lunedì 27 agosto 2012

I miliziani di David Yau Yau massacrano oltre venti soldati di Salva Kiir nel Sud-Sudan, lo Jonglei sta nuovamente per esplodere?

A mesi di distanza dalle stragi etniche tra Murle e Lou Nuer, che sono costate migliaia di morti e centinaia di migliaia di profughi nella poverissima regione sud-sudanese dello Jonglei, un nuovo fatto di sangue arriva a ricordarci che, nello Stato artificiosamente creato per servire gli interessi sionisti in Africa Orientale, la tensione é sempre altissima e basta un nonnulla per fare esplodere, più feroci e violente di prima 'rese dei conti' tra signori della guerra pazzoidi e sanguinari.
Questa volta le vittime sono stati 24 'militari' delle forze armate di Juba (in realtà gli stessi miliziani indisciplinati, avvezzi allo stupro e al saccheggio che seguivano il 'warlord' Salva Kiir, divenuto 'Presidente' per meriti filosionisti) che sono caduti come salami nell'agguato teso loro dai seguaci di David Yau Yau, che li hanno sgozzati come capretti. Oltre ai ventiquattro morti le 'forze armate' sud-sudanesi lamentano anche diciassette 'dispersi' (sulla cui permanenza in vita non ci sentiremmo di scommettere nemmeno il proverbiale soldo bucato).
 David Yau Yau é un altro 'warlord' sud-sudanese che, dopo aver condotto le sue campagne di terrore per conto di Washington e Tel Aviv, bene ingrassato dai fondi della CIA e rifornito di armi dai trafficanti della mafia ebraica ucraina e dal Mossad, ha deciso di darsi alla macchia quando ha capito che Salva Kiir voleva marginalizzarlo ed escluderlo dalla gestione del potere. In un primo momento le 'autorità' di Juba hanno cercato di sminiuire il massacro imputandolo a 'gruppi di etnia Murle' ansiosi di vendicare la repressione condotta dall'Esercito per soffocare la lotta tra essi e i Lou Nuer (come se la cosa potesse essere in qualche modo meno grave) ma analisti politici locali hanno smentito questa tesi indicando come la dinamica degli eventi mostri chiaramente i segni di un atto di ribellione programmata e non un inconsulto gesto di vendetta.
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