sabato 28 maggio 2011

Il gruppo parlamentare di Hezbollah esprime la sua solidarietà ai militari italiani feriti a Sidone

Mentre, come precedentemente riportato con dovizia di particolari, il "Prode Ignazio" (nella foto, mentre gioca con un Big Gim paracadutista) annuncia in lungo e in largo l'ennesima ritirata a passo di corsa della storia militare italiota arrivano dal Libano messaggi di solidarietà e di vicinanza con le vittime dell'attentato esplosivo di ieri, dai quali si evince quanto forte sia la riconoscenza e la gratitudine degli abitanti del Sud del paese per i militari dell'UNIFIL, che hanno supervisionato la zona durante il primo, spesso tragico, periodo post-invasione dell'autunno 2006 e come sia praticamente impossibile che l'attacco sia venuto da gruppi locali, e si debba quindi tracciarlo a provocatori allineati con Saad Hariri e i suoi alleati fascisti-falangisti, ansiosi di provocare tensioni e rovesciare il tavolo di una competizione politica che li vede sconfitti e in minoranza.

In particolare, il membro del Parlamento Qassem Hashem, deputato di Hezbollah, ha dichiarato che "Non meno dei militari italiani l'ordigno esplosivo era mirato a colpire la pace e la stabilità interna del Libano, tale atto favorisce i nemici dell'indipendenza libanese, cioé gli Usa, Israele e quei partiti e quei movimenti che non aspettano altro che di svendere la nostra patria agli interessi dell'imperialismo straniero". Il parlamentare non ha mancato di evidenziare come tale attentato arrivi proprio dopo la grande manifestazione dei profughi palestinesi al confine, culminata con la strage di Maroun al-Ras, dove le truppe israeliane hanno aperto il fuoco su dimostranti disarmati.

POST SCRIPTUM: Menzione speciale per il servilismo filo-sionista e filo-Hariri va al "giornalista" (parole grosse) dello straccio di Hasbara acquistabile nelle edicole italiane sotto il nome di "La Repubblica", tale "giornalista", chiamato 'Alberto Mattone', evidentemente formatosi alla scuola che ci ha regalato i preziosi talenti di Guido Rampoldi (quello delle donne afghane che chiedono alla NATO di occupare il loro paese) e di Marco Pasqua (quello che ha guadagnato alla sua testata una bella querela da parte di Barbara Albertoni), intervistando il Ministro della Difesa "in odor di ritirata" non perde occasione di guadagnare qualche 'stellina dorata' (ovviamente a sei punte!) con l'editore sionista Carlo De Benedetti cercando a tutti i costi di mettere in bocca allo 'Gnazio l'affermazione che l'attentato "potrebbe essere di matrice siriana"...visto che tutte le forze di sicurezza di Damasco sono in queste settimane impegnate a respingere e neutralizzare gli attentati e le provocazioni degli agenti israeliani e americani infiltratisi anche dal Libano e proprio con la collaborazione e l'aiuto di Saad Hariri e dei suoi alleati 'Alberto Mattone' si mette in evidenza come l'ennesimo pennivendolo di Repubblica prontissimo a prostituirsi per il piacere del Padrone.

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