giovedì 12 maggio 2011

L'Arcivescovo palestinese Atallah Hanna sulla situazione di Gerusalemme: "Israele strumentalizza la religione per loschi scopi politici!"


L'Arcivescono cristiano-ortodosso Atallah Hanna ha messo in guardia la comunità internazionale dal cadere nel tranello dell'Hasbara israeliana che cerca di presentare all'esterno il suo folle progetto di giudaizzazione coatta di Gerusalemme come "una questione religiosa" che vedrebbe coinvolti da una parte i violenti e fanatici miliziani armati delle colonie, gente raccattata ai quattro angoli della terra e proditoriamente "paracadutata" nel cuore di una città che ha alle spalle oltre diciassette secoli di Storia e cultura cristiana e musulmana, dall'altra i Palestinesi perseguitati, scacciati e oppressi, convenientemente mostrati all'Occidente sempre come musulmani (o meglio ancora 'islamici'), trascurando quindi la consistente minoranza cristiana.

Hanna é stato citato dall'agenzia di stampa palestinese "Quds Press", cui ha articolato che il nocciolo della persecuzione e della pulizia etnica a Gerusalemme e territori limitrofi non ha niente a che fare con la religione, ma piuttosto coi tentativi dei Sionisti di manipolare e sfruttare pulsioni e immagini religiose per nascondere un progetto politico che é razzista e inumano, in totale violazione della Storia e delle culture che hanno infuso il loro spirito nella Gerusalemme di ieri e di oggi e che devono costituire il cuore anche di quella del domani.

"L'Occupazione non può che produrre miseria e oppressione, mai pace o convivenza", é il sigillo messo dall'arcivescovo in calce alle sue dichiarazioni. Hanna già in passato aveva messo sul chi vive gli osservatori internazionali riguardo le catastrofiche conseguenze delle politiche israeliane nella città occupata di Gerusalemme, che mirano a giudaizzare a forza la città.

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