martedì 21 dicembre 2010

La carovana di "Asia to Gaza" entra in Turchia e punta verso la Siria!


Il convoglio di aiuto per la Striscia di Gaza organizzato dal coordinamento di ONG e movimenti pacifisti e filopalestinesi asiatico "Asian people's Solidarity for Palestine" (o "Asia to Gaza"), dopo la trionfale tappa iraniana, durante la quale i suoi componenti sono stati ricevuti da autorità e giuristi, ricevendo nel contempo la solidarietà del popolo iraniano, é recentemente entrata in territorio turco, dopo una lunga e faticosa traversata che li ha portati a varcare il confine fra i due grandi paesi asiatici proprio nel momento più inclemente dell'anno.

Migliaia di cittadini turchi, fra cui non pochi di etnia curda, si sono precipitati ad accogliere e festeggiare i membri del convoglio, provenienti da 22 diversi paesi asiatici: dalla Cina alla Malesia, dall'India al Giappone, dal Turkmenistan all'Indonesia. In un secondo momento, i componenti di quella che é stata definita "Una carovana di solidarietà fra l'Asia e la Palestina" sono stati ricevuti dall'ONG umanitaria IHH, che ha avuto un riolo centrale nell'organizzazione della Freedom Flotilla i cui attivisti lamentarono gravi perdite a causa della piratesca incursione dei militari sionisti.

Salah Ed-deen Auzer, rappresentante dell'Organizzazione, ha tenuto una conferenza stampa congiunta con gli attivisti asiatici, dichiarando che: "Tanto noi quanto loro pretendiamo l'immediata cessazione di ogni attività illegale perpetrata da Israele contro Gaza, questa spedizione di solidarietà sarà seguita da una nuova flottiglia che salperà in Primavera e poi da altre, e ancora altre, fino a che i sionisti non capiranno che il mondo non si stancherà mai di sostenere la giusta Resistenza del popolo di Gaza".

Il percorso della carovana solidale verso Gaza non sarà rettilineo, in parte per il desiderio degli organizzatori di toccare tutti i paesi della regione e di suscitare consapevolezza e mobilitazione nelle popolazioni locali proprio tramite il loro periplo; in parte dal desiderio di arrivare a Gaza nell'esatto anniversario (28 dicembre) del brutale "pogrom" militare con cui israele, fra il dicembre 2008 e il gennaio 2009, uccise oltre 1450 persone, in massima parte donne, vecchi e bambini, secondo i 'precetti' della nuova e criminale "dottrina" dello Stato maggiore israeliano, che pensa di poter piegare la risoluzione e la determinazione di Hamas incrudelendo contro i civili della Striscia.

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