sabato 17 novembre 2012

Mentre al Cairo si sbrodolano parole vane i beduini del Sinai attaccano il regime ebraico: razzi dall'Egitto piovono su Eshkol!

Una volta archiviata la breve visita a Gaza del Premier egiziano Qandil che per quanto generosa, ha fornito un 'break' di appena poche ore al ghetto palestinese martirizzato dal nuovo "pogrom" sionazista le iniziative ufficiali del Cairo in favore della popolazione civile palestinese sottoposta alla ferocia genocida di Tel Aviv sembrano essere arrivate a un punto morto, a meno di non considerare una "iniziativa" il recente discorso pronunciato dal Presidente Mursi  che ha minacciato "reazioni" contro il regime sionista, senza tuttavia scendere nel dettaglio di quali queste possano essere o quando dovrebbero scattare.

Invece gli abitanti del Sinai egiziano, appartenenti alle tribù beduine più volte protagoniste di azioni armate contro gli interessi sionisti, si sono mobilitati molto più rapidamente ed efficacemente e, tra ieri e oggi, hanno lanciato varie raffiche di razzi oltre il confine con la Palestina occupata, colpendo ripetutamente le installazioni sioniste a Eshkol. A quanto riportato i proiettili piovuti dal Sinai sarebbero razzi da battaglia di 107mm di calibro, più potenti dei Qassam e dei Quds artigianali ma meno dei 'Grad' da 122mm forniti dalla Siria e da Hezbollah.

Le armi probabilmente sono state contrabbandate dalla Libia, dove il crollo di Gheddafi ha lasciato molto hardware militare in mano a miliziani e trafficanti di varie tendenze e affiliazioni.
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