lunedì 1 novembre 2010

Caterpillar blocca consegna da 50 milioni a Israele: un altro successo del boicottaggio!

L'industria statunitense Caterpillar , colosso dei mezzi da lavoro e da costruzione, ha deciso di congelare la vendita di decine di bulldozer modello "D9" allo stato sionista di Israele, fermando una transazione da oltre 50 milioni di dollari. I 'D9' sono una versione militarizzata (blindati e con cabine dai vetri antiproiettile) delle macchine che anche noi possiamo vedere al lavoro in cantieri e cave nostrane; l'uso però che ne fanno le "forze armate più morali del mondo" é affatto diverso da quello che potremmo immaginare.

Tsahal, lungi dall'utilizzarli per scavare opere ingegneristiche militari, li impiega per sradicare uliveti e frutteti di agricoltori palestinesi, per distruggere serre, per spianare officine, fabbriche e abitazioni nei territori occupati, per infliggere "punizioni trasversali" alle famiglie dei combattenti della Resistenza.

Ogni rallentamento nell consegna di questi macchinari all'esercito sionista è una vittoria per coloro che sostengono la causa e i diritti dei Palestinesi, ma la motivazione del congelamento della vendita é ancora più incoraggiante del fatto in sé. Infatti il motivo di tale decisione é collegato alla causa civile che Craig e Cindy Corrie hanno sporto contro il Governo israeliano per la morte della loro figlia Rachel, studentessa americana morta travolta da un 'Caterpillar' mentre cercava di impedire la demolizione punitiva di edifici palestinesi.
La sospensione della vendita é chiaramente una indiretta ammissione, da parte della compagnia, che questi bulldozer vengono usati per violare i diritti umani e la legge internazionale. Per quanto incoraggiante, tale risultato rappresenta per tutti gli attivisti filopalestinesi solo un primo passo: non é certo il momento di interrompere le pressioni sulle aziende che fanno affari con l'apartheid israeliano, anzi! La Caterpillar deve essere colpita non solo dal punto di vista dell'immagine, ma anche da quello finanziario, in modo da indurla a tranciare una volta per tutte i legami col regime sionista.
A tale scopo segnaliamo come la compagnia di servizi TIAA-CREF, uno dei più grandi player finanziari statunitensi, investa pesantemente nella Caterpillar (oltre 250 milioni di dollari nell'ultimo anno fiscale). Già 17.000 firme sono state raccolte per indurre la compagnia a disinvestire dalle aziende che fanno affari con Israele.

Ora più che mai c'é bisogno di altre firme: ricordate che le compagnie non hanno cuore e non hanno coscienza...solo attraverso il denaro é possibile indirizzarle verso comportamenti etici. La petizione é raggiungibile e firmabile attraverso questo link:

Democracy in Action

ospitato su un sito ebraico opposto all'apartheid e alla persecuzione inflitte da Israele al popolo palestinese, tanto per rimarcare come essere anti-sionisti non voglia assolutamente essere antisemiti o giudeofobi.

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