Nel 1991 George Bush Sr. portò avanti l'attacco all'Irak come coronamento della manovra che aveva artatamente convinto i sovrani sauditi (per la prima volta in oltre 40 anni di alleanza con Washington) ad accettare lo schieramento di truppe Usa sul loro territorio in maniera da poter difendere direttamente il flusso di petrolio saudita verso l'economia americana. Saddam venne convinto dalle mendaci parole dell'ambasciatrice Usa a Bagdad April Glaspie che una sua azione militare contro il Kuwait non avrebbe causato reazioni, quando invece, appena le forze di Bagdad ebbero occupato il piccolo emirato, gli Usa lanciarono un'enorme campagna propagandistica contro l'Irak e il suo uomo forte, che venne coronata con il 'ritocco' ad aerografo (allora photoshop non esisteva) delle foto dei tank irakeni schierati sul confine Kuwaito-Saudita. Con nuvolette di sabbia 'artisticamente' aggiunte con l'aeropenna i diplomatici e i generali americani convinsero gli ignoranti e suggestionabili principi sauditi che i panzer irakeni stessero volando verso Riyadh, capitalizzando la loro paura e la loro vigliaccheria per fare accettare lo schieramento militare in terra saudita.