domenica 19 dicembre 2010

Teppisti ebrei danno fuoco al gregge di un pastore palestinese uccidendo 12 pecore


Mohammed Bani Fadl, un pastore palestinese di quarant'anni, ha subito un danno di quasi cinquantamila nuovi shekel quando un gruppo di coloni Ebrei ultranazionalisti ha radunato il suo gregge di pecore e ha versato benzina sulle sterpaglie tutto attorno ad esso, dandogli poi fuoco. Il pastore, residente nel villaggio di Aqrabah, vicino Nablus, nella parte settentrionale della Cisgiordania, stava sorvegliando i suoi animali che brucavano la scarna vegetazione circostante quando ha notato una macchina bianca fermarsi sul ciglio della strada poco distante e i suoi occupanti fargli cenno di avvicinarsi attraverso i finestrini.

Pensando a una richiesta di indicazioni, o di soccorso, Bani Fadl ha iniziato ad avvicinarsi, fermandosi quando, a metà della distanza, riuscì a notare che a bordo del veicolo c'erano Ebrei ultraortodossi abitanti dei vicini insediamenti illegali, e che erano tutti evidentemente armati. Allarmato da quest'ultimo particolare, e ricordando delle molte notizie di aggressioni ad agricoltori e lavoratori palestinesi a opera di simili bande di coloni armati, il pastore non poté fare nient'altro se non fuggire dietro una vicina collina, lasciando il suo gregge in balia dei fondamentalisti ebrei.
Posizione di Aqrabah, 18 chilometri a Sud-Ovest di Nablus.
I coloni ultranazionalisti e razzisti, ansiosi come sempre di distruggere e rovinare le fonti di reddito e di lavoro dei Palestinesi che vogliono vedere espulsi dalla loro terra ed espropriati dei loro beni, sapevano già che cosa fare: prelevata una tanica di benzina dal bagagliaio si sono avvicinati alle pecore, le hanno condotte in una zona di stoppie leggermente più fitte e le hanno quindi circondate con un anello di combustibile; la fiamma di un accendino é poi servita a scatenare l'olocausto.

I settler si sono fermati ad osservare l'agoni degli animali ridendo e dandosi di gomito, mentre il pastore non poteva fare alcunché per correre in soccorso delle sue pecore, a scanso di venire ucciso sul posto dalle armi dei fondamentalisti. In seguito, quando i rei si furono finalmente allontanati, Bani Fadl ha contato una dozzina di capi bruciati a morte, cinque gravemente ustionati e due che, rimanendo al centro del gregge, erano riusciti a cavarsela con leggere scottature e intossicazione da fumo.

Il sindaco di Aqrabah, Jawdat Bani Jabir, ha definito l'accaduto: "un episodio vergognoso" e ha inferito che gli incendiari con ogni probabilità venivano dagli insediamenti ebraici circostanti: Maale Efraym, Itamar ed Hetzit. "Fadil ha una famiglia con nove figli, come farà ora a provvedere a loro?" ha poi lamentato.

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