Gli effetti dello strangolamento economico imposto dalle forze sioniste che circondano la Striscia di Gaza causa via via maggiori sofferenze alla popolazione palestinese man mano che si avvicina la data della Eid al-Adha, il festival musulmano del sacrificio che cadrà la prossima settimana.
L'embargo israeliano, che sta per toccare il suo quarto anniversario, impedisce il normale commercio e l'afflusso di merci dall'estero o anche solo dalla Cisgiordania, costringendo gli abitanti di Gaza a veri e propri miracoli di autosufficienza, risparmio e riutilizzo di qualunque oggetto, rifiuto o scarto; nonostante ciò i prezzi di qualunque genere alimentare sono aumentati dal 200 al 400% in questo periodo, con le punte di rincaro più astronomiche toccate, ovviamente dai generi carnei.
In seguito al brutale assalto militare indiscriminato del dicembre 2008-gennaio 2009 le fattorie palestinesi hanno perso nove capi di bestiame su dieci e, per alimentare la quota rimanente, sono costretti a crescere essi stessi il loro foraggio, non potendolo più comprare dall'esterno, procedura dispendiosa di tempo, superficie coltivabile e acqua.
Il fatto che la quasi totalità della popolazione di Gaza segua la fede musulmana limita la possibilità di ricorrere all'allevamento del maiale per provvedere carne agli abitanti; i suini sono infatti perfettamente in grado di sopravvivere grazie ai rifiuti domestici organici; il loro allevamento richiederebbe quindi meno risorse.
Gli allevatori palestinesi fanno fatica a mantenere costante il livello delle loro mandrie e dei loro armenti, sempre più esigui di numero e sparuti di costituzione; l'importazione clandestina di animali vivi attraverso i tunnel che collegano la Striscia con l'Egitto non offre che un minimo sollievo a una situazione di emergenza permanente.
Tutti questi fattori renderanno impossibile, per la maggior parte delle famiglie di Gaza, acquistare un agnello sacrificale per la festa dell'Eid, in occasione della quale é tradizione macellarlo e offrire parte delle sue carni ai poveri della comunità.
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