sabato 11 novembre 2017

Al vertice APEC in Vietnam Duterte incontra Putin e festeggia con lui la sconfitta dell'ISIS a Mindanao!

A fine maggio PALAESTINA FELIX aveva gettato un occasionale sguardo al di là del consueto scenario mediorientale per segnalare come, iniziando il dominio dell'ISIS tra Siria e Irak a scricchiolare in maniera sempre più preoccupante, i facilitatori e sostenitori dello stesso (cioé gli Usa) avevano già iniziato a 'indirizzarlo' verso un altro obiettivo da destabilizzare: le Filippine del vulcanico presidente Rodrigo Duterte.



Il motivo era logico: da cardine dell'espansione Usa verso la Cina (motivo per il quale venne scatenata la guerra ispano-americana del 1898) le Filippine si sono mostrate sempre meno 'addomesticabili' negli ultimi anni; con l'elezione di Duterte hanno iniziato addirittura ad avvicinarsi a Cina e Russia, motivo per cui dovevano essere immediatamente punite.

Ma anche in questo caso la 'reazione' americana (realizzatasi tramite l'ISIS) non ha fatto che precipitare ancora di più la situazione a sfavore degli interessi a stelle e strisce; l'invasione di Mindanao e l'occupazione di Marawi da parte del "califfato" hanno spinto Duterte a chiedere aiuti militari russi che si sono immediatamente concretati in una spedizione di 5000 Kalashnikov di modello moderno e di numerosi camion e fuoristrada militari.

Adesso, dopo 150 giorni di operazioni, Marawi é stata dichiarata totalmente libera dall'ISIS e i terroristi ridotti a poche cellule disperse che si rifugiano nella giungla dell'isola meridionale dell'arcipelago.

Duterte e Putin si sono incontrati a latere del vertice APEC in Vietnam, col Presidente filippino che ha elogiato l'impegno russo nell'aiutare il suo paese contro i takfiri.

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