giovedì 11 novembre 2010

Primo incontro a Damasco per la riconciliazione Hamas-Fatah


Si é conclusa da poche ore la seconda giornata di colloqui damasceni fra rappresentanti di Hamas, vincitore delle regolari elezioni politiche palestinesi del 2006 e Fatah, la fazione dell'ex presidente palestinese Mahmud Abbas, che controlla la Cisgiordania dopo aver tentato di rovesciare il legittimo governo espresso da Hamas, ora insediato a Gaza.

Il "Palestinian Information Center" ha fatto sapere che il meeting si é svolto in un'atmosfera positiva e cooperativa, anche se le parti in causa non si sono nascoste le proprie differenze; in special modo é stata la questione delle organizzazioni di sicurezza a costituire il più grande motivo di contesa fra i due gruppi.

Fatah teme che Hamas, che gode dell'appoggio della maggior parte della popolazione palestinese anche in Cisgiordania, impiegherà pochissimo tempo a ricostruire la sua struttura politico militare (che Fatah ha cercato di distruggere con arresti arbitrari, torture e sparizioni dopo il fallito colpo di stato del 2007) una volta che saranno ricostituiti organismi di sicurezza comuni fra la Striscia e la West Bank, mentre all'organizzazione di Abbas sarà impossibile fare lo stesso a Gaza; gli uomini dell'ex presidente avrebbero perciò più da perdere in uno scenario simile.

I falchi di Hamas temono che l'intero processo di questo dialogo fra fazioni altro non sia per Fatah che un tentativo di prendere tempo senza arrivare a nessun risultato concreto, in una ripetizione fra Palestinesi di quanto sta facendo Israele con la fazione di Abbas (trasformando i cosiddetti 'colloqui di pace' in una vergognosa e insincera impostura).

Ma, se invece i dialoghi dessero risultati positivi e il Governo dello stato ebraico si opponesse a un ritorno di Hamas negli apparati di controllo della Cisgiordania, a quel punto starebbe a Fatah "dimostrarsi indipendente e difendere la propria agenda politica, oppure capitolare per l'ennesima volta mostrando di essere ormai una forza totalmente subordinata ai diktat israeliani".

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