Con il tradimento da parte di Anwar Sadat della linea nazionalista/nasserita e lo spostamento dell'Egitto nel campo di influenza americano si verificò un totale 'breakdown' dei rapporti diplomatici tra il Cairo e Teheran in seguito alla Rivoluzione Islamica e alla cacciata del tiranno Reza Palhevi (che andò a consumare i suoi giorni proprio in esilio in Egitto); con la cacciata di Mubarak vi sono stati numerosi
punti salienti nel ristabilimento di normali relazioni diplomatiche tra i due Stati e, pur se l'emersione della parte conservatrice dell'Ikhwan come forza politica dominante e l'elezione di Mohamed Mursi sono stati letti come sviluppi non propriamente favorevoli a Teheran il Presidente iraniano Ahmadinejad, arrivato in queste ore al Cairo per il Meeting dell'Organizzazione Islamica di Copperazione, si é detto certo che le relazioni bilaterali con l'Egitto non possano che "
naturalmente migliorare".
Un grande indice di ottimismo da parte del Presidente Ahmadinejad, giunto ormai agli sgoccioli del suo mandato, che quindi vedrà il suo naturale successore alle prese col "come" rinsaldare e riavvicinare la Repubblica Islamica al paese-principe del Mondo Arabo e del Nordafrica, relativamente libero dalle pastoie filo-usa e filo-israele e perciò ansioso anche di recuperare un ruolo di primo piano nel sostegno verso Hamas,
in parte svincolatosi proprio dall'Iran a causa dell'abbandono dell'Asse della Resistenza
da parte di alcuni suoi dirigenti.
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Mi dispiace che il Presidente della Repubblica Islamica, Mahmoud Ahmadinejad, stia per finire il suo secondo e ultimo mandato. Personalmente, se fossi Iraniano, farei una statua a quest'uomo, per l'impulso impetuoso che ha dato allo sviluppo militare e scentifico, ed economico, al raggiungimento di una quasi completa indipendenza dall'estero, e per l'enorme aiuto che ha dato, ancor di più rispetto agli anni scorsi, ai Palestinesi, ai Libanesi, ai Siriani. L'Iran, sopratutto in questo periodo, ha bisogno di un uomo forte, di polso, intelligente e pragmatico, che porti avanti e finisca il duro lavoro gia cominciato dal 1979, con la rivoluzione che cacciò il piccolo e smidollato 'scià' Mohammad Reza Pahlavi, e sancì la fine del dominio colonialista a stelle e strisce. Non deve arrivare al suo posto [di Ahmadinejad], un 'omino' che si pieghi a novanta gradi verso stati uniti e sionisti, imperialisti, banchieri, e compagnia brutta. No, non credo che questo avvenga, e comunque, le Guardie della Rivoluzione, e le fascie piu intransigenti dell'esercito, che hanno ancora vivo il ricordo dei tempi dell'ultimo scià, non lo permetteranno, e, che si sappia, FANNO BENE.
RispondiEliminaStai dicendo che sarebbe meglio un colpo di stato che schiacciasse la volontà popolare piuttosto che un leader si più moderato ma eletto democraticamente e a suffragio universale?
RispondiEliminaSto dicendo che l'Iran, ha bisogno di un leader forte. Punto. E poi, Ma quale 'democrazia'??? Pensi davvero che il fatto di votare ti dia un qualche, seppur minimo, potere di scelta? sveglia anonimo. Il voto, serve solo a far CREDERE al popolo di aver una scelta. Non ce nessuna scelta. Non ti rendi conto, che comunque vada, il governo eletto, di destra, centro, sinistra, eseguono tutti lo stesso programma? Credi ancora alla favoletta delle 'democratiche elezioni'? Non vedi come siamo messi? Ma quale democrazia?? Magari puoi continuare a crederci, ma sappi che, comunque, le cose non stanno affatto così. Il sistema, sa dove sta andando, e va dove vuole andare. Comunque, in Iran, e non solo li, ma in tanti altri posti, il Presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad, ha degli indici di gradimento abbastanza alti, e ha fatto un buon lavoro in generale.
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