venerdì 27 maggio 2011

Mentre l'Egitto si lascia alle spalle i rottami dell'Era Mubarak, che fine ha fatto Omar Suleiman?


A poco più di tre mesi dal rovesciamento di Hosni Mubarak il già potentissimo collaboratore dell'ex-tiranno, Omar Suleiman, che fu Generale dell'Esercito, dignitario del Partito Nazionale Democratico, capo del Mukhabarat e diplomatico non é più apparso in pubblico. L'uomo a cui fino all'ultimo Mubarak si era affidato per guidare una sorta di 'transizione' che mantenesse in vita istituti e indirizzi dell'Egitto pre-rivoluzionario (quello filo-americano e filo-israeliano la cui memoria va fortunatamente sbiadendo ogni giorno di più), é letteralmente scomparso dalla circolazione.

La scomparsa di Suleiman ha messo in allarme alcuni settori della società egiziana: si teme che possa 'vendere' agli Usa e a Israele le sue conoscenze sugli uomini e gli apparati interni egiziani in modo che queste potenze possano 'salvare' un po' della loro influenza in Egitto investendo risorse e sostegni su determinate figure e cercando di facilitarne la carriera nel "Nuovo Egitto"; anche per questo la necessità di condurre un repulisti accurato e profondo, purgando ogni ministero, servizio, branca delle forze armate da tutti gli elementi filo-imperialisti e filo-Mubarak é pressante e costituisce una condizione preliminare per la costruzione di un sistema solido, democratico, autorevole e indipendente.

Altri osservatori pensano invece che, come un Tayllerand arabo, Suleiman preferisca barattare file e dossier raccolti dal Mukhabarat sotto la sua 'reggenza' dal 1993 al 2011 con le figure di punta dell'Egitto post-rivoluzione, fidando sulla sua unica esperienza come 'asso nella manica' per mantenere prestigio e influenza (anche fuori dall'attenzione pubblica) anche nel presente e nel prossimo futuro.
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