In una prima fase la Repubblica Islamica esporterà verso la Siria 50 MW d'energia e in un secondo momento 200 ma questo sarà solo un passo di un percorso che porterà tecnici e ingegneri iraniani a rinnovare, modernizzare e costruire nuove piccole e medie centrali elettriche in grado di servire cittadine e conurbazioni di medie e medio-grandi dimensioni e poi diffondere nelle zone rurali piccoli ed efficienti impianti locali (eolici, fotovoltaici) in maniera da rendere quanto più autonomi possibile anche i piccoli insediamenti. Altri progetti menzionati dal memorandum includeranno la raccolta differenziata dei rifiuti e la costruzione di nuove dighe e centrali idroelettriche.
Nell'occasione della firma i Ministri siriani e iraniano hanno anche approfittato dell'occasione per ribadire che, come la Repubblica Araba siriana non indietreggiò dalla sua posizione di aiuto e amicizia verso la Repubblica Islamica anche negli anni più difficili dalla cacciata dello Shah fino alla fine della guerra con l'Irak (1979-1988) così ora Teheran non ha nessuna intenzione di 'sganciarsi' da Damasco, nonostante i difficili momenti vissuti dalla nazione a causa della presenza di mercenari e terroristi stranieri finanziati da Arabia Saudita, Qatar e Turchia su ordine di Usa e Israele; nemmeno i rapimenti di personale tecnico iraniano (fortunatamente sempre risolti con successo dalle autorità locali) sono riusciti a indebolire questa determinazione.
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