martedì 21 dicembre 2010

Continua la giudaizzazione forzata di Gerusalemme, il ruolo di David Be'eri e del suo Elad Group


Mohamed Robin Alyyan, cittadino arabo di Gerusalemme, contempla disperato i mucchi di detriti, calcinacci e metallo ritorto che, fino a poche ore prima, erano l'officina di tipografia che aveva fondato insieme ai suoi due fratelli. Ci avevano impiegato dieci anni a realizzarlo, investendoci tutti i loro risparmi, aiutati da piccoli prestiti di parenti e amici, era stato un buon affare, ci lavoravano duramente ma dava loro modo di mantenere dignitosamente le loro famiglie e mettere da parte qualcosa.

La tipografia Alyyan, insieme ad altri edifici abitativi, tutti di Palestinesi, é stata investita dalla furia devastatrice delle ruspe militari israeliane, ufficialmente perché "non era in regola coi permessi edilizi". Questo episodio, insieme a moltissimi altri, é solo una tessera del mosaico di sfratti e distruzioni che vengono perpetrate quotidianamente dalle autorità israeliane per costringere i residenti arabi di Gerusalemme Est a lasciare l'abitato, in modo da portare avanti il progetto di "giudaizzazione forzata" della Città Santa.

"Abbiamo perso in un attimo quasi tre quarti di milione di Nuovi Shekel (circa 152mila Euro), mia moglie é incinta di sette mesi. Come farò a mantenere lei e mio figlio? Solo i Palestinesi assumono palestinesi, e tutte le imprese palestinesi della città sono sotto attacco! I miei due fratelli sono nella mia stessa situazione, solo che loro, fra tutti e due, hanno già sei figli". Alyyan ci racconta come, durante la demolizione, sia stato ammanettato, manganellato e sottoposto allo spray urticante diretto in piena faccia dalla polizia sionista.

Contemporaneamente alla demolizione ruppi di coloni ebrei, spalleggiati come sempre dalla polizia, si sono introdotti con la forza in una casa palestinese, cacciandone gli occupanti, che sono stati circondati e trasportati via dai poliziotti. In seguito una corte israeliana ha censurato l'azione degli agenti, ma solo perché un cavillo burocratico non aveva ancora reso esecutiva la notifica di evizione della famiglia (anche qui, per un preteso permesso edilizio irregolare).

L'abitazione é stata quindi rilevata dalla Lowell Investimenti, un'estensione del Gruppo Elad, società fondata da coloni ebrei ultraortodossi che ha fatto dell'acquisizione di proprietà rubate ai Palestinesi un lucrosissimo racket, totalmente legale e anzi incoraggiato dalle autorità. Il capo di questa vera e propria associazione a delinquere, David Be'eri, é tristemente noto alle cronache per aver recentemente travolto con la sua auto, con piena e deliberata intenzione, un ragazzo palestinese, senza ricevere nemmeno una contravvenzione dalla polizia dello Stato ebraico.

Sottoposti all'arbitrio degli israeliani a ogni pié sospinto gli abitanti di Gerusalemme Est e della Cisgiordania si sentono sempre meno rappresentati dagli uomini di Fatah, la fazione guidata da Mahmoud Abbas che sperava di realizzare uno Stato Palestinese sovrano attraverso le trattative e una stretta cooperazione con Israele e gli Stati Uniti. Vedendo come gli Usa non siano riusciti a ottenere da Netanyahu nemmeno un temporaneo "congelamento" degli espropri, delle demolizioni e della continua espansione delle colonie ebraiche, Abbas e i suoi uomini si sono decisi a percorrere la via di una dichiarazione unilaterale dello Stato palestinese, prendendo come base di esso i confini riconosciuti dall'ONU nel 1967 con la Risoluzione 242.

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