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sabato 20 aprile 2013

"Come Mengele!" Komsomolskaya Pravda accusa il regime ebraico di avvelenare i prigionieri palestinesi prima di liberarli!

Un nuovo picco degli orrori di quell'abominio civile e morale chiamato 'stato di israele' (che, non abbiamo paura a ripeterlo per l'ennesima volta, va abolito come sono state abolite innumerevoli dittature del passato e sostituito con un unico Stato democratico che garantisca i Diritti di tutti gli abitanti della Palestina) é quello su cui ha fatto balenare una lama di luce il quotidiano russo Komsomolskaya Pravda che nella sua edizione di ieri ha accusato il regime ebraico di sottoporre a inoculazioni tossiche e velenose i prigionieri politici palestinesi durante la loro prigionia, specialmente prima di un loro eventuale rilascio.

Si spiegherebbe così l'altissimo tasso di 'bizzarri' casi di cancro, dei più rari e devastanti (alla vescica, al sistema linfatico...) e di altre rare malattie che spesso hanno spento ex-detenuti politici all'indomani della loro liberazione, a dispetto di tutti i tentativi di parenti e familiari di sottoporli alle terapie più intense e, normalmente, efficaci, tra quelle disponibili nei territori occupati o nell'enclave assediata di Gaza.

Le affermazioni del quotdiano sono basate sulle testimonianze di una ex-detenuta palestinese, Rania Saqa, affermazioni che si inseriscono in una ricca casistica che tende a confermare come il regime sionista sarebbe coinvolto a livelli inimmaginabili in una vera e propria campagna chimico-batteriologica contro la popolazione palestinese, un crimine di una disumanità tale da competere con certe enormità commesse dal Terzo Reich.

L'Istituto di Solidarietà Internazionale per i Diritti Umani ha dichiarato che la condotta israeliana nei confronti dei detenuti politici palestinesi é di per sé sufficiente a porre Tel Aviv al di fuori del consesso delle nazioni civili.