondi, incontri di preghiera...poteva fare di più e sentiva che doveva farlo.

Così, a titolo puramente privato e personale, Zadeh si é recato in Siria, offrendo il suo contributo alla lotta diretta contro il takfirismo, fino a ieri, quando ha trovato la morte. La sua scomparsa sarà pianta a lungo dai Siriani, dagli Iraniani e da tutti gli Sciiti, ma mostra, come anche il martirio di Hassan Shateri, che gli Iraniani non esitano un attimo a mettersi in gioco là dove sono più richiesti i loro talenti, per la Resistenza o per la ricostruzione, anche quando il prezzo della loro dedizione é la loro stessa vita.

Onore a Mohammed Jamali Zadeh!

34 anni fa l'Iran mostrava al mondo che le ambasciate USA sono fogne di spionaggio, oggi il Datagate riprova quella verità!

Nel 1979 la Repubblica Islamica dell'Iran si difendeva dai complotti revanscisti orditi all'interno dell'ambasciata USA occupandola e prendendo in ostaggio il personale presente, tra cui numerosissimi agenti della CIA e di altre agenzie di spionaggio. All'epoca sedicenti 'democratici', filosionisti, imperialisti di ogni colore e 'dirittoumanisti' assortiti saltarono sulle sedie gridando alla 'violazione' di chissà quali principi (la violazione della volontà popolare iraniana che aveva cacciato lo Shah corrotto con la Rivoluzione, evidentemente, per costoro non contava...), ma la giovane repubblica rivoluzionaria tenne duro e difese la propria scelta ribadendo la necessità di interrompere le attività nocive in atto in quella pretesa 'rappresentanza diplomatica'.

Oggi, alla luce delle rivelazioni del 'Datagate' tutto il mondo deve ammettere quanto estese e perniciose siano le attività di spionaggio americane, che, lungi dal concentrarsi solo contro 'nemici' si concentrano anche contro pretesi amici ed alleati come i paesi europei e altri ancora, a dimostrazione che gli Stati Uniti non provano amicizia o lealtà per nessuno.

Nel 34esimo anniversario di quello storico momento in cui il popolo iraniano agì come un sol uomo per difendere le proprie scelte e la sua autonomia nel decidere del proprio destino il resto del mondo deve ammettere, obtorto collo, che quello stesso popolo era oltre trent'anni avanti sul calendario della Storia e, al giorno d'oggi, continua a esserlo nella costruzione di una società più giusta.

Continua il 'turn over' russo nel Mediterraneo per non lasciare sguarnita la Siria di Assad: arriva la Varyag!

Come già commentato a proposito dell'arrivo nel Mediterraneo dell'Incrociatore nucleare "Pietro il Grande"
non sembra esservi nessuna voglia dalle parti del Cremlino di prendere il ritiro delle due Task Force navali basate attorno alle portaerei d'attacco (richiamate da Obama alle loro basi nordamericane) come segno del 'cessato allarme' davanti alle coste siriane.

Anche per questo motivo dopo la più grande unità di superficie della flotta russa ha fatto il suo ingresso nel Mediterraneo anche la sofisticata piattaforma lanciamissili della 'Varyag', la nave "Ammazza-Portaerei", segno che Putini non ha ancora dato per totalmente sventati i disegni imperialisti contro la Siria di Assad.

Attualmente nel Mediterraneo orientale rimangono solo 3 navi usa (Ramage, Stout, Monterey) i cui movimenti comunque sono costantemente monitorati dalle unità di Mosca pres

domenica 3 novembre 2013

Carico di esplosivi e detonatori destinati ai militanti wahabiti in Siria bloccato ad Alessandretta dalle autorità turche!

Sembra che alle dichiarate intenzioni turche di "tarpare le ali" alle attività di sostegno e rifornimento delle formazioni terroristiche wahabite a opera di agenti sauditi sul loro territorio comincino a far seguito alcuni fatti, perlomeno leggendo quanto pubblicato sulla sua edizione odierna dal quotidiano anatolico "Hurriyet", che riporta del blocco nel porto di Iskenderun (Alessandretta) di un container pieno di esplosivo e detonatori.

Il carico che proveniva dall'Egitto (guarda caso) era accompagnato da due individui, apparentemente legati ai servizi sauditi, che, presi in custodia dalle autorità turche avrebbero immediatamente rivelato di avere avuto intenzione di trasportare la merce attraverso il territorio turco fino alla frontiera siriana e lì darla in mano a militanti takfiri alleati col Fronte Al-Nusra.

Se questo non resterà un exploit isolato, forse, il fato delle milizie islamista nel Nord della Siria potrà essere deciso ancora più rapidamente di quanto la successione di vittorie dell'Esercito di Assad poteva finora far (pur ottimisticamente) prevedere.

Maite Nkoana-Mashabane annuncia l'embargo sudafricano alle relazioni internazionali col regime ebraico!

Il Ministro degli Esteri di Città del Capo, Maite Nkoana-Mashabane, ha annunciato nel corso di questo week-end che, nell'ottica di esercitare una continua pressione sul regime razzista di Tel Aviv (in passato migliore alleato, fornitore di armi e proliferatore nucleare nei confronti dei colonizzatori razzisti di Pretoria) il Governo sudafricano ha deciso di non inviare alcun suo esponenten (Ministri in testa) in visita a Tel Aviv o in altre località del regime di occupazione.

La Mashabane ha indicato nella continua edificazione di colonie illegali, nel furto di assetti agricoli e idrici, nella continua annessione di terre in Cisgiordania, il motivo principale della decisione sudafricana, che pur non recidendo del tutto i contatti col regime razzista rappresenta sicuramente un passo in quella direzione.

Consci che il progressivo isolamento internazionale e il boicottaggio degli interessi economici sionisti (legati al regime di occupazione o a gruppi, associazioni e lobby che operano in suo favore) lungi dal rappresentare LA soluzione al problema palestinese POSSONO però, affiancati a un deciso e risoluto sostegno della Resistenza armata, AIUTARE a mettere sempre più in difficoltà Tel Aviv e i suoi spalleggiatori, non possiamo che plaudire alla coraggiosa iniziativa del Governo del Capo e sperare che essa si inasprisca ulteriormente.

La Resistenza armata di Hamas ABBATTE UN DRONE SIONISTA nei cieli di Gaza!! Bravi Ragazzi!!

Ci perdonino i nostri lettori il paragone "Hollywoodiano" ma, appena siamo stati raggiunti dalla notizia, l'immagine ci é balenata in mente con tale forza da rendere impossibile scrivere queste brevi righe senza riferirvela: nei cieli del Nord della Striscia di Gaza, dove si combatte l'impari battaglia tra le forze umane Palestinesi e l'impero dei droni assassini di Tel Aviv, i militanti delle Brigate Qassam sono riusciti, con l'ingegno, con l'astuzia e con le armi provviste dall'Asse della Resistenza, ad abbattere un velivolo sionista senza pilota, esattamente come i combattenti di John Connor contro gli Hunter-Killer di Skynet nella franchise cinematografica di "Terminator".

E' la seconda volta che un UAV sionista cade vittima della Resistenza (la prima volta, documentata, fu durante la Guerra degli Otto Giorni di quasi un anno fa); questo dimostra che i robot assassini volanti non sono affatto invincibili, proprio come le macchine dello Skynet, e che presto potremmo vederne cadere non solo su Gaza, ma in tanti altri scenari del Medio Oriente, dell'Africa, dell'Asia.

 Persino le fonti militari sioniste hanno dovuto ammettere che il loro drone ha cessato di rispondere ai comandi cadendo nella Striscia, omettendo, per rabbia, di riconoscere l'abbattimento.