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giovedì 27 giugno 2013

Un importantissimo "atout" in mano al neopresidente Rohani: i buoni rapporti di Teheran con Pachistan e Afghanistan!

Chi scrive é profondamente convinto che il continuo, esponenziale miglioramento delle relazioni politiche e diplomatiche della Repubblica Islamica dell'Iran con Kabul e Islamabad nel corso dell'ultimo decennio (miglioramento a cui sono seguiti in certi casi "addentellati" economici importantissimi, se non potenzialmente rivoluzionari) sia da ascrivere in non piccola parte, alla figura e al ruolo dell'ormai ex-Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.

Certo non siamo tanto ingenui da tributare esclusivamente tutto il merito di tale sviluppo a una sola persona, eppure siamo certi che senza il suo atteggiamento franco e la sua sincerità spesso abrasiva nel denunciare prepotenze, doppiezze e soperchierie del campo imperialista i Governi afghano e pachistano (l'uno ancora occupato e invaso dalla NATO, l'altro sottoposto alle cotidiane forche caudine dei droni-killer di Obama) sarebbero stati meno entusiasti di rafforzare e approfondire i legami con Teheran.

Queste buone relazioni non solo solo limitate all'ambito delle istituzioni ufficiali: l'Iran ha curato anche i suoi rapporti con l'insorgenza  afghana e i suoi leader, che diventaranno importantissimi nel quadro di un prossimo progressivo ritiro NATO dal paese. E proprio per queste sue 'entrature' a tutti i livelli l'Iran potrà giocare un ruolo di primo piano nel facilitare lo sganciamento Usa da Kabul, operazione che ora come ora avrebbe tante e tali difficoltà da essere quasi impossibile.

Entrare in Afghanistan 12 anni fa era stato immensamente più facile che uscirne ora: all'epoca quasi tutti gli 'stan centrasiatici erano filo-Usa e decisamente svincolati se non addirittura ostili a Mosca, oggi grazie all'abilità di Vladimir Putin si é ristabilito un clima di concordia col Cremlino che fa quasi pensare che l'URSS in Asia Centrale non sia mai caduta, il progressivo intensificarsi della campagna di assassinii via-drone in Pachistan ha reso molte province di confine intransitabili a convogli Usa e la mole di materiale da rimuovere dal paese, pur ridotta all'osso dalla decisione di implementare draconiane economie, sarà comunque enorme.

Evacuare i materiali necessari via Nord sarebbe costosissimo, quasi improponibile, farli passare da Sud fino a porti dove le flotte Usa possano raccoglierli sarebbe molto meglio, ma a tal fine una 'buona parola' di Teheran sarebbe quasi necessaria e Teheran questa 'buona parola' può farsela pagare molto cara: non rinnovo di sanzioni, concessioni nucleari, punti fermi nella questione siriana.

Rohani, Neopresidente iraniano, si trova servita al tavolo una "mano" di carte con molti assi...speriamo che sappia farne buon uso e costruire con essi nuovi successi politici e diplomatici i cui effetti riverberino a lungo nel futuro.