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martedì 25 giugno 2013

Dopo gli scontri di Sidone: che resta del network wahabita in Libano? Bisogna aspettare un'altra strage? O é il momento di farla finita?

Dopo che grazie alla decisa reazione delle istituzioni statali e dell'Esercito nazionale la rete di militanti takfiri del rozzo predicatore Ahmed al-Assir a Sidone/Sa'ida é stata pressoché distrutta, con dozzine di morti e almeno sessanta arresti (per molti casi dei quali si stanno già tenendo i processi per direttissima di fronte a speciali corti militari) é il caso di fare il punto della situazione per capire di quali forze ancora può fare affidamento la sovversione wahabita filosionista, filosaudita e filoqatariota, e rispondere alla domanda se sia preferibile attendere che essa si rinforzi ulteriormente e magari riprovi (con più successo) a destabilizzare il Paese dei Cedri oppure se non sia il caso "fatto trenta" di "fare anche trentuno" e continuare l'azione armata fino a che ogni sua propaggine non sia sradicata e distrutta.

A Sidone ormai Assir e i suoi non  costituiscono più una minaccia: la rete costruita in due anni era troppo fragile e immatura per poter reggere uno scontro prolungato con le forze armate e ha ceduto al primo attacco deciso da parte dell'Armee Libanaise, anche il tentativo di cercare di sollevare i residenti del campo profughi di Ain al-Hinweh si é rivelato velleitario e fallimentare, condannando Assir alla sconfitta.

A Tripoli Siriaca non ci sono in nessun momento più di 600 wahabiti armati, grossomodo così ripartiti: 400 agli ordini del predicatore takfiro Hussam al-Sabbaq, un centinaio agli ordini del sedicente 'sceicco' Kanaan Naji (il cosiddetto gruppo 'Jund Allah') e per ultimi i 40-50 membri dell'organizzazione di Saad al-Masri.

Questi wahabiti sono stati più volte respinti dagli armati del Partito Democratico Arabo (Alawiti eredi della milizia delle 'Pantere Rosa') e dell'SSNP di Jabal Mohsen ogniqualvolta hanno cercato di dare l'assalto al quartiere rivale dal loro miserabile 'slum' di Bab al-Tabaneh, grazie alla grande supremazia in fatto di armi medie e pesanti che gli alawiti e i socialisti nazionali possono mettere in campo.

Circa un centinaio di militanti wahabiti si trovano nella zona di Nehme, ma, come hanno dimostrato nell'occasione degli ultimi scontri, la loro capacità si limita a poter chiudere temporaneamente i contatti tra Beirut e Sidone, come hanno fatto per alcune ore nel corso degli ultimi scontri. Le loro capacità operative sono limitate anche per la massiccia presenza di uomini e struttre del PFLP-GC nella zona, che se si mobilitassero tutti contro di loro ne decreterebbero ben presto la fine.

L'ultima "riserva" di forze wahabite presenti in Libano si trova nella zona di Beirut e precisamente nel quartiere di Tareq al-Jdideh, vicino alla zona sciita di Shiyeh, essi sembrerebbero una forza imponente con circa mille uomini armati, ma in realtà sono un gruppo estremamente fragile essendo quasi totalmente privo di addestramento e sarebbe possibilissimo neutralizzarlo con una piccola forza professionale che agisse contro di essa in maniera coordinata.