lunedì 18 ottobre 2010

Johnatan Cook: "Israele marcia verso l'istituzionalizzazione del razzismo"


Che lo stato di Israele sia razzista è lampante ed evidente a tutti meno che ai più compromessi e insinceri apologeti del sionismo; purtuttavia fa impressione vedere quanti pochi scrupoli abbiano i dirigenti dello stato ebraico a procedere nella creazione dello stato razziale ''de iure'' oltre che ''de facto''. La recente approvazione della legge sul "giuramento di fedeltà" a Israele, imposto ai cittadini non ebrei che si trovino in necessità di venire naturalizzati é profondamente inquietante e spiana la strada alla versione sionista delle famigerate "Leggi di Norimberga", con la stella di Davide al posto della svastica nazista.
Il giornalista britannico Jonathan Cook, residente a Nazareth in quanto sposato con una cittadina Palestinese di israele, ha ben evidenziato questa prospettiva in un suo recente articolo pubblicato sulla newsletter Counterpunch.

Cook ha annunciato pubblicamente che qualunque dichiarazione sarà costretto a rendere di fronte a pubblici ufficiali israeliani in osservanza di una legge che tradisce lo spirito e la lettera dello stesso concetto di democrazia sarà unicamente "pro forma" e non corrisponderà ad alcuna sua 'accettazione' dello stato israeliano come entità etnocratica in cui ai cittadini ebrei vengano riconosciuti più diritti che non agli arabi o agli appartenenti ad altre etnie.

Nel suo articolo Cook fa notare come tale legge, nella sua forma attuale applicabile solo ai cittadini non-arabi sposati con cittadini Palestinesi di israele (visto che agli arabi sposati con Palestinesi, secondo un'altra legge razzista, non viene concesso nemmeno di poter andare a vivere con il/la consorte), costituisca un vero e proprio "piano inclinato" che porterà Israele alla totale trasformazione in una "etnocrazia" paragonabile al Sudafrica dell'Apartheid.

Il professor Oren Yiftachel dell'Università Ben Gurion del Negev, citato da Cook nel suo articolo, dimostra come gli aspetti antidemocratici e segregatori dell'architettura istituzionale israeliana stiano pian piano prendendo il sopravvento ed eclissando quelli democratici; nello stesso momento in cui i corifei del sionismo, organizzati e rifocillati dalle potenti lobby ebraiche europee e nordamericane, intonano peana allo stato sionista definendolo "l'unica democrazia mediorientale".

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