lunedì 24 luglio 2017

Crolla l'ultima linea di difesa dell'ISIS davanti a Sukhanah!

Sarà magari un caso (io personalmente credo di no) ma proprio pochi giorni dopo che l'Aviazione Russa ha spostato i suoi Sukhoi-25 da Hymemim (Latakia) a Tiyas/T4 (permettendo ai jet di arrivare prima e con più armi sui loro bersagli nell'Est della Siria) succede che l'ultima linea di postazioni difensive dell'ex "califfato" ceda di schianto.

Adesso l'ISIS deve decidere se combattere una battaglia disperata a Sukhanah stessa, trasformandola in un ridotto da mantenere al costo di centinaia, probabilmente migliaia, di militanti (scelta carissima, ma che permetterebbe di bloccare i siriani per diverse settimane, forse più di un mese) oppure ritirarsi e conservare forze per combattere un'ultima battaglia altrove.



Ma dove?

Posizioni d'arresto intermedie prima di Deir Ezzour non ve ne sono più e inoltre i combattenti tribali e e la Forza Tigre stanno sfondando a Nord.

Con un'avanzata siriana su due assi il "Daash" si sfalderebbe ancora più velocemente.

Se mi trovassi negli scomodi panni di un comandante supremo dell'ISIS giocherei il tutto per tutto a Sukhanah, ma probabilmente assisteremo a una ritirata proprio perché un comando supremo dell'ISIS (se mai é esistito) adesso non esiste e ogni capetto ragiona per sé.


4 commenti:

  1. Strategicamente condivido il suo pensiero, ma una ritirata disordinata sarebbe un bel tiro al topo con i Su 25, 34 ed elicotteri.

    RispondiElimina
  2. A mia opinione, l'accordo tra Putin e Trump sulla tregua nel sud Siria ha messo in moto i fronti anti ISIS, che ora stanno crollando.
    Senza più armi americane e con le truppe di Assad libere di muoversi verso est, la guerra sta finendo. Non esiste una ridotta del califfato in cui resistere.
    Stanno arrivando avvertimenti pesantissimi anche per i takfiri 'moderati'. Al confine Libano Qualamun, un rastrellamento ben coordinato ripulisce l'ultima via di un possibile rifornimento takfiro. In Giordania, il piccolo re e' avvisato di chiudersi nei propri confini e di difendersi, non di pensare ad attaccare Assad. Israele stessa ha da preoccuparsi di Hamas, riavvicinata al movimento Hezbollah, non di destabilizzare la Siria. Del resto la sicurezza sui confini e' garantita più da Putin che da altri, essendo arrivate le truppe russe fino al Golan.
    Infine l'Arabia dei Saud, ha da preoccuparsi dei missili del piccolo yemen.
    Dunque, la migliore mossa e' quella di deporre le armi e di correre ad Astana per un trattato di pace che riconisca la vittoria ad Assad ed ai suoi eroici alleati.
    Federico

    RispondiElimina
  3. Le tattiche e gli spostamenti dei terroristi si decidevano tramite i computer del pentagono, i quali con modelli puramente matematici decidevano le battaglie e gli spostamenti, sembra che non arrivano più ordini, si salvi chi può

    RispondiElimina
    Risposte
    1. a Farouq 24 luglio 2017 12:49

      Speriamo che, non arrivino più ordini; anche sà gli amerikani, ogno tanto dicono di spostare l'FSA dal sud della Siria a Ash Shaddadah, con l'intenzione (non dichiarata) di conquistare tutta la zona a nord dell'Eufrate, ovvero dal ponte di Halabiyah (sull'Eufrate a 40 Km. a nord-ovest di Deir Ez-Zour), al confine iracheno, dirinpetto alla città di Al Qa'im, in Iraq.
      N.B.Fra le altre cose, la zona, è probabilmente la più ricca di petrolio e gas in Siria. Ideale sarebbe (dopo la conquista della stazione T3, e il riattivo del suo eliporto), conquistare la cittò di confine Abu Kamal, attraversare l'Eufrate per bloccare mire espansionistiche amerikane. Comunque, ancora auguri alla Fprza Tigre per quello che ha fatto sull'Eufrate.

      Marcus Claudius Marcellus

      Elimina