Una corte di giustizia della Repubblica Islamica ha dato inizio ieri al procedimento contro un cittadino americano arrestato nel corso dell'ultima operazione contro le strutture e gli operativi della CIA in Iran e accusato di aver tentato di infiltrare la comunità di intelligence di Teheran. Amir Mirzaei Hekmati, nativo dell'Arizona di origini mediorientali si era arruolato nei Marines dopo avere ottenuto il diploma alla 'high school' e quindi era stato trasferito in Afghanistan (Bagram) dove aveva servito principalmente come interprete e traduttore dal Farsi.
Nel 2009, poco prima del congedo, aveva ricevuto l'offerta dalla "Compagnia" di Langley per entrare in Iran e cercare di avvicinare alcuni rappresentanti dei servizi segreti iraniani offrendo loro informazioni sullo schieramento Usa in Afghanistan dietro pagamento; lo scopo della missione, tuttavia, non sarebbe stato quello di passare informazioni sbagliate agli Iraniani, bensì quello di ottenere una qualche prova dell'avvenuta transazione monetaria con loro, che Hekmati avrebbe dovuto diligentemente spedire ai propri 'controllori' una volta ottenutala.
Gli ufficiali iraniani, però, vedendo attraverso la 'cortina di fumo' sparsa dalla CIA, finsero solo di accettare l'accordo, catturando l'agente straniero nel momento in cui questi si aspettava di ricevere il 'pagamento'. E' convinzione del controspionaggio di Teheran che la CIA intendesse usare la 'ricevuta' che Hekmati doveva fornirle come 'prova' in qualche complotto contro l'Iran, forse in seguito a un auto-attentato che essa aveva intenzione di compiere in Afghanistan contro le forze di occupazione NATO e di cui avrebbe invece cercato di incolpare (sulla base della 'ricevuta') proprio Teheran.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento