
Si spiegherebbe così l'altissimo tasso di 'bizzarri' casi di cancro, dei più rari e devastanti (alla vescica, al sistema linfatico...) e di altre rare malattie che spesso hanno spento ex-detenuti politici all'indomani della loro liberazione, a dispetto di tutti i tentativi di parenti e familiari di sottoporli alle terapie più intense e, normalmente, efficaci, tra quelle disponibili nei territori occupati o nell'enclave assediata di Gaza.
Le affermazioni del quotdiano sono basate sulle testimonianze di una ex-detenuta palestinese, Rania Saqa, affermazioni che si inseriscono in una ricca casistica che tende a confermare come il regime sionista sarebbe coinvolto a livelli inimmaginabili in una vera e propria campagna chimico-batteriologica contro la popolazione palestinese, un crimine di una disumanità tale da competere con certe enormità commesse dal Terzo Reich.
L'Istituto di Solidarietà Internazionale per i Diritti Umani ha dichiarato che la condotta israeliana nei confronti dei detenuti politici palestinesi é di per sé sufficiente a porre Tel Aviv al di fuori del consesso delle nazioni civili.