Perché la tremenda equazione che dovrebbe dare come risultato finale l'annientamento del popolo Palestinese, la sua riduzione a massa amorfa di schiavi sottomessi alla ferula sionista o a rifugiati dispersi ai quattro angoli del mondo, passa anche (e forse soprattutto) attraverso la sistematica distruzione dell'identità nazionale e culturale Palestinese.
La colossale e sfrontata menzogna che fa da pietra angolare al sionismo espropriatore e colonialista: la pretesa che la Palestina fosse "terra di nessuno", "terra nullius", deve diventare verità a qualunque costo, come in un esperimento orwelliano di "modificazione della realtà".
La città di Giaffa all'inizio del Ventesimo Secolo. |
Palestinesi degli anni '10 e '20; come si vede nella prima foto stili e mode di comportamento "occidentale" erano già diffusi in Palestina oltre novanta anni fa. |
E' quindi naturale che fra coloro che combattono e resistono ogni giorno contro i piani di genocidio fisico e spirituale del popolo Palestinese, vi siano anche coloro che si dedicano a proteggere e difendere la sua ricca e multiforme cultura; come gli organizzatori del festival folcoristico inaugurato a Gaza lo scorso venerdì.
Bella e necessaria, la manifestazione ha ricevuto copertura mediatica dalla qatariana Al-Jazeera e dall'emittente iraniana PressTv; non certo dalla CNN o dalle reti di Rupert Murdoch (per non parlare dei media nostrani, allineati e coperti sotto la più ferrea cappa censoria filoisraeliana).
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