lunedì 6 agosto 2012

Massiccia manifestazione di protesta nel villaggio del ragazzo sciita ucciso dagli sgherri di Al-Saoud!

Come già riportato su queste stesse pagine pochi giorni fa le forze di repressione di Casa Saoud si sono macchiate per l'ennesima volta del sangue di un manifestante disarmato, un ragazzo sciita di appena 18 anni che insieme ad altre migliaia di persone stava dando voce alla richiesta di riforme nel più autoritario e corrotto regime monarchico rimasto sulla faccia della terra.
Il martire, Hassan Yusuf al-Qalaf, era originario del villaggio di Tarut, nella Provincia di Sanabis, nell'Est costiero popolato dalla minoranza sciita che per decenni ha subito ogni genere di discriminazione ed é stata sistematicamente defraudata della ricchezza petrolifera che invece andava ad alimentare le stravaganze e gli sprechi da Ancien Regime della corte saudita di Riyadh. I concittadini del giovane Hassan hanno tenuto una massiccia manifestazione in suo onore, unendo il suo nome a quello di altre icone della rivolta anti-saudita, come lo Sceicco Nimr al-Nimr, ferito e arrestato dai lacché di Riyadh a inizio luglio e Muhammad Shakhouri, giovane attivista arrestato e tradotto nella prigione di Dahran.

La determinazione e il coraggio della popolazione sciita sono proverbiali, basti vedere il successo della Rivoluzione Islamica in Iran, la presa del potere in Libano e in Irak, l'ininterrotta catena di proteste che continuano in Bahrein (nonostante la sanguinosa repressione aiutata anche dal regime saudita). E' chiaro che non é con arresti e omicidi che Casa Saoud può sperare di conservare il trono e, non avendolo capito a 18 mesi dall'inizio delle proteste, sembra sempre più probabile che i giorni del suo predominio e forse l'esistenza stessa di uno Stato chiamato "Arabia Saudita" siano ormai agli sgoccioli.
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