martedì 5 giugno 2012

Sorprendente sondaggio rivela: un cittadino sionista su due é contrario ad azioni militari contro l'Iran!

Secondo una approfondita statistica condotta da ricercatori universitari di Netanya poco più di un cittadino su due del regime ebraico di occupazione della Palestina sarebbe "moderatamente" o "decisamente" contrario alla prospettiva di un'incursione aerea o missilistica condotta da Tel Aviv contro le installazioni nucleari di Teheran, con l'obiettivo di arrestare i progressi fatti dalla Repubblica Islamica Iraniana (firmataria al contrario di Israele del Trattato di Nonproliferazione Nucleare).

 Il sondaggio rivela come a battere sui "tamburi di guerra" contro l'Iran non vi siano che piccole cricche di politicanti e lobbisti, di cui moltissimi addirittura non vivono nemmeno nella Palestina occupata e non hanno alcuna intenzione di avvicinarvisi. Nel passato pià o meno recente parecchie figure dell'apparato militare e di intelligence dello Stato sionista si erano espresse a loro volta con contrarietà rispetto a questa opzione, ultima fra esse quella di Meir Dagan, già capo del 'Mossad', la potente e temuta organizzazione spionistica israeliana.

Parlando contro l'opzione militare nei confronti del programma atomico iraniano Dagan, senza soverchi peli sulla lingua, l'aveva definita "Un'idea assolutamente cretina, forse la più cretina che abbia mai sentito". Studi condotti dallo stesso Stato Maggiore israeliano e da quello americano hanno previsto che anche nella più rosea delle ipotesi nessun genere di attacco aereo o missilistico convenzionale riuscirebbe a rallentare i progressi iraniani nel nucleare per più dell'equivalente di sei od otto mesi, grazie alla dispersione dei siti di ricerca e raffinazione dell'uranio e all'esperienza iraniana nella costruzione di bunker e strutture sotterranee.
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