venerdì 6 maggio 2016

Le dimissioni di Davutoglu lasciano Erdogan sempre più libero di perseguire le sue folli politiche!


Ahmet Davutoglu ha accompagnato Erdogan in tutte le fasi della sua scalata al potere; prima come Ministro degli Esteri e in seguito avvicendandosi all'attuale Presidente, sostituendolo sullo scranno di Premier turco nell'agosto 2014.

Tuttavia lo stesso Primo Ministro ha annunciato che la sua esperienza come Capo di Governo si concluderà il prossimo 22 maggio, quando formalizzerà le proprie dimissioni.

Attento a non suscitare risentimento nel suo potentissimo superiore Davutoglu annunciando la propria uscita di scena ha riaffermato la propria lealtà alla figura del Presidente, sottolineando di "non portare malanimo verso nessuno".

Tuttavia vari osservatori internazionali hanno già ipotizzato che le dimissioni di Davutoglu siano state dettate dall'estrema frustrazione con cui l'architetto della vecchia politica di "Zero Problemi coi Vicini di Casa" (portata avanti negli anni in cui era Ministro degli Esteri) ha vissuto l'avvicinamento voluto da Erdogan alle posizioni saudite e qatariote, il massiccio impegno finanziario e militare a sostegno dei gruppi terroristici in Siria e la totale rovina dei rapporti diplomatici con la Russia, che promettevano di rendere la Turchia un partner prezioso tanto per Mosca quanto per Bruxelles.

Altro punto di dissidio tra Davutoglu ed Erdogan, infine, si sono rivelati i piani di quest'ultimo per trasformare la Turchia in una Repubblica Presidenziale.

Tuttavia il fatto che il Premier si sia rassegnato a dimettersi (il suo successore dovrebbe venire indicato da un congresso straordinario del partito AK, che probabilmente nominerà una figura gradita ad Erdogan come l'attuale Ministro dei Trasporti Binali Yildirim o quello dell'Energia Berat Albayrak) lascia Erdogan sempre più libero di accentrare potere su sé stesso.

La prospettiva della Turchia sul punto di trasformarsi definitivamente in un'autocrazia smuoverà qualcuno dei residui centri di potere anatolici?

Le Forze Armate saranno in grado di giocare il loro tradizionale ruolo di guardiane delle Istituzioni?

E soprattutto, quanto saranno disposti a trattare con un Erdogan sempre più apertamente dittatore le istituzioni UE e le capitali europee che si riempiono la bocca di Democrazia, Libertà e Diritti a ogni piè sospinto?

5 commenti:

  1. diritti e democrazia servono solo a tenere buono il popolo bue che subisce le angerie dei signorotti come le subiva 500 anni fa. Fa pena che la maggioranza delle persone che viviono in occidente si illudono ancora di vivere in una democrazia. Intellettualmente parlando penso che sia più coerente la forma politica in corea del nord, almeno la si sa che c'è uno che comanda.. Qua dicono che c'è la democrazia ma, alla fine, chi comanda realmente è una ristretta cricca di papaveri che puntualmente installa la sua marionetta telecomandata e tutti che abboccano come dei il più tonto del reame.. Aprite gli occhi e guardatevi attorno... credete veramente che questi parrucconi vogliano il bene della maggioranza...

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  2. Spero vivamente che l'articolo sia sbagliato, un riavvicinamento tra Russia e Turchia semplificherebbe molte cose. Poi anche i turchi sono nella tabella di marcia degli stati da ridimensionare come gli stessi stati del golfo. Chi vive sperando vive....ma la Turchia li' e' troppo importante.

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  3. Gli europei politicamente parlando sono culattoni masochisti passivi(*) e quel figlio di un cane di Erdogan se li rigira come crede.
    Alla Turchia faccio un augurio sincero, abbiano un futuro MOLTO interessante.
    Ivan
    PS
    (*)
    Con tutto il rispetto per i culattoni masochisti passivi, categoria non aggressiva.

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    1. Gia' il presente della Turchia e' molto interessante e il suo futuro sara' molto peggio, pero' rimango dell'idea che e' strategicamente molto importante e converrebbe anche a loro fare ammenda dei peccati commessi e cambiare strategia.

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