venerdì 13 giugno 2014

Maliki parla di "cospirazione" dietro gli attacchi dell'ISIL nel Nord del paese: arrestati tre generali!

Il Tenente Generale Mahdi Gharrawhi, Comandante della regione militare di Ninive, il Tenente Generale Abboud Qambar, Comandante delle Operazioni Unificate e il Generale Ali Ghaidan, Comandante delle Operazioni di Terra sarebbero stati arrestati su diretto ordine del Primo Ministro irakeno Al-Maliki e tenuti in custodia in attesa che sia possibile fare luce su "criminali omissioni" e altre azioni 'sospette' in occasione dell'offensiva terroristica dell'ISIL nel Nord del Paese.

Alla notizia della temporanea caduta di Tikrit e di parti di Mosul in mano ai terroristi wahabiti Maliki aveva da subito attribuito l'evento a "una cospirazione"; del resto questi tre generali, erano riusciti a traghettare le loro carriere dall'Era Saddam (durante la quale gli Alti Ufficiali abili e intraprendenti venivano 'epurati' e invece le nullità 'politicamente affidabili ricevevano promozioni e prebende) a quella del regime di occupazione Usa proprio "arrendendosi" al momento giusto agli invasori yankee: non é improbabile che la CIA sia riuscita a 'convincerli' a issare bandiera bianca di fronte ai gruppuscoli del Daash, che come abbiamo visto nelle ultime 48 ore non sono in grado di reggere allo scontro con truppe professionali minimamente motivate.

Intanto nel Sud del paese oltre 13000 persone si sono presentate spontaneamente rispondendo alla chiamata al servizio volontario contro i terroristi stranieri, chiamata che oggi ha ricevuto anche l'imprimatur dell'Ayatollah Sistani, massima autorità religiosa sciita, che dopo avere informalmente chiamato i suoi correligionari a combattere i takfiri oggi ha 'scalato la marcia' pronunciando in merito una vera e propria "Fatwa", cioé un parere di giurisprudenza religiosa vincolante.

Inoltre, dopo aver dichiarato la propria prontezza a intervenire a favore dei vicini irakeni e avere inviato i propri jet a distruggere un convoglio motorizzato che puntava verso la frontiera siro-irakena le Forze Armate Siriane hanno diffuso un comunicato ufficiale in cui incoraggiano i colleghi mesopotamici a non lesinare sforzi nella lotta anti-wahabita e dove si evidenzia (come sostenuto dalla pluriennale esperienza dell'Esercito di Damasco nello sventare i loro piani) che: "I tagliagole dell'ISIL non sono affatto antiproiettile, si tratta solo di vigliacchi abili a perseguitare e tormentare civili indifesi, non abbiatenere paura".

2 commenti:

  1. Al-Maliki ha ragione, ma deve stare in campana, e doveva muoversi prima, avendo l'intelligenza di capire, che le forze terroriste dirette da nato e sauditi, avendo ormai capito di aver perso in Siria, avrebbero concentrato i loro sforzi in Iraq, proprio ora che al-Maliki, filo-siriano e filo-iraniano ha ottenuto alle urne un terzo mandato da premier, dalla popolazione Iraqena che è al 65% Sciita. Non cè dubbio che siano coinvolte molte sezioni delle forze di sicurezza irakene addestrate da Washington, da residui del Baath di Izat Ibrahim al-Duri, ex-vicepresidente di Saddam Hussayn, ed oltre 40 ufficiali del vecchio esercito iracheno. Alcuni comandanti iracheni della regione, come il generale Abud Qanbar, il tenente-generale Ali Ghaydan e il generale Mahdi al-Ghazawi, che provengono dal vecchio esercito di Saddam, nel 2003 si arresero agli statunitensi senza combattere. Infatti, come spiegare che 1500 terroristi dell'ISIL riescono ad entrare a Mosul, che ha una guarnigione di 52000 soldati? Da Mosul provenivano i principali dirigenti del partito Baath di Saddam Hussayn. Anche i Curdi sono coinvolti. L’ambasciata irachena a Parigi ha rivelato che il presidente della regione del Kurdistan, Masud Barzani ha incontrato segretamente la leader dell’organizzazione terroristica Mujahidin-e-Khalq [MEK], Maryam Rajavi, durante la sua visita in Francia a maggio. La riunione si tenne subito dopo l’incontro di Barzani con il capo della coalizione della cosiddetta opposizione siriana Ahmad al-Jarba. Barzani avrebbe confermato alla terrorista di origine iraniana Rajavi che non avrebbero permesso al Primo ministro Nuri al-Maliqi di accedere al terzo mandato. Barzani ha anche detto a Rajavi che per via della situazione regionale non avrebbe dichiarato pubblicamente il suo sostegno all’organizzazione terroristica ospitata a Camp Liberty, una base degli USA presso Baghdad. Al-Maliki avrebbe dovuto agire prima, e i servizi segreti avrebbero dovuto indagare e tenere sott'occhio quegli elementi, che per via del loro passato, potevano costituire in potenziale pericolo. Era chiaro che l'Iraq fosse il bersaglio di "ripiego", visto che la Siria stretta attorno ad Assad ha tenuto botta, e man mano che la Siria recuperava terreno, l'attività dei terroristi in Iraq aumentava, passando dalla Siria all'Iraq, i cui confini sono tutt'ora in molte zone praticamente inesistenti e usando il fiume Eufrate. Non cè dubbio anche che sia l'Iran il bersaglio principale, da sempre. Cercano in tutti i modi di abbattere la linea di difesa esterna di Teheran. Non posso credere che al-Maliki, speri davvero nel supporto americano, i quali non aspettano altro che far cadere il suo governo e sostituirlo con un governo oscurantista fantoccio filo-saudita, filo-sionista e vicino alla Turchia. Gli americani hanno tutt'ora alcune basi in Iraq, e Obama ha dichiarato: "non escludo nulla, pronti ad azioni militari". Non vedono l'ora di intervenire in Iraq, con la scusa di dare aiuto contro il [loro] terrorismo.

    RispondiElimina
  2. Christian, grazie per info, che é ottimo.
    Vv la vittoria.

    RispondiElimina