Il ministro degli Esteri finlandese, Alexander Stubb, è riuscito finalmente a visitare Gaza dopo aver atteso giorni al checkpoint di Eretz, presso Beit Hanoun, in attesa di un visto di entrata che le autorità dello stato sionista hanno procrastinato il più possibile, nel tentativo di impedire la visita del dignitario scandinavo.
Uno dei maggiori timori di israele era quello di permettere un "eccessivo" riconoscimento internazionale al governo di Gaza, legittimamente uscito dalle elezioni del 2006.
Lo scopo della visita di Stubb era quello di verificare in prima persona lo stato di emergenza umanitario nella Striscia. In una conferenza stampa congiunta col direttore dell'UNWRA (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e le Opere Umanitarie), Johnatan Ging, egli ha espresso il suo sconcerto e la sua viva preoccupazione nel constatare come le ferite aperte dal brutale ''pogrom'' militare israeliano di venti mesi fa siano ancora aperte e sanguinanti, a causa dell'assedio economico portato avanti dallo stato sionista come "punizione collettiva" contro gli abitanti di Gaza.
Stubb ha menzionato tuttavia la speranza e la determinazione che ha percepito negli animi dei residenti, dai dirigenti di Hamas ai comuni cittadini, sottolineando la necessità dell'abolizione dell'assedio e di una reale opportunità di accordo equo e permanente, che metta fine al conflitto israelo-palestinese.
Stubb ha poi visitato la fascia nord dell Striscia, dove oltre ventimila unità abitative sono state distrutte dalle truppe sioniste, incontrando poi uomini d'affari locali e rappresentanti di organizzazioni per i diritti umani e agenzie internazionali operanti a Gaza.
La visità di Stubb si é concretata come efficace risposta alla spacconata del ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, rappresentante dell'ultradestra più razzista, che aveva "sfidato" i ministri degli esteri europei a recarsi a Gaza.
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