martedì 12 ottobre 2010

Israele nega ai genitori di Rachel Corrie di guardare in viso il militare che la uccise

I coniugi Corrie, Cindy e Craig, sono due sessantenni americani che a prima vista possono sembrare fratello e sorella: stesso incarnato rosaceo, stessa sfumatura argentea dei capelli, occhiali con montature molto simili; invece Cindy e Craig, tanto tempo fa, si sono sposati e hanno avuto una figlia di nome Rachel.
I coniugi Corrie nel 2010.
All'età di ventitré anni, Rachel Corrie, prese una pausa dai suoi studi universitari per impegnarsi con l'ONG International Solidarity Movement, nata nel 2001, che ha la missione di alzare il livello di consapevolezza del pubblico internazionale sulla sofferenza del popolo Palestinese e organizza proteste non violente e atti di interposizione contro la forza repressiva che lo stato sionista di Israele scatena contro di esso.
Rachel Corrie.
Il 16 marzo 2003 Rachel venne investita e schiacciata da un bulldozer dell'esercito israeliano, impegnato in una delle "usuali" devastazioni volte a rendere impossibile la vita ai Palestinesi, a demolire le loro case, i loro campi coltivati, le loro serre, i loro acquedotti; nella fattispecie Rachel insieme ad altri sei attivisti dell'ISM (tre britannici ed altri tre americani) stava cercando di impedire che il veicolo di demolizione distruggesse la casa del pediatra Samir Masri.
La morte di Rachel è stata testimoniata da foto commoventi e scioccanti come questa.
Il sacrificio di Rachel Corrie non é stato vano; la sua tragica fine ha scosso dall'apatia tante persone, i volontari della flottiglia Free Gaza; le hanno intitolato una nave, artisti i più diversi (dall'Alan Rickman di Harry Potter e Die Hard fino alla band italiana Klimt 1918) le hanno dedicato piéce e canzoni, ma tutto questo, ovviamente, non può consolare Cindy e Craig della loro perdita.

In un vero e proprio periplo di dignitosa ''pietas'' i genitori della ragazza hanno iniziato a fare la spola fra i Territori Palestinesi, dove hanno visitato il luogo della morte della figlia e gli Stati Uniti, dove entrambe intervengono in eventi e conferenze sulla resistenza non-violenta e l'oppressione della popolazione palestinese.

In seguito a una loro denuncia civile sporta nel 2005, i coniugi Corrie hanno chiesto a israele una compensazione simbolica di un dollaro usa per la morte della figlia (visto che non si può dare un valore monetario a una vita umana) e la possibilità di vedere in viso l'autista del bulldozer che stroncò la vita di Rachel.

Israele aveva una grande possibilità di mostrarsi meno disumano e odioso del solito consentendo a quest'ultimo desiderio, magari organizzando un incontro privato fra le parti: ma, sprecando l'ennesima occasione di mostrare un po' di pietà e comprensione umana gli alti papaveri dell'esercito e del governo sionista hanno persino ordinato che il militare direttamente responsabile della morte della ragazza rendesse la sua testimonianza in tribunale dietro uno "schermo protettivo".

Non sanno, forse, che nessuno schermo potrà proteggerli dalla composta, calma, umana riprovazione dei Corrie? Un marito e una moglie che sono passati da una tranquilla vita suburbana a stelle e strisce all'occhio del ciclone della questione mediorientale con una incisività e una determinazione decisamente notevoli.

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