venerdì 5 novembre 2010

Hezbollah si attrezza contro nemici interni ed esterni (Parte 1)


Hezbollah, il popolare movimento politico nato nella comunità sciita libanese come reazione alle violenze degli occupanti israeliani negli anni '80 (ma ormai sostenuto anche da altre sette e minoranze del variegato mosaico etnico/religioso che chiamiamo Libano), si trova a un bivio; davanti a lui, da ambo le parti, lo attendono sfide diverse e molto impegnative e non é detto che, qualunque strada scelga di percorrere il movimento di Nasrallah, in definitiva non debba trovarsi ad affrontarle entrambe.

Da una parte, infatti, lo attende l'insidioso tranello del "Tribunale speciale sul Libano", lo strumento appositamente "cucinato" da Stati Uniti, Israele, Arabia Saudita ed emirati sunniti del Golfo per contrastare la crescente popolarità del partito di resistenza sciita (addossandogli la colpa dell'attentato che uccise l'ex primo ministro Rafiq Hariri); dall'altro lato, addirittura, si profila la possibilità di un nuovo confronto armato con Israele, questa volta gravato da nuove minacce interne, che potrebbero far riprecipitare l'intero Libano nel vortice insanguinato della guerra civile.
Cratere lasciato dall'ordigno che ha ucciso Hariri. La profondità dello stesso lascia intendere che l'ex politico libanese sia stato ucciso con un'arma sganciata da un aereo, probabilmente israeliano.
Rafiq Hariri, come si ricorderà, venne ucciso da una bomba o un missile nel febbraio 2005, mesi dopo essersi dimesso dalla carica che aveva ricoperto per la seconda volta tra il 2000 e il 2004 (il primo Governo lo aveva guidato tra il 1992 e il 1998). davanti all'hotel Saint George, nel centro di Beirut. La sua morte diede la stura a un rapido mulinello di cambiamenti politici che videro la definitiva partenza delle ultime truppe siriane che stazionavano in Libano (una presenza che aveva avuto inizio nel 1975), ma che, infine, rafforzarono proprio l'ala filosiriana dell'arco politico libanese (di cui Hezbollah fa parte, insieme ad Amal, al Partito socialista della nazione siriana e al Partito democratico libanese), visto che, terminato il ritiro, l'occupazione da parte di Israele di porzioni di territorio libanese diventava ancora più ingiustificabile (la scusa israeliana era che le Shebaa Farms erano un 'bilanciamento' per la presenza di armati siriani nel paese).
Nel Luglio 2010 una cellula di spie israeliane in Libano é stata smantellata con oltre 70 arresti. Alcuni agenti erano attivi nel Paese dei cedri fin dal 1984.
Il fallimento della maldestra manovra, nella quale si può riconoscere il "modus operandi" della CIA e delle sue "rivoluzioni colorate" ('rivoluzione arancione' in Ucraina, 'rivoluzione delle rose' in Georgia, tentata 'rivoluzione verde' in Iran), con tanto di operazione sotto falsa bandiera con vittima eccellente da trasformare in martire, fece quindi volgere i burattinai americani e israeliani verso l'opzione militare, la maniera "forte" (dove invece l'assassinio di Hariri doveva essere la maniera "dolce" di marginalizzare la maggioranza anti-israeliana e filo-siriana nella rappresentanza politica e governativa del paese); il risultato fu il duro conflitto del 2006, che tuttavia si concluse con la sconfitta dell'aggressore israeliano: la guerra iniziata per 'distruggere Hezbollah' si concludeva con Hezbollah ancora attivo e operante e, soprattutto, gratificato di una popolarità enorme non solo nel mondo sciita, ma in tutta l'area araba e musulmana.

Da allora, prosegue le sue inchieste il "Tribunale speciale per il Libano", che, pezzo dopo pezzo, mentre Hezbollah era impegnato ad aiutare le popolazioni del sud del Libano colpite dall'aggressione israeliana e ricostruire la sua ala militare (sola garanzia contro nuovi e più feroci attacchi sionisti) é stato lentamente trasformato in un nuovo mezzo di offensiva "morbida" contro il partito sciita e i suoi alleati...probabilmente dalle stesse mani che hanno armato la bomba contro Hariri; le stesse mani che hanno importato il suo SUV da Sharjah, negli Emirati Arabi (uno stato notoriamente nemico degli sciiti e allineato con gli Usa).

Tali disonesti maneggi sono ormai evidenti all'opinione pubblica libanese che, secondo un sondaggio del quotidiano As-Safir si é espressa secondo le seguenti percentuali: al 60% in favore dell'idea che il Tribunale sia parziale e politicizzato, in un altro quesito il 43% del campione ha espresso il desiderio che i dossier del Tribunale siano cancellati e che venga indetta una nuova inchiesta e, a una terza domanda, oltre il quaranta per cento degli intervistati ha dichiarato di essere certo che Hariri sia stato ucciso dalla CIA, in eventuale cooperazione col Mossad.



Per ora Hezbollah sta resistendo alle invadenti richieste degli "investigatori" del tribunale in maniera pacifica e passiva, rifiutando di cooperare con un organismo che cerca in ogni modo di provare suoi presunti collegamenti con un presunto "attentato tramite autobomba" e invitando tutti i Libanesi che amano l'indipendenza della loro nazione a fare altrettanto, ma non é detto che in un prossimo futuro la situazione non si evolva verso un confronto diretto.



Già nel recente passato le forze filo-Usa e anti-siriane hanno provato a danneggiare l'immagine di Hezbollah attaccando le sue strutture o i suoi uomini e poi cercando di stigmatizzarne la reazione, come nel caso degli scontri del 2008. In un paese duramente provato da quindici anni di guerra civile il ricorso alla violenza politica potrebbe essere devastante e danneggiare per sempre la popolarità accumulata da Hezbollah per la sua vittoria contro Israele, ma finora tutti i tentativi di indurre Nasrallah alla forza sono stati vani e il partito sciita continua a essere al centro del complesso palcoscenico libanese, in attesa, forse di misurarsi con il nemico di sempre...(FINE PRIMA PARTE, il reportage CONTINUA in un ALTRO POST).

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