E' con vivo sgomento e profonda delusione che ci troviamo a vergare queste righe con le quali vi comunichiamo che, dopo avere (come già da noi riportato) individuato e identificato l'attentatore "a piedi" che aveva messo in opera la prima fase dell'attentato di Jinah contro l'ambasciata della Repubblica Islamica, le autorità libanesi sono relativamente sicure del nome anche del secondo, che aveva cercato di arrivare fino all'atrio dell'edificio a bordo di un furgone-bomba GMC.
Siamo sgomenti e delusi perché, parrebbe, che egli fosse un tale Omar Sobeh, palestinese proveniente da un campo del Sud del Libano. Ovviamente, non pretendiamo che i Palestinesi, solo perché hanno subito molti torti nella loro storia recente, abbiano una speciale "patente" di onestà o dignità, sappiamo benissimo che come in tutti gli altri popoli del mondo tra essi vi sono anche criminali e disgraziati (basti pensare alla cricca collaborazionista di Fatah) eppure vedere un Palestinese che si rende burattino dei sauditi e del Mossad per tentare di destabilizzare il paese che più sinceramente (insieme a Siria e Iran) sostiene la causa del suo popolo, ci fa sinceramente dispiacere.
Adesso che gli esecutori materiali del codardo attacco sono stai individuati, speriamo che non ci voglia molto tempo a dare un nome anche ai loro mandanti, prossimi e remoti, e, eventualmente, ad assicurarli alla giustizia perché rendano conto del dolore e del sangue che hanno sparso.
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