Solamente pochi giorni fa riportando le dichiarazioni di Sua Eminenza Hassan Nasrallah sulla situazione politica interna libanese abbiamo registrato come, oltre a reiterare quella di Michel Aoun come unica candidatura possibile alla Presidenza del paese, egli avesse indicato la possibilità di un'estensione di mandato al Parlamento come "un male minore" rispetto alla prospettiva di paralisi istituzionale in un momento critico per il Paese dei Cedri.
Puntualmente, con 95 voti a favore su 128, la Camera dei Deputati di Beirut ha votato la mozione che ha esteso il mandato del Parlamento fino al 2017, estensione ben più consistente di quella precedente, che prolungava la validità della camera eletta nel 2009 (che avrebbe dovuto scadere a metà 2013), per ulteriori 17 mesi.
L'Alleanza progressista 8 Marzo possiede 62 seggi, quella filoisraeliana e filosaudita 60 (a causa dell'antiquato sistema di ripartizione dei seggi che assegna più rappresentanza ai cristiani maroniti, una volta maggioranza, ma ormai di gran lunga superati dagli Sciiti) e 6 al partito druso PSP.
Nemmeno il disonesto sistema di ripartizione dei deputati ha potuto dare ai lacché dell'Imperialismo una maggioranza, e visto che i Drusi hanno potuto vedere come in Irak e in Siria, laddove i wahabo-takfiri prendono il sopravvento le minoranze (cristiane, yazidi, alawi e anche druse) finiscono SUBITO nel mirino, non c'é da stupirsi se la popolarità dei partiti filosauditi sia in picchiata.
Quando si terranno le prossime elezioni politiche (sia nel 2017 o in altra data) prepariamoci a un crollo verticale delle formazioni antinazionali asservite a Washington e a Tel Aviv.
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